Edilizia Storica | Residenza universitaria area ex Mercato, Firenze 

«Massima chiarezza distributiva, massima semplicità costruttiva»

L’intervento è consistito nel miglioramento sismico dell’edificio esistente da adibire a residenze studentesche. Obiettivo: salvaguardare l'impianto originario e inserirsi organicamente nell’articolato polo didattico in fase di completamento dando vita a un vero e proprio “campus” rispondente alle nuove esigenze sia dell’edilizia scolastica sia degli interventi di recupero nell’ambito dell’archeologia industriale ottocentesca. A lavori in corso, in accordo con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e al fine di salvaguardare la storicità del fabbricato, è stato lasciato intatto, al di sotto della nuova pavimentazione, quella antica in pietra, eliminando l’esecuzione del vespaio aerato previsto dal progetto esecutivo.

L’area dell’ex Mercato Bestiame interessata dal progetto per un nucleo integrato di residenza universitaria riguarda un gruppo di manufatti che, costruiti in periodi successivi con autori e progetti diversi, hanno caratteristiche tipologiche differenziate ma con un contenuto di valore storico documentario.

Il sistema composto dalle 4 stalle di sosta che delimitavano organicamente l’area del mercato e la palazzina principale in asse al sistema furono presentati nella versione definitiva dall’ing. Francolini nel 1872 che ne curò anche la realizzazione.

Stato di fatto Ex Mercato del Bestiame.

Progettato e realizzato il Mercato, non si era provveduto a dotarlo di stalle con la conseguenza che le vendite e gli acquisti del bestiame avvenivano in stalle private situate nelle vicinanze. Il disegno delle «pubbliche stalle per 750 buoi e 100 vitelle lattanti» veniva presentato dall’ing. Francesco Capei nel 1892 e l’edificazione terminava, chiudendo la lunga vicenda realizzativa del Mercato del bestiame, nel 1907.

I nuovi edifici, collocati sul retro incompiuto della palazzina per uffici, si adeguavano ai caratteri dei fabbricati progettati e costruiti dal Francolini, riproponendo il tema delle finestre circolari, nonché le murature esterne e le modanature dei mattoni a faccia vista alternate a profilature di pietrame.

La caratterizzazione delle facciate dei fienili era affidata ai motivi decorativi delle grandi teste di buoi modellate in terracotta e inserite in cornici rotonde. Più suggestivo del tessuto esterno si presenta lo spazio interno delle stalle articolato dall’iterazione di grandi strutture ad arco.

L’area dedicata ai servizi culturali è ubicata a un piano ammezzato, in una zona più riparata e protetta, e accoglie ambienti per lo studio, un’aula per seminari e riunioni e una biblioteca.

Residenza integrata

L’ipotesi progettuale della «residenza integrata» risponde innanzi tutto a una riconosciuta esigenza di salvaguardare l’impianto originario ottocentesco e d’inserirsi organicamente nell’articolato polo didattico ormai in fase di completamento che comprende, tra l’altro, una grande palestra e un auditorium ubicati in edifici autonomi e utilizzabili anche dalla nuova struttura residenziale.

I manufatti ottocenteschi vengono quindi integralmente recuperati e la loro configurazione morfologica fornisce le linee guida per l’inserimento del nuovo organismo residenziale e dei servizi ad esso connessi.

Lo sviluppo planimetrico che ne consegue è strettamente correlato con i corpi di fabbrica esistenti, secondo un disegno di completamento che mantiene perfettamente leggibili e autonome le parti originarie e sviluppa quell’idea tipologica di un grande polo didattico residenziale – un vero e proprio campus – rispondente alle nuove esigenze sia dell’edilizia scolastica sia degli interventi di recupero nell’ambito dell’archeologia industriale ottocentesca.

Il recupero funzionale

Dal punto di vista urbanistico la possibilità di accesso diretto da via dell’Arcovata e dalla Piazza del Terzolle, l’esistenza di spazi di relazione esterni attrezzabili a verde posti nella corte tra i corpi di fabbrica e la previsione di aree di movimentazione privata e di parcheggio nell’area limitrofa alla ferrovia, sono una collocazione ottimale per le relazioni dirette con il centro storico e tutte le più importanti attrezzature cittadine.

Il capannone principale è utilizzato per la residenza e viene mantenuto integralmente l’aspetto originario per quanto riguarda innanzi tutto il disegno dei fronti, la scansione e la tipologia delle aperture, la finitura dei materiali e la configurazione del tetto.

