Punti di Vista | Arch. Silvia Nanni

Building Information Modeling e centralità del progetto esecutivo

«… Difficoltà d’implementazione della strumentazione informatica, da una parte, e scarsa reperibilità di figure professionali adeguate rappresentano, per la mia personale esperienza, i maggiori ostacoli nella diffusione delle piattaforme Bim».
Silvia Nanni | Architetto.

«… Ben venga l’attuale dibattito sul Bim e sul suo utilizzo, salvo contestualizzarlo nell’effettiva realtà italiana, promuovendo politiche anche commerciali lungimiranti ma prioritariamente rimettendo al centro una cultura del progetto esecutivo che presuppone conoscenze e competenze, in un contesto di adeguatezza dei compensi».

L’utilizzo della procedura Bim presuppone l’elaborazione e lo sviluppo del progetto su piattaforma Cad, preferibilmente parametrica in 3D, e l’utilizzo conseguente di software adeguati.

Ma in quale contesto si va a inserire l’attuale interesse per il Bim?

Personalmente utilizzo un Cad parametrico dal 2001; eppure ancora oggi, nel 2018, ultimata l’elaborazione progettuale per potermi interfacciare con le altre figure professionali sono obbligata a trasformare tutti gli elaborati in 2D.

Quali sono le possibili cause della scarsa diffusione di piattaforme Cad evolute – rimanendo tra l’altro al di fuori del processo Bim?

Economiche direi marginalmente; è vero che l’acquisto e l’utilizzo di un Cad evoluto implica l’upfront di un discreto investimento ma per contro vi è una notevole ottimizzazione dei tempi di redazione degli elaborati, certamente un efficace controllo del processo progettuale, in particolare a livello esecutivo, oltre all’offerta di un servizio di progettazione maggiormente qualificato.

Credo che le cause principali vadano ricercate in parte nelle politiche commerciali delle software house e in parte nei percorsi formativi universitari; negli ultimi 10 anni di tutti i neolaureati che ho incontrato per un colloquio solo una sapeva usare un Cad parametrico e aveva imparato a utilizzarlo durante uno stage a Berlino.

Politiche delle software house

Parallelamente, le politiche delle software house che promuovono piattaforme Cad più avanzate con procedura Bim purtroppo mal si adattano e mal comprendono la realtà professionale italiana, continuando a perseguire una strategia commerciale che privilegia i grandi studi ma che mette in seria difficoltà la stragrande maggioranza degli studi italiani, costretti alla piccola dimensione pur affrontando tematiche progettuali anche complesse.

Difficoltà d’implementazione della strumentazione informatica, da una parte, e scarsa reperibilità di figure professionali adeguate rappresentano, per la mia personale esperienza, i maggiori ostacoli nella diffusione delle piattaforme Bim.

La centralità del progetto esecutivo

Ma il dibattito sul Bim accende i riflettori su un altro tema: il tema della centralità del progetto, in questo caso del progetto esecutivo. Senza un approfondimento a livello esecutivo la progettazione nel suo complesso – che si tratti di un nuovo edificio ma ancora di più se si tratta di un intervento sul patrimonio edilizio esistente – non può considerarsi verificata nella sua fattibilità e, conseguentemente, anche la preventivazione degli effettivi costi risulta scarsamente attendibile; se un’opera a consuntivo viene a costare fino al doppio del preventivato, nella maggior parte dei casi è a causa di una non adeguata progettazione esecutiva.

Cultura del progetto è anche attenzione sulla fase esecutiva della progettazione; un livello di progettazione a cui la maggior parte degli operatori non è abituata, se non ostile. La progettazione esecutiva riporta al centro la figura del progettista ed elimina quella zona d’ombra, quel margine d’incertezza dove fioriscono le opere extra-capitolato e relativi costi aggiuntivi; un livello di approfondimento progettuale che consente di prevedere in anticipo le difficoltà esecutive e di risolverli prima di arrivare in cantiere, con ricadute positive sia nell’economizzazione dell’opera sia a livello di pianificazione della sicurezza degli addetti. Un approfondimento progettuale fondamentale per assicurare la completa espressione dei contenuti valoriali del progetto, evitando che le intuizioni progettuali s’infrangano, impattando nell’affascinate ma anche dura realtà del cantiere.

Ben venga quindi l’attuale dibattito su Bim e suo utilizzo, salvo contestualizzarlo nell’effettiva realtà italiana, promuovendo politiche anche commerciali lungimiranti ma prioritariamente rimettendo al centro una cultura del progetto esecutivo che presuppone conoscenze e competenze, in un contesto di adeguatezza dei compensi.

di Arch. Silvia Nanni

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