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Annullato il concorso per l’ospedale di Trento: esempio d’inefficienza del sistema

Gabriele Scicolone, Oice, ha preso posizione riguardo all’annullamento del concorso per l’ospedale di Trento, ritenendo l’accaduto un esempio d'inefficienza del sistema e mancanza di rispetto per i progettisti partecipanti oltre allo spreco di 1,8 milioni di euro.
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Oice ha preso posizione sull’annosa vicenda legata al Polo ospedaliero del Trentino, procedura complessa e articolata gestita dalla Provincia Autonoma di Trento. Un procedimento durato 7 anni, di cui la delibera 791/2018 ripercorre tutte le tappe: dalla gara per project finance con 4 gruppi concorrenti del 2011, fino al concorso di progettazione bandito nel 2016 e annullato ai primi di maggio per il quale i 12 gruppi concorrenti hanno ritirato la documentazione il 21 giugno scorso.

Gabriele Scicolone | Presidente Oice

Gabriele Scicolone | Presidente Oice.

«Quanto è avvenuto deve fare riflettere tutti su come si possono generare inefficienze e diseconomie con effetti deleteri sotto tutti i punti di vista e per tutti i soggetti coinvolti. Qui non si tratta di cercare un colpevole e quindi di stabilire se sia stato giusto o corretto, dopo la revoca della procedura di finanza di progetto, a fine marzo 2016, e in pendenza di un ricorso, indire a settembre 2016 un concorso anonimo di progettazione preliminare per lo stesso Polo ospedaliero. Era scritto nel bando di concorso e i 12 gruppi, di elevato spessore e qualificazione tecnica e professionale, che con entusiasmo e voglia di fare hanno partecipato, hanno anche accettato il rischio di un possibile annullamento del concorso, ben sapendo che nulla avrebbero potuto richiedere in futuro. A mio avviso sarebbe stato meglio attendere l’esito del giudizio (sfavorevole ai ricorrenti nel novembre 2016, ma poi in appello favorevole, a settembre 2017). Ma tant’è. Il rammarico e l’indignazione che proviamo come Oice è per la scarsa considerazione del lavoro dei 12 gruppi chiamati a produrre proposte progettuali molto complesse che andavano anche oltre il livello preliminare e che hanno dedicato molto tempo e molte risorse delle proprie strutture. Da un calcolo fatto per approssimazione, e in difetto, non si va lontano nello stimare in almeno 150mila euro i costi sostenuti da ogni gruppo partecipante. Questo significa che sul campo sono rimasti 1,8 milioni di risorse buttate al vento, visto che il concorso è stato annullato, che nessun rimborso, neanche minimo, è stato riconosciuto e che le proposte ritirate dai concorrenti nei giorni scorsi sembra che neanche siano state valutate dalla commissione di gara. Tutto questo rappresenta una sconfitta per la città di Trento, che si vede privata di 12 proposte sicuramente valide, e rende evidente come il connubio Tar-pa possa essere deflagrante e deleterio per chi opera nel settore della professione. Ma soprattutto quanto avvenuto costituisce un’evidente mancanza di rispetto ab origine, cioè da quando è stato indetto il concorso, per il lavoro dei 12 gruppi concorrenti ed è il segno di una superficialità che trova origine nello svilimento del concetto di ‘Progetto’ sottostimato nella procedura di finanza di progetto e ritenuto quasi un libero esercizio professionale nella fase del concorso. Al di là di quanto potrebbe fare l’amministrazione per riconoscere in qualche misura il lavoro svolto, come associazione faremo di tutto perché tutto ciò non si ripeta, chiedendo al legislatore tutele per tutti i partecipanti, a costo anche di mandare deserte procedure aleatorie e rischiose come quelle del concorso annullato a Trento».

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