Qui sono stati previsti limitati interventi di dettagli architettonici utilizzati per meglio identificare gli accessi principali e un nuovo corpo scale in vetro chiaramente distinguibile rispetto al manufatto originario, all’interno delle stesse categorie di materia e di colore.

Al piano terreno, in relazione alla ‘strada interna’ è collocata l’area funzionale per i servizi ricreativi che comprende, oltre agli spazi di soggiorno individuati nel corridoio principale, una caffetteria, una sala video, una sala musica, una sala giochi, uno spazio internet e una palestra.

Il corpo a due livelli del fienile con i due medaglioni che accolgono le sculture con le teste di bovino, le porte e le finestrature scorniciate in pietra serena con chiave in evidenza a bugnato di tre conci, paramenti in mattoni, lesene e marcapiani in pietra a malta cementizia è stato integralmente restaurato e adibito organicamente all’interno del complesso per funzioni complementari di servizio.

All’interno, l’intervento asseconda l’impianto geometrico strutturale del corpo principale originariamente adibito a stalle e si configura come se l’impianto originario fosse il più adatto all’inserimento di moduli residenziali.

I servizi generali rappresentano il cuore collettivo del complesso residenziale. Sono suddivisi in nuclei funzionali e occupano tre moduli della parte terminale dell’edificio maggiore e, per intero, la palazzina delle ex fienile.

La partitura strutturale del corpo principale è costituita da 15 setti strutturali portanti in cemento armato posti a intervalli di circa 5,45 metri d’interasse che suddividono lo spazio in 16 moduli. Ognuno di questi è costituito da 3 navate individuate da pilastri a sezione quadrata in pietra e laterizio con archi a tutto sesto con un rivestimento di bordo in laterizio e muratura sovrastante alleggerita con aperture circolari in asse con il centro dei pilastri e con la chiave dell’arco centrale.

L’altezza utile è compresa da 5,30 m in corrispondenza delle pareti perimetrali e da 7,60 m al centro della navata principale. Questa disposizione è ottimale per inserire moduli residenziali all’interno di ogni setto con il collocamento di un piano ballatoio, arretrato rispetto al fronte finestrato al fine di aumentare la dimensione del singolo alloggio e renderla più funzionale con la divisione tra zona notte e zona giorno.

Le funzioni residenziali comprendono 24 camere doppie per un totale di 48 posti letto di cui 3 per disabili. Ogni alloggio, di circa 50 mq, si compone di una zona giorno e una zona notte.

La navata centrale a tutt’altezza è utilizzata per la distribuzione principale agli alloggi. Ha la funzione di una strada interna che, per dimensioni e qualità dello spazio, può accogliere elementi di arredo accessori per una fruibilità più estesa. Nelle stalle di sosta, già utilizzate per la Scuola Rosai, compaiono strutture in conglomerato cementizio armato, con buona probabilità una delle prime costruzioni di tale tipo dell’area fiorentina.

La forma dei casseri occorsi per la costruzione, il tipo e le modalità d’impiego delle armature metalliche, appartengono a una tecnologia esecutiva ormai in disuso per sopraggiunte necessità di ordine economico da un lato, di ordine tecnico dall’altro, visti i progressi in questo campo compiuti negli anni successivi. Tuttavia alle prove effettuate nei corpi di fabbrica interessati dalla scuola e del tutto simili a quelli del progetto in esame, il calcestruzzo impiegato è risultato di buona qualità.

Progetto del nuovo complesso integrato di residenza universitaria

La caratteristica principale della strada interna è quella di assumere la funzione di collegamento tra tutti quegli spazi e locali dell’edificio che, per la loro attività non possono essere interdipendenti nei riguardi dell’accesso.

Il complesso è strutturato secondo nuclei funzionali distinti al fine di facilitarne la fruizione perché consente un’agevole utilizzazione, mediante l’ingresso autonomo, da parte della comunità e degli allievi al di fuori e oltre l’orario scolastico.

Moltiplica inoltre le occasioni d’incontro e di socializzazione all’interno degli spazi presenti nei singoli nuclei e negli spazi comuni. Gli spazi di carattere collettivo sono rappresentati da una «strada interna» di distribuzione e dal complesso dei servizi generali.

