Ance - Confartigianato | Debiti pubblica amministrazione

Ance e Confartigianato a Bruxelles spingono sul problema del ritardo dei pagamenti della pa

Al termine della campagna europea sui ritardi dei pagamenti evidenziata una situazione molto cupa per il nostro Paese. Nonostante un piccolo miglioramento rispetto agli anni passati, ci troviamo ancora molto distanti dai termini fissati dall’Ue. I comuni risultano i pagatori più inefficienti e il settore delle costruzioni è quello più colpito.

Queste a seguire le dichiarazioni del presidente dell’Ance >> Paolo Buzzetti, intervenuto a Bruxelles all’incontro promosso dalla Commissione europea a conclusione della campagna sui ritardi dei pagamenti.

Paolo Buzzetti | Presidente Ance
Paolo Buzzetti | Presidente Ance

Paolo Buzzetti | Presidente Ance
«Con l’approvazione della direttiva Ue e la ratifica da parte dell’Esecutivo italiano, si sono compiuti innegabili passi in avanti per risolvere il problema dei ritardati pagamenti, che per primi abbiamo sollevato quattro anni fa. Ma bisogna ancora trovare una soluzione strutturale per i pagamenti in conto capitale, che al momento sono i più penalizzati.
Dopo una prima tranche a partire da fine 2013 per complessivi 8 miliardi su 19 totali, al momento i pagamenti per gli investimenti sono al palo: solo 300 milioni nello Sblocca Italia e zero nella legge di stabilità.
Per questo la nostra proposta è molto chiara: se non si decide con l’Europa un allentamento ad hoc del patto di stabilità con una misura una tantum non si potrà risolvere il problema. Lo sa bene anche il Governo italiano, che nel Protocollo di luglio scorso firmato dal ministro dell’Economia Padoan aveva posto attenzione, su nostra istanza, al problema dei pagamenti in conto capitale. Ma finora, nonostante le buone intenzioni, nulla è accaduto
».

Settore delle costruzioni. Lo scenario del comparto delle costruzioni è decisamente cupo: nel secondo semestre del 2014, è la denuncia dell’Ance, il 72% delle imprese registra ancora ritardi nei termini di pagamento, che in media prendono poco meno di sei mesi; nel 2012 si era a 200 giorni, un miglioramento troppo lento (10% in due anni). Secondo le stime dell’Associazione nazionale costruttori, 10 miliardi di euro (55% del totale) di ritardati pagamenti per spese in conto capitale rimangono ancora senza soluzione, rispetto ai 19 miliardi rilevati due anni fa.

Antonio Tajani | Vice presidente Parlamento europeo
Antonio Tajani | Vicepresidente Parlamento europeo

All’incontro era presente anche il protagonista della direttiva europea sui ritardi di pagamento, l’ex-commissario all’Industria Antonio Tajani, oggi vicepresidente del Parlamento europeo. Anche a suo dire, se la situazione «sta lentamente migliorando in Europa, in Italia siamo ben lontani dai termini fissati dall’Ue».

Pagamenti pa: Italia frenata. Lo Stato italiano si conferma ancora pagatore lento rispetto alla media europea, anche se, come dice Buzzetti, la direttiva 2011/Eu ha migliorato la situazione. Questo è quanto emerge dai dati che Confartigianato ha presentato a Bruxelles: l’indice europeo dedicato al tema specifica che i tempi medi di pagamento a livello Ue si sono ridotti, passando da 52 giorni nel 2012 a 47 nel 2014, per quanto riguarda i rapporti commerciali tra le imprese, e da 65 a 58 giorni per quelli tra imprese e pubblica amministrazione.

Giorgio Merletti | Presidente Confartigianato
Giorgio Merletti | Presidente Confartigianato

In Italia, secondo i dati presentati, nei primi nove mesi del 2014 i tempi di pagamento dello Stato verso le pmi si sono ridotti, in media, da 104 a 88 giorni: di fatto ancora lontani dal termine di 30 giorni «imposto dalla legge», come ha ricordato il presidente Giorgio Merletti citando i dati di un sondaggio condotto da Ispo presso le pmi che hanno crediti commerciali nei confronti degli enti pubblici.
I comuni sono i pagatori più inefficienti, infatti, per saldare le fatture, in media, impiegano ancora tre mesi (89 giorni contro i 104 del gennaio 2014). Presentando i dati Merletti è tornato a rilanciare la «compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti verso la pa», cioè meno tasse per chi vanta crediti con le amministrazioni, idea «prevista tra i criteri della legge delega di riforma fiscale».

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