Edilizia per il culto | Chiesa di Olmo, Perugia

Cemento, vetro, pietra e metallo

L’aula delle celebrazioni in località Olmo, a Perugia, progettata da Signorini Associati, s'identifica con una compattezza materica dovuta all’uso di lastre di pietra spagnola posate su tutte le superfici di facciate e di copertura.

Il progetto realizzato dallo Studio Signorini Associati ha vinto il primo premio del concorso a invito bandito nel 2000 dall’Archidiocesi di Perugia – Città della Pieve. Il nuovo centro parrocchiale si trova a Perugia in località Olmo e costituisce il nucleo centrale di un vasto territorio attualmente suddiviso in tre parrocchie.

Il nuovo centro parrocchiale di Perugia in località Olmo.

Ambito urbano frammentato
Elementi di una certa rilevanza contigui all’area sono gli edifici scolastici e una piccola chiesa di gentile fattura, gli immobili della scuola, pur non avendo una grande qualità architettonica, risultano importanti per la dimensione e il materiale lapideo di costruzione.
Nell’ambito di questo territorio è stato proposto un insieme organico in cui chiesa, canonica, centro parrocchiale e campanile sono inseriti in uno spazio concluso, parte a cielo aperto e parte al coperto. Vi è un ampio parcheggio (137 posti auto) dislocato posteriormente alla chiesa e dal percorso di collegamento con la stradina pedonale esistente sul lato est del lotto.
Il complesso è immerso nell’uliveto che è stato incrementato con nuove piantumazioni. Il campanile di forma quadrata con lati di dimensione di 4×4 m ha un’altezza notevole (30 m) per essere percepito anche da un tratto del viadotto del raccordo Perugia – Bettolle ed è ubicato nella posizione più avanzata e visibile.

Copertura della chiesa con struttura in acciaio.

Aula e presbiterio: «la città è a forma di quadrato»
L’aula per le celebrazioni è un quadrato di 25×25 m (esterno) e 24×24 m (interno) che sembra richiamare la Gerusalemme celeste: «La città è a forma di quadrato…» (Apocalisse 21,16). Il presbiterio, distinto dal resto dell’aula, in quanto rialzato di 4 gradini, punto focale della preghiera comunitaria, risulta di un’ampiezza idonea a consentire un comodo svolgimento delle celebrazioni.
L’altare, simbolo di Cristo, è il centro di tutta la struttura della chiesa a cui spontaneamente converge tutta l’attenzione dell’assemblea. Nello spazio liturgico l’ambone è concepito come una seconda mensa. Si è posto il luogo dell’organo e della schola cantorum sul lato sinistro del Presbiterio, in modo che essa possa svolgere il suo ufficio nel modo più idoneo. A sinistra del Presbiterio vi è la cappella per la custodia dell’Eucaristia.
Il battistero è ricavato di fronte alla parete semicurva sul lato sinistro dell’aula ed è stato realizzato come una vasca a velo d’acqua dalla quale emerge una scultura che fa sgorgare l’acqua battesimale. L’altare, l’ambone, la sede, la custodia eucaristica, l’acquasantiera e il battistero sono in marmo statuario di Carrara.
Le relazioni fra lo spazio pubblico aperto e gli spazi interni si presentano attraverso un denso organismo caratterizzato da spazialità suggestive e da un alto dinamismo espressivo che ne segna i punti chiave, completato da forti segni quali il muro, le forme avvolgenti della copertura della chiesa e dei volumi annessi.

Montaggio della copertura in acciaio.

Vetri trasparenti e pietra spagnola Mila Stone
La luce che piove dalle profonde aperture sulla copertura, è evidenziata a «sciabolate» sui luoghi eccelsi del presbiterio. Le aperture sulle pareti, caratterizzate da vetri trasparenti, garantiscono la luminosità generale e la necessaria ventilazione trasversale.
L’organismo architettonico, che in pianta e in alzato si caratterizza per l’articolazione di volumi ruotati a seconda dell’orientamento e dei rapporti urbanistici delle funzioni, dal punto di vista architettonico si identifica con una compattezza materica dovuta all’utilizzo di lastre di pietra spagnola Mila Stone di 60×30 cm posate su tutte le superfici di facciate e di copertura prevista con gronde a filo e canale interno.