La strada interna è un grande spazio che attraversa tutto il complesso utilizzando la navata centrale dei setti portanti e su di essa si affacciano gli ingressi agli alloggi e, al piano ammezzato, gli spazi esterni della zona notte. Al centro del percorso, in corrispondenza di un ingresso e di un’uscita nella corte interna, viene inserita un’ampia zona di soggiorno con illuminazione dall’alto attraverso un grande lucernario.

La caratteristica principale di questo spazio di distribuzione è quella di assumere la funzione di collegamento tra tutti quegli spazi e locali dell’edificio che, per la loro attività non possono essere interdipendenti nei riguardi dell’accesso. Rappresenta il tessuto connettivo e interattivo, visivo e spaziale, di tutto l’organismo architettonico e consente, con l’affaccio continuo verso gli spazi posti a diverso livello, rapporti di scambio non formalizzati tra tutti i fruitori del complesso.

Scala esterna.

Servizi generali, cuore collettivo del complesso residenziale. Sono suddivisi in nuclei funzionali e occupano tre moduli della parte terminale dell’edificio maggiore e, per intero, la palazzina dell’ex fienile. Il nucleo funzionale dei servizi di supporto, gestionale e amministrativo è collocato in corrispondenza dell’ingresso principale e comprende il servizio di portineria e la zona amministrativa.

Al piano terreno, in relazione alla ‘strada interna’ è collocata l’area funzionale per i servizi ricreativi che comprende, oltre agli spazi di soggiorno individuati nel corridoio principale, una caffetteria, una sala video, una sala musica, una sala giochi, uno spazio internet, e una palestra. L’area funzionale dedicata ai servizi culturali è ubicata a un piano ammezzato, in una zona più riparata e protetta, e accoglie ambienti per lo studio, un’aula per seminari e riunioni e una biblioteca.

Stato degli ambienti interni prima dell’inizio dei lavori.

Le funzioni residenziali comprendono 24 camere doppie per un totale di 48 posti letto di cui 3 per disabili. Ogni alloggio, di 50 mq, si compone di una zona giorno e una zona notte. La zona giorno è situata in prossimità dell’ingresso e comprende un ampio locale di soggiorno-studio, un angolo cottura attrezzato e servizi igienici.

La zona notte è ubicata su un ballatoio che si affaccia sulla zona giorno e a cui si accede tramite una scala interna. Per ottenere un elevato livello di luminosità interna, oltre all’apertura completa di porte finestre su tutti i fronti esistenti, dimensionalmente vincolate in larghezza dalle aperture preesistenti, sono stati collocati ampi lucernari in copertura.

Fase di preparazione per il getto del solaio armato.

Al piano primo l’ambiente era di notevole qualità quindi si decide di spostare la palestra dal piano terra dell’ex-fienile al piano primo, permettendo in questo modo di collocarvi una funzione adeguata all’altezza e alla piacevolezza dell’ambiente. Questo spostamento permette di liberare a piano terra gli spazi prima occupati dalla palestra e che, per la posizione all’interno del fabbricato, ben si prestano ad accogliere funzioni di relazione quali bar caffetteria e che vi vengono collocati. Un ulteriore vantaggio derivato dallo spostamento della palestra riguarda i servizi igienici che, con questa soluzione, vengono ad essere di esclusiva pertinenza della palestra.

Fase successiva al getto del solaio armato.

Interventi strutturali

Lo stato degli edifici prima dell’intervento non presentava particolari segni di malfunzionamento strutturale; la loro limitata altezza, la generale buona esecuzione e l’accuratezza dei particolari esecutivi, ha contribuito sicuramente al mantenimento nel tempo di tali costruzioni.

L’edificio principale «Stalle» presenta una tipologia a capannone, con murature miste, in pietra e mattoni intonacate per le strutture verticali di perimetro. La partitura strutturale interna è scandita da tre navate e un numero variabile di campate ortogonali alle facciate lunghe, costituite da quinte formate con pilastri e archi sui quali poggiano superiormente timpani murari a sostegno della copertura.

La strada interna con il particolare dello scavo per il passaggio degli impianti.

La struttura di quest’ultima è realizzata con una doppia orditura di travi in ferro a doppio T, le principali parallele alle linee di gronda, e travetti sempre in ferro a doppio T su cui poggiano gli elementi in laterizio che costituiscono i piani di appoggio del manto.

