Strumenti di gestione | Approccio multidisciplinare strategico

Dal disegno al modello di cantiere

I contenuti della progettazione si sono spinti attraverso modelli tridimensionali sempre più dettagliati, verso una realtà virtuale sempre più prossima alla realtà. Anche il cantiere, architettura-struttura-impianti, non è escluso da questo periodo di trasformazione.
L'autore | Ing. Mauro De Luca Picione Dottore di Ricerca in ingegneria edile, libero professionista e docente a contratto, Università degli Studi della Basilicata.
L’autore | Ing. Mauro De Luca Picione
Dottore di Ricerca in ingegneria edile, libero professionista e docente a contratto, Università degli Studi della Basilicata.

L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha portato un radicale cambiamento nei processi di elaborazione dei progetti. Il concetto di progettazione integrata, solo spesso teorizzato, è diventato, seppur non ancora percepito e adottato da tutti i professionisti e dalle imprese del settore, una realtà consolidata, soprattutto nella gestione delle commesse di maggiore rilevanza economica. I contenuti della progettazione si sono spinti, anche grazie a direttive europee e nazionali come quelle sul risparmio energetico, attraverso modelli tridimensionali sempre più dettagliati, verso una realtà virtuale sempre più prossima alla realtà. Anche il cantiere, inteso come ampliamento del più classico approccio integrato al progetto, architettura-struttura-impianti, non è escluso da questo periodo di trasformazione. Anzi, è quello che, probabilmente, viene maggiormente coinvolto e che ha necessità di colmare un distacco metodologico, culturale e tecnologico rispetto agli altri settori della progettazione.

L'autore | Ing. Vittorio Mottola Laureato in ingegneria edile, libero professionista e imprenditore edile, consulente software tecnico.
L’autore | Ing. Vittorio Mottola
Laureato in ingegneria edile, libero professionista e imprenditore edile, consulente software tecnico.

Se è vero, infatti, che la qualità del prodotto progettato non può essere messa in discussione, questa stessa qualità si deve trasformare in prodotto finito proprio all’interno di uno stabilimento produttivo del tutto singolare: il cantiere. È qui, infatti, che quelle attenzioni e prescrizioni progettuali, i risultati dell’attività di ricerca formale e sostanziale, divengono procedure e sequenze operative volte a trasformare il progetto in oggetto.
Tale trasformazione non può avvenire in maniera corretta se il sistema produttivo non è rigorosamente progettato in un unico ambiente logico, assieme all’oggetto della produzione, all’interno del sito di trasformazione. E perché il sistema produttivo possa essere efficace e efficiente lo stesso deve essere «disegnato» e descritto alla stregua di ogni altro luogo di lavoro. Tradizionalmente, soprattutto in Italia, la fase esecutiva non ha mai ricevuto quelle attenzioni e quel riconoscimento formale che altri settori produttivi vedono riconosciuti nei propri stabilimenti industriali. Le conseguenze di queste carenze sono evidenti andando ad analizzare le statistiche di quelli che sono gli infortuni sul lavoro, l’analisi dei contenuti dei contenziosi, i costi conseguenti una gestione non idonea delle risorse, i maggiori costi derivanti da varianti e da tempi di consegna non rispettati. Troppe volte, infatti, le statistiche evidenziano come la mancata, non sufficiente o non corretta organizzazione del cantiere sia alla base delle condizioni di pericolo o di non efficienza.

Bim

Il periodo storico di crisi in corso ha accentuato ulteriormente la necessità, tra le altre cose, proprio di un’attenzione all’ottimizzazione delle risorse in gioco. È evidente, quindi, come il cantiere sia il luogo fisico in cui la multidisciplinarià della progettazione si scontra con la realtà dell’esecuzione, con i problemi di tipo tecnico, con le sovrapposizioni spaziali e con quelle temporali, con un’analisi gestionale e finanziaria. Ne consegue, dunque, che il cantiere è un luogo complesso che necessita di un approccio progettuale multidisciplinare strategico. Anche la normativa, negli ultimi anni, si è mossa nella direzione di un riconoscimento del sistema cantiere e della necessità di un suo progetto.

Il progetto del cantiere e la normativa. Dal punto di vista legislativo la progettazione del cantiere, e in generale della struttura ergotecnica di produzione, ha assunto un ruolo strategico dopo l’entrata in vigore di due strumenti normativi: il dlgs 9 aprile 2008 n.81, Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, e il dpr n.207 del 5 ottobre 2010, regolamento dei contratti pubblici. I due testi di legge riportano, tra le altre cose, da un lato come il progetto del cantiere e della fase esecutiva debbano iniziare contestualmente alla progettazione dell’oggetto da realizzare e, dall’altro, quali siano i contenuti minimi in tema di progetto ergonomico nei differenti livelli della progettazione e in fase esecutiva. In entrambi sono riportate indicazioni per la definizione del progetto del cantiere: il progetto deve essere in grado di soddisfare le esigenze tecnico-operative in tema di ergotecnica, di pianificazione e coordinamento dei lavori in ordine alle misure di sicurezza e di tutela della salute dei lavoratori. Se si analizza sul tema il Testo Unico, dlgs 81/08, emerge che l’obbligo progettuale è inteso risolto nella redazione di una planimetria e una serie di elaborati grafici sui temi specifici della sicurezza non meglio definiti; un tema, quindi, squisitamente progettuale della composizione di detti elaborati e non di quali possano essere i criteri per progettare il cantiere. Altro aspetto cardine dell’argomento è quello legato alla continua modificazione del sito produttivo nel tempo; vi è, infatti, la necessità di aggiornare la struttura produttiva a seguito dell’avanzamento dei lavori, delle variazioni che si sviluppano nel periodo di esecuzione dell’intervento stesso.