Aspetti strutturali: cemento armato gettato in opera
Il progetto strutturale del complesso prevedeva la realizzazione di cinque diverse corpi di fabbrica: la chiesa, il salone parrocchiale, la sacrestia, il centro parrocchiale, il campanile e la costruzione di manufatti secondari necessari alle opere di sistemazione esterna, cordoli, rampe, muri di sostegno.
Tutte le strutture sono state realizzate in cemento armato gettato in operacon sistemi strutturali distinti per quanto riguarda gli impalcati, in particolare per la chiesa è stata progettata una struttura metallica reticolare.

Solaio a terra della chiesa prima del getto in calcestruzzo.

Chiesa
È certamente la struttura più complessa del costruito per dimensioni e soprattutto per le forme e geometrie che la caratterizzano. L’edificio si sviluppa su di un unico livello, con piano di calpestio alla quota del piano campagna. L’altezza massima raggiunge 20 m, in corrispondenza del torrino centrale, gli ingombri in pianta sono pari a 25×25 m. La tecnologia costruttiva è stata individuata dopo una serie di considerazioni preliminari su quale potesse essere la strategia più congruente con le problematiche strutturali proposte dal progetto architettonico che in estrema sintesi possono essere così di seguito riassunte:

  • l’altezza del fabbricato privo di impalcati di interpiano
  • le dimensioni e forma della copertura
  • la presenza di ampie finestrature sia in copertura che sulle pareti di dimensione, forma e posizione irregolare
  • la previsione di un “torrino” emergente in copertura privo su tre lati di appoggio fisso a terra, quindi “in falso” sulla copertura stessa.

La necessità di avere pareti libere di così ampia luce, rivestite in pietra all’esterno, che avessero oltre che la necessaria solidità e resistenza, anche un’adeguata rigidezza in fase sismica, ha condotto la scelta strutturale d’impiegare pareti in cemento armato in opera di spessore 37 cm che raggiungono al finito circa 50 cm di spessore, con delle nervature interne nella parte alta della chiesa.
Il progetto architettonico prevedeva infatti un doppio involucro, il primo esterno da cielo a terra rivestito in pietra, il secondo interno che viceversa aveva la sua collocazione a partire da 5,4 m fino alla copertura stessa. Nella parte alta, a quote superiori a 5,4 m dal piano di calpestio i quattro setti principali di 37 cm costituenti la chiesa presentano delle nervature in cemento armato disposte sia in direzioni verticale che orizzontale aventi la doppia funzione di ripartizione dei carichi derivanti dall’azione della copertura e di ancoraggio delle contropareti interne.
Queste nervature realizzano quindi un unico reticolo chiuso ad anello su tutto il perimetro della chiesa. Così operando le nervature costituiscono in primis, un irrigidimento della parte sommitale della scatola di contrasto alle azioni fuori dal piano, e secondariamente sono anche la struttura di sostegno delle pannellature di rivestimento acustico interno. Queste costolature terminano in sommità con una soletta a superficie curva che completa l’appoggio delle strutture di copertura.

Pavimento in pietra.