Durante i lavori di scavo per la realizzazione del massetto e del vespaio, è stata riscontrata la presenza del vecchio pavimento in pietra. In accordo con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e al fine di salvaguardare la storicità del fabbricato, è stato deciso di lasciare intatta, al di sotto della nuova pavimentazione, quella antica in pietra, eliminando così l’esecuzione del suddetto vespaio aerato (inizialmente previsto dal progetto esecutivo).

Verificata quindi l’assenza di significativi fenomeni d’infiltrazione di umidità di risalita proveniente dal terreno e per consentire comunque un buon isolamento del fabbricato è stato deciso di realizzare uno scannafosso intorno all’edificio delle ex-stalle in modo da mantenere l’areazione delle murature. Al di sotto della pavimentazione in pietra, sono tuttora presenti alcuni canali che in origine avevano sfiato sull’esterno, attraverso alcune griglie, al di sopra della quota della pavimentazione; la realizzazione dello scannafosso permette a questi canali di sfiato di mantenere l’originaria funzione di aerazione nonostante l’innalzamento della quota della pavimentazione esterna che andrebbe altrimenti a coprire le griglie di sfiato.

A livello di interventi murari interni, sono state realizzate nuove murature portanti di controventatura costituite da blocchi in laterizio semipieno di tipo antisismico (Poroton) su fondazioni in cemento armato. Su tali strutture sono vincolati i nuovi solai in travi di acciaio Heb 140 a interasse 80 cm, tavella laterizia e getto armato con rete elettrosaldata. Ugualmente a livello della copertura il consolidamento di quelle presenti o la realizzazione di nuove superfici portanti i manti, ha permesso di attuare il collegamento fra le sommità delle murature o degli elementi strutturali verticali.

La strada interna: fase intermedia di cantiere.

Impiantistica

I lavori di scavo durante il cantiere hanno messo in luce la struttura fondale del fabbricato sotto la quota del terreno ed è emerso che la fondazione è costituita solamente da elementi in muratura e pietrame misto posti in corrispondenza dei pilastri e che proseguono nel terreno per circa 1 m/1,5 m sotto il livello del terreno.

È stata pertanto rilevata la non opportunità di realizzare i pali dell’impianto geotermico previsto da progetto, in considerazione di svariati fattori di rischio tra i quali la presenza di ghiaia al di sotto del primo strato di terreno costituito prevalentemente da argilla, limo, sabbia.

La ghiaia non permette un’agevole trivellazione, poiché il palo, battendo sulla ghiaia stessa, provoca forti vibrazioni con conseguenti rischi per le strutture adiacenti. Si è ritenuto opportuno, in considerazione dei rischi sopra descritti, la sostituzione dell’impianto geotermico con impianto più tradizionale basato su energia aerotermica.

Solaio residenze: nuovi solai in travi di acciaio Heb 140 a interasse 80 cm, tavella laterizia e getto armato con rete elettrosaldata.

Nei locali comuni sono stati previsti fan coils da installare a pavimento e nelle camere, nel controsoffitto d’ingresso, fan-coils da incasso dotati di plenum e bocchette per la mandata e ripresa dell’aria. Tutti i fan coils sono dotati di termostato ambiente estate-inverno per garantire il mantenimento della temperatura nei vari ambienti. Gli impianti interni sono alimentati con due circuiti in partenza dalla centrale termo-frigorifera, di cui:

un circuito alimentato alternativamente da acqua calda in inverno e acqua refrigerata in estate, a servizio dei fan coils;

un circuito, a funzionamento solo invernale, per l’alimentazione dei radiatori. Tutti i circuiti sono dotati di propria pompa di circolazione a più velocità.

La strada interna: fase di finitura del cantiere.

Finiture e materiali

Il progetto di recupero mantiene inalterata la struttura originaria e, ove è stato possibile, la finitura degli intonaci originali e di tutte le parti in pietra e in cotto. Le piccole parti in cemento armato eventualmente rimaste in vista per motivi costruttivi e architettonici sono state martellinate per evidenziare gli appositi inerti in modo da costituire coloristicamente l’effetto cotto.

In armonia con materia e colore delle murature, gli infissi esterni (porte e finestre) sono in alluminio anodizzato color bronzo.

Il tetto a falde, coperto con marsigliesi, in armonia con i tetti esistenti, è completato da gronde, pluviali, e scossaline in rame brunito e per ottenere i necessari rapporti illuminotecnici, sono previsti degli ampi lucernari in copertura.

