Regione Veneto | Territorio

Contenimento del consumo di suolo: varata la nuova legge del Veneto

La quantità massima del consumo di suolo ammesso nel territorio regionale sarà sottoposta a revisione almeno quinquennale. Particolare rilievo rivestono le previsioni tese alla riqualificazione edilizia e alla rigenerazione urbana.
Cristiano Corazzari | Assessore territorio Regione Veneto.

«Con la nuova legge sul contenimento di suolo la Regione Veneto promuove un processo di revisione sostanziale della disciplina urbanistica che, oggi, deve essere ispirata ad una nuova coscienza delle risorse territoriali ed ambientali.

In particolare la nuova disciplina mira a ridurre progressivamente il consumo di suolo non ancora urbanizzato, in coerenza con l’obiettivo europeo di azzerarlo entro il 2050». Così l’assessore regionale al territorio, Cristiano Corazzari, a conclusione del dibattito in consiglio regionale che ha portato all’approvazione della normativa sul contenimento del consumo di suolo spiegando che «la nuova legge regionale stabilisce che l’obiettivo del contenimento di consumo di suolo sarà gradualmente raggiunto nel corso del tempo e sarà soggetto a programmazione regionale e comunale».

Nello specifico la giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare, stabilirà la quantità massima di consumo di suolo ammesso nel territorio regionale nel periodo preso a riferimento e la sua ripartizione per ambiti comunali o sovracomunali omogenei, sulla base delle specificità territoriali e delle informazioni fornite dai comuni.

La quantità massima del consumo di suolo ammesso nel territorio regionale sarà sottoposta a revisione almeno quinquennale. I comuni approveranno la variante di adeguamento dello strumento urbanistico generale al provvedimento di giunta regionale.

Particolare rilievo nell’impianto normativo della legge rivestono le previsioni volte alla riqualificazione edilizia ed ambientale e alla rigenerazione urbana, che indicano forme ed azioni quali la demolizione di opere incongrue o di elementi di degrado, il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e lo sviluppo di tipologie edilizie urbane a basso impatto energetico e ambientale. A tal scopo viene istituito uno specifico fondo regionale.

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