Copertura metallica e torrino
Vista la natura del terreno e la tipologia costruttiva dell’elevato sono state costruite per la fondazione opere di tipo superficiale, travi rovesce in cemento armato gettate in opera, di altezza 60 cm, disposte secondo un reticolo ortogonale. Tutto il piano di calpestio è disposto su un solaio del tipo aerato mediante l’impiego di elementi tipo iglù.
Le strutture portanti verticali sono quindi costituite da setti in cemento armato gettati in opera di spessore complessivo di 37 cm.
La copertura è invece composta da una struttura metallica con sviluppo tridimensionale che di fatto appoggia sui quattro lati della Chiesa. La complessità strutturale della copertura è, oltre nelle dimensioni della luce da coprire anche nella sua forma e geometria. La struttura copertura è infatti costituita da due una superfici, ciascuna a doppia curvatura, convessa all’estradosso e concava all’intradosso. Inoltre la curvatura delle due superfici è del tutto diversa cosicché lo spessore architettonico entro cui ricavare la struttura non è mai eguale, cambia in ogni punto e in ogni direzione.
Oltre ciò la copertura si caratterizza per la presenza di una porzione a torrino di dimensioni considerevoli 8×8 m che rappresenta un vano aperto nell’impalcato di copertura e lo stesso torrino dispone di un solo lato coincidente con le pareti sottostanti in c.a.
Il tema era quindi realizzare un complesso strutturale che fosse capace di essere tetto su cui disporre la copertura in lastre di pietra e soffitto strutturale su cui appendere ed ancorare i pannelli acustici della navata della chiesa e infine torrino emergente appoggiato su di un solo lato. Si è pertanto costruito un volume 3D delimitato dalla superficie curva convessa di estradosso della copertura, dalla superficie curva concava del soffitto della chiesa compenetrando il tutto con il volume cavo del torrino costituito dalle quattro pareti perimetrali e dalla copertura piana di questo.
Il volume così ricavato, estremamente complesso nella sua geometria altamente irregolare è servito per dare le geometrie strutturali di travi reticolari in acciaio principali disposte secondo lasse longitudinale della navata e da travature reticolari secondarie nella direzione ortogonale.

Controsoffitto in cartongesso fonoassorbente.

Travature metalliche
La configurazione della copertura è del tipo a doppia curvatura e pertanto le travature reticolari hanno una sagoma tale da rispettare la configurazione in progetto.
«Allo scopo di ridurre la complessità del tema la scelta progettuale è stata quella di realizzare le travature metalliche con un insieme di profili rettilinei, quindi non calandrati, provvedendo alla compensazione alla superficie omogenea curva di progetto, mediante la soletta in c.a. gettata in opera al disopra del piano in lamiera grecata ed i successivi massetti. Per il rivestimento esterno, sia delle pareti verticali che della copertura, era previsto l’impiego di lastre in pietra di spessore pari a 3 m opportunamente vincolate alla strutture portanti in c.a. ha spiegato l’architetto Alfonso Signorini evidenziando chepareti del torrino pertanto divengono parte di una struttura reticolare in acciaio sagomata secondo la linea di copertura, di soffitto e del torrino stesso».
Altro aspetto fondamentale la cantierabilità della costruzione della copertura.

Cantierabilità della copertura
A tale scopo sono state composte le travi principali fuori opera suddivise in macro elementi per consentirne il trasporto e il tutto è stato composto in opera previa un assemblaggio temporaneo in officina a verifica del tutto. La cantierizzazione ha pertanto visto una prima fase di assemblaggio dei macro elementi per la costruzione di ciascuna reticolare principale, che per le geometrie irregolari erano tutte diverse tra loro, la posa in opera delle travi principali, la costruzione delle travi e controventi secondari e da ultimo la collocazione e fissaggio della lamiera grecata e il getto di completamento.
Il tutto è stato possibile solo con mezzi di sollevamento senza ponteggi o piani di carpenteria temporanei intermedi. “Ovviamente una delle difficoltà maggiori è stata quella di riprodurre in opera le esatte posizioni, tutte diverse tra loro, delle quote di appoggio, di collegamento delle travi reticolari con la struttura in c.a.” ha rilevato l’arch. Signorini.

Team Studio Signorini Associati.

Chi ha fatto Cosa

Progetto architettonico: architetti Signorini Associati, arch. Bruno Signorini, Perugia
Consulente tecnico parrocchia: ing. Roberto Marsili
Progetto strutturale: ing. Ricardo Vetturini, Foligno (Pg)
Progetto impiantistico: ing. Gaetano Rocco, Ancona
Impresa esecutrice: Novatecno srl, San Martino in Campo (Pg)
Impianti elettrici: Sila di Sierini Enrico, Resina (Pg)
Impianti meccanici: Ce Elettronic srl, Assisi (Pg)
Opere da fabbro: Lafap srl carpenteria e serramenti, Montefalco (Pg)
Impianti di amplificazione: Fp snc di Ferroni e Perrozzi, Perugia
Panche: Caloi Industria srl, San Vendemiano (Tv)
Foto: Francesco Signorini

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