Anche i materiali usati all’interno dell’edificio sono i più adatti per particolari impatti d’uso come quelli di una residenza, in particolare per le pavimentazioni interne in piastrelloni «monocottura» antisdrucciolo montati a correre per una futura eventuale flessibilità di suddivisione degli spazi e in parquet di legno per tutti i piani ammezzati destinati alla zona notte.

Fase di coibentazione del tetto.

Gli infissi interni sia degli spazi residenziali sia degli spazi sussidiari sono in alluminio anodizzato color bronzo come gli infissi esterni e con specchiature in vetro o in laminato plastico anti-abrasione, montati in modo che formino continuità planare con i relativi sopraluce.

Alberto Breschi | Progettista e direttore lavori

Alberto Breschi | Progettista e direttore lavori.

«Agire su un edificio esistente, specie se si tratta di archeologia industriale di pregiata realizzazione come nel caso specifico, rappresenta una sfida e al contempo una continua scoperta. Con quest’intervento si è completato un processo di riattivazione ben più ampio rappresentato dal riutilizzo di un’intera area interna alla città, ieri fulcro nevralgico di attività commerciale, oggi centro per l’apprendimento e l’istruzione. Il progetto delle residenze conclude e integra un processo iniziato anni prima con la sistemazione degli altri padiglioni presenti nell’area a uso del complesso scolastico dell’Arcovata. Nella loro condizione iniziale, i padiglioni vertevano in uno stato di degrado assoluto: sia le zone esterne sia quelle interne, erano utilizzate come magazzino – discarica per cui è stata necessaria una prima consistente opera di bonifica e sgombero degli ambienti. Oltretutto, il lavoro è risultato particolarmente articolato a causa dell’inaccessibilità parziale dei luoghi in fase di redazione del progetto. Gli aggiustamenti necessari sono stati quindi compiuti in corso d’opera richiedendo un notevole sforzo di coordinamento. Con il completamento di questa parte del complesso, si è compiuta la realizzazione di un vero e proprio “campus” rispondente a esigenze didattiche e abitative, il tutto recuperando un comparto altrimenti condannato al degrado e all’abbandono. Di notevole utilità sono state le precedenti esperienze di progettazione nel settore dell’edilizia scolastica e del recupero di edifici di archeologia industriale attuate dal gruppo di progettazione che ho coordinato insieme al prof. arch. Loris Macci. Dalle analisi effettuate, accanto a obiettivi di settore emerge come comune denominatore una priorità, strettamente legata alla funzione e al servizio svolti: l’edificio deve corrispondere alla massima chiarezza distributiva e alla massima semplicità costruttiva. Questo significa anche garantire durevolezza, praticità di gestione, flessibilità nel tempo».

Particolare della facciata.

Chi ha fatto Cosa

Committenza: Istituto Italiano di Scienze Umane, Scuola Normale Superiore di Pisa
Progetto definitivo: responsabile del procedimento, dott. Giuliano De Stefani; supporto tecnico al rup, dott. arch. Vito Carriero; progetto architettonico e coordinamento, arch. Alberto Breschi, arch. Loris Macci; progetto strutturale, ing. Leonardo Paolini (Sertec sas); progetto impiantistico, per. ind. Stefano Migliorini; studio geologico, prof. Piergiorgio Malesani; collaboratori, arch. Francesco Stolzuoli, arch. Giovanni Todesca
Progetto esecutivo: responsabile del procedimento, dott. arch. Vito Carriero; progetto architettonico e coordinamento, arch. Alberto Breschi, arch. Loris Macci, arch. Claudia Giannoni, arch. Sandra Spadafora (giovane professionista); progetto strutturale, arch. Claudia Messina (Sertec sas); progetto impiantistico, per. ind. Stefano Migliorini; direzione Lavori: arch. Alberto Breschi; assistente alla dl, arch. Claudia Giannoni; coordinatore per la sicurezza, arch. Tommaso Chiti; collaboratori, Serafina Amorosa, arch. Francesco Stolzuoli, arch. Giovanni Todesca.
Realizzazione: responsabile del procedimento e responsabile dei lavori, dott. arch. Vito Carriero; direzione lavori, arch. Alberto Breschi; assistente alla dl, arch. Claudia Giannoni; coordinatore per la sicurezza, arch. Tommaso Chiti; collaboratori, Serafina Amorosa, arch. Francesco Stolzuoli, arch. Giovanni Todesca; Impresa, Ati fra imprese Vitiello srl, Velardo Costruzioni srl, Consorzio Multiservices G11.

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