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Per quanto attiene la planimetria del cantiere, meglio definita come layout di cantiere, un riferimento interessante, seppure redatto alcuni anni fa, è la norma Uni 10756; questa riporta una rappresentazione grafica tipo quale esempio di un piano generale di cantiere per un intervento edilizio di nuova realizzazione evidenziando, in 2D, criteri di composizione degli spazi e necessità logistiche standard. La norma, pur non fornendo indicazioni su un numero preciso di elaborati da produrre, fornisce indicazioni in merito ai contenuti degli elaborati stessi e, volendo creare un parallelo con il cronologicamente successivo Testo Unico sulla sicurezza, declina il tema della planimetria trasformandola in «Piano generale di cantiere».

Si supera il tema del disegno per entrare nel tema del modello: è l’insieme strutturato di indicazioni e prescrizioni che definiscono l’assetto logistico e organizzativo del cantiere in funzione delle esigenze di risorse conseguenti la programmazione operativa dell’intervento. È da sottolineare che il piano generale di cantiere, secondo la norma Uni, si presenta sotto forma di uno o più elaborati grafici ognuno dei quali rappresenta il particolare assetto logistico distributivo variabile nel tempo in funzione della programmazione operativa-temporale dell’intervento. Molto interessante, inoltre, è riportare la presenza sempre più significativa, nei bandi per la realizzazione di opere pubbliche, di punteggi legati all’organizzazione del cantiere e alla minimizzazione dell’impatto dello stesso con l’ambiente esterno. Il tema ha, quindi, sempre più anche un significativo aspetto strategico in termini di opportunità e obblighi non solo per i professionisti ma anche per le imprese.

Il metodo Bim per il progetto del cantiere. Definito il campo di intervento è necessario affrontare il tema del metodo, ovvero di come risolvere l’esigenza del «disegno» del cantiere in termini di chiarezza ed efficacia. Lo sviluppo e il successo della tecnologia basata sul concetto di Building Information Modeling negli ultimi tempi è stato supportato dalla caratteristica della stessa tecnologia di permettere una relazione digitale tra le caratteristiche geometriche, quelle funzionali e temporali degli elementi costituenti l’edificio. Il modello Bim, contenendo le informazioni di tutti gli elementi e operando direttamente in 3D, permette l’implementazione di un modello condiviso di progetto dal quale estrapolare tutte le viste richieste. La descritta potenzialità risulta essere strategica per la progettazione e la rappresentazione del cantiere. La realizzazione di un modello che include il processo costruttivo e consente di affrontare il tema del cantiere permette di creare uno spazio digitale unico condiviso tra i differenti attori dove investigare le differenti soluzioni e previsualizzare le fasi dei lavori. Se, quindi, la tecnologia basata sul Bim risulta essere una valida opportunità operativa, emerge la necessità di definire i criteri per la determinazione del numero e della tipologia delle rappresentazioni grafiche sui temi specifici del cantiere.

Il modello multidimensionale dinamico di cantiere. Appare evidente come la tecnologia, seguendo le leggi del libero mercato, si evolva molto più rapidamente di quanto riesca a fare la normativa, offrendo ai professionisti e alle imprese soluzioni in grado, spesso, di colmare lacune procedurali e di contenuti cui, in teoria, dovrebbe rispondere la normativa stessa. Sfruttare al meglio le potenzialità dell’architettura software basata su tecnologia votata al Building Information Modeling permette di redigere un numero pressoché illimitato di tavole o schemi operativi in grado di descrivere dettagliatamente il cantiere; risiederà nella capacità degli specialisti della materia individuarne l’uso più appropriato superando la scarna rappresentazione statica bidimensionale e approdando a un modello multidimensionale dinamico del cantiere, rappresentando, per esempio, le fasi di maggiore rischio per i lavoratori o quelle relative a complesse attività operative. È sicuramente in un direzione multidimensionale che evolverà il progetto del cantiere includendo in esso le «dimensioni» legate ai tempi, ai costi, alla sicurezza e all’utilizzo di risorse; diventerà quindi indispensabile anche adoperare innovativi e più idonei strumenti descrittivi/informativi multidimensionali.

In conclusione, appare evidente come una gestione complessiva di una commessa non possa prescindere da una valutazione globale di tutte le tematiche che portano un’idea progettuale a un’opera finita e, quindi, da un progetto del cantiere. L’adempimento normativo, per l’offerta tecnologica in campo, diventa, perciò, mero passo procedurale di un iter burocratico da rispettare. Di contro, il modello multidisciplinare e multidimensionale che siamo oggi in grado di realizzare permette, per sua stessa intrinseca natura, di oltrepassare le prescrizioni normative minime garantendo così un approccio strategico a tutti i temi che un così singolare e peculiare luogo di lavoro porta con sé.

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