Ance Torino | Le priorità del comparto

Cherio: «edilizia in… terapia intensiva»

Così il presidente del Collegio Costruttori Edili ha definito la situazione delle costruzioni su tutto il territorio di Torino e provincia manifestando disponibilità nei confronti di un Governo che ha, finalmente, iniziato a prendere in considerazione alcune delle richieste provenienti dal comparto.

A Torino città e provincia, dall’inizio della crisi nel 2008 a oggi, 34mila lavoratori hanno perso il lavoro nella filiera delle costruzioni: sono state coinvolti imprese, artigiani, i settori industriali, il commercio, la distribuzione.

Una situazione difficile che sta continuando ora tant’è che nei primi 6 mesi di quest’anno, per quanto concerne le opere pubbliche, sono stati pubblicati bandi per un importo pari a 110 milioni di euro, 105 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2012, con una riduzione del 49%.
È crisi soprattutto nel segmento abitativo: nei primi 3 mesi dell’anno il comune ha rilasciato un numero inferiore di permessi di costruire rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una contrazione del 9% della superficie utile.
Facendo un bilancio degli ultimi 5 anni, il Collegio dei costruttori edili di Torino (in città e sul territorio provinciale rappresenta 400 imprese con un volume di affari complessivo annuo superiore a 2 miliardi) ha quantificato che gli investimenti in costruzioni si sono ridotti del 29%, passando dai 5,2 miliardi di euro del 2008 ai 3,7 previsti nel 2013.

 Il malessere dei costruttori

Alessandro Cherio, presidente dei costruttori di Torino e provincia.

«Un tema che affligge molte nostre imprese è quello del credito. Abbiamo imprese che continuano a segnalarci richieste da parte degli istituti bancari di sempre maggiori garanzie, allungamento dei tempi d’istruttoria, problemi nell’accollo dei mutui, variazioni contrattuali dei finanziamenti, richieste di rientro senza apparenti ragioni, rifiuto di perfezionare il finanziamento su operazioni iniziate da tempo sulle quali l’impresa ha già investito. Le banche in questo modo ci hanno tradito, privilegiando la rendita finanziaria al finanziamento dell’economia reale”.
Esplicito Cherio, presidente dei costruttori torinesi, nel manifestare il malessere dei costruttori associati di fronte a una realtà che continua a vedere il mondo imprenditoriale e delle professioni, senza distinzione di sorta, afflitto da situazioni che rischiano di divenire croniche.
E a supporto di quanto ha asserito Cherio vi è la rilevazione della Bce che ha messo in evidenza come le condizioni per l’erogazione di finanziamenti applicate dalle banche italiane siano tra le più rigide tra i 17 paesi aderenti. Dal confronto con gli altri settori economici emerge che, a livello nazionale, le costruzioni hanno subito la maggiore restrizione: nel periodo 2007-2012, i mutui per investimenti nell’abitativo sono diminuiti di quasi il 46% e nel non residenziale di oltre il 60%, mentre il flusso di finanziamenti per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie si è ridotto del 58%.

Inversione di tendenza
«Per comprendere le difficoltà è sufficiente pensare che per erogare il primo stato d’avanzamento relativo ai lavori per i quali l’impresa ha già sottoscritto il mutuo, le principali banche con le quali operiamo richiedono una quota di compromessi già stipulati pari al 25% del valore dell’iniziativa, rendendo praticamente impossibile incassare le somme preventivate e necessarie, determinando gravi difficoltà economiche alle imprese» ha asserito il presidente dei costruttori dando un’autentica iniezione di fiducia agli associati quando si è espresso sui comportamenti del nuovo Governo che «ha iniziato a prendere in considerazione alcune delle richieste provenienti dal nostro comparto» e sulle possibilità di miglioramento che possono emergere dal Decreto del Fare, contenente proprio delle specifiche richieste delle quali l’Ance si era fatto portavoce da tempo. «L’allentamento del Patto di stabilità ha messo a disposizione un importo di 168,7 milioni di euro per la provincia di Torino, cui si aggiungono altri 270 milioni della Cassa Depositi e Prestiti. Ci risulta che gli enti locali con soldi in cassa abbiano provveduto a pagare, mentre il meccanismo di erogazione delle anticipazioni da parte della Cassa depositi e prestiti non sia stato ancora completato. Stimiamo quindi che la metà dei pagamenti previsti dal decreto non siano stati ancora corrisposti. Tra gli interventi che chiediamo al legislatore – ha ulteriormente evidenziato Cherio – ci sono l’eliminazione del principio della responsabilità solidale sull’Irpef dei subappaltatori, un onere burocratico ed economico che grava sulle imprese per inadempienze per le quali non hanno alcuna possibilità di controllo, controllo che invece dovrebbe essere una responsabilità dello Stato, insieme alla proroga dei termini dei permessi di costruire e delle convenzioni edilizie, e alla semplificazione del trasferimento senza vincolo pertinenziale dei parcheggi realizzati su aree comunali. Inoltre siamo a riconfermare la richiesta di una revisione complessiva della fiscalità immobiliare ed in particolare l’eliminazione dell’Imu sull’invenduto».

Edilizia residenziale – permessi di costruire del Comune di Torino: superficie utile abitabile in mq.
Bandi per opere pubbliche in provincia di Torino (in milioni di euro).

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