Ance Veneto | Inchiesta Mose

Ance Veneto: con l’inchiesta Mose scoperchiato un sistema, ma le grandi opere non sono un mostro da combattere

Per il presidente dei costruttori veneto Luigi Schiavo «si apra ora una nuova stagione di trasparenza che coinvolga politica, impresa e Stato». Intanto a Roma il sistema Ance presenta un decalogo di trasparenza nelle gare pubbliche.

Dagli organi di informazione sta emergendo una situazione che definire drammatica è dir poco. A Venezia c’è preoccupazione per il Mose e delusione per l’imprenditoria.MoseSi parla di un sistema corruttivo diffuso che per anni e anni ha sistematicamente foraggiato politici e amministratori pubblici locali e nazionali, funzionari pubblici e magistrati. Questa è in sintesi l’accusa della Procura di Venezia che ieri ha spiccato l’ordine di arresto per 35 persone: un centinaio gli indagati per presunte tangenti per gli appalti del Mose, il sistema di dighe mobili per la salvaguardia di Venezia, che, sino ad oggi, è costato 5 miliardi di euro. Siamo di fronte ad un vero terremoto giudiziario. Le accuse sono pesanti: concussione, corruzione, finanziamento illecito ai partiti, riciclaggio, tutto «oliato» da un sofisticato sistema di fatture false e fondi esteri.

Tra i nomi eccellenti degli arrestati il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni (del Pd), ora ai domiciliari, accusato di aver beneficiato di finanziamenti in nero per la sua campagna elettorale. Con lui l’assessore regionale alle infrastrutture Renato Chisso (Fi), il consigliere regionale Giampiero Marchese (Pd), Franco Morbiolo, presidente del Coveco, cooperativa impegnata nel progetto Mose, l’amministratore della Palladio Finanziaria Roberto Meneguzzo e il generale in pensione Emilio Spaziante, insieme ad altri protagonisti della politica, dell’amministrazione e delle imprese. Spicca anche il nome di Giancarlo Galan (Fi): per lui la richiesta di arresto presentata al Senato della Repubblica. Galan pare coinvolto per il periodo in cui è stato presidente della Regione Veneto: nell’ordinanza di arresto si fa riferimento ad uno «stipendio fisso» di un milione di euro all’anno.Mose 2

Dall’associazione dei costruttori edili del Veneto stanno emergendo le prime considerazioni su quanto la procura di Venezia ha… scoperchiato sul Mose.

Luigi Schiavo | Presidente Ance Veneto
Luigi Schiavo | Presidente Ance Veneto

Luigi Schiavo | Presidente Ance Veneto
«Rileggendo i nomi, i fatti, le cifre dell’inchiesta sul Mose c’è da restare sbalorditi. La prima tranche dell’inchiesta aveva palesato qualcosa di preoccupante. Dopo gli interrogatori del primo filone d’indagine, le voci si rincorrevano, ma non credevo che il caso potesse assumere questi contorni. È stato scoperchiato un sistema. Con le cautele dovute per le responsabilità dei singoli oggetto di un’indagine che seguirà il suo corso, l’inchiesta è un bene perché consente di guardare a una nuova stagione che escluda le mele marce della politica, dell’imprenditoria e dello Stato, a garanzia dell’interesse pubblico e della libera concorrenza nella quale si muove la maggior parte delle imprese. La preoccupazione è che l’onda lunga dell’inchiesta possa ripercuotersi sul settore, creando un clima di caccia alle streghe o una battaglia aprioristica contro le grandi opere. Si può discutere di una riforma delle regole, ma trovo più utile soffermarsi su un cambiamento di approccio. Ogni sistema di regole funziona sulla carta, ma può essere vanificato da una rete di controlli deficitaria. Spesso nel nostro Paese di fronte all’emergenza si reagisce aggiungendo nuove regole anziché sostituire o riformare quelle che non funzionano. Non abbiamo bisogno di nuove norme e nuovi controlli, ma semplicemente di assicurare efficacia a quelli che già ci sono».

Da Roma: decalogo per la legalità negli appalti pubblici. Intanto la commissione referente per le opere pubbliche dell’Ance ieri ha varato a Roma un decalogo per la legalità degli appalti pubblici, con una serie di proposte di riforma al sistema di assegnazione degli appalti. Il documento prevede:

  • commissari di gara scelti all’interno di un albo nazionale, sottratto all’influenza della singola stazione appaltante e garante dei tempi di attuazione (articolato per aree geografiche e valori di importo degli appalti, sotto la guida di un soggetto terzo come l’Autorità di vigilanza)
  • il sistema dell’offerta più vantaggiosa confinato agli appalti di importo rilevante ed esclusa per gli appalti di importo inferiore ai 2,5 milioni
  • per i micro cantieri adozione dell’unico criterio dello sconto sul prezzo, alleggerendo iter e costi della procedura
  • esclusione automatica delle offerte anomale per i piccoli appalti
  • interventi sui contenziosi: più severità sulle liti temerarie e spostamento alla fine dei lavori del confronto tra impresa e pa sulle eventuali riserve.

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