Ance | Risposta allo sciopero

Edilizia: per l’Ance è una priorità abbassare il costo del lavoro

Alle accuse dei manifestanti e delle rappresentanze sindacali del comparto edile in occasione dello sciopero di ieri, Paolo Buzzetti, presidente Ance ha rilanciato tra le priorità la necessità di un piano straordinario di risorse da destinare all’edilizia ed evidenziato che gli oneri sociali a carico delle imprese sono più alti di 10 punti percentuali rispetto agli altri settori industriali: uno stipendio di 1500 euro al mese ne costa all’impresa oltre 4500!

Davanti a più di 30mila manifestanti, a Milano, Roma, Palermo e Napoli, le rappresentanze sindacali di Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil nella giornata dello sciopero nazionale dell’edilizia hanno levato l’accusa ad Ance e a Coop per il mancato accordo del contratto nazionale dell’edilizia chiedendo con forza di «rendicontare il valore del lavoro e la responsabilità sociale delle imprese che operano nel settore delle costruzioni, non accettando compromessi che dequalificano l’intero comparto e danneggiano il territorio: contro la crisi occorre una nuova stagione di responsabilità sociale che tenga conto dei livelli occupazionali e allo stesso tempo del recupero del valore dell’energia e dell’ambiente». Secondo i sindacati la cosa più preoccupante è che «l’Ance ha rinunciato a svolgere il ruolo di tutela delle imprese che scommettono sulla propria capacità e sul rispetto dei lavoratori chiedendo nuova flessibilità: ci manca solo che chiedano di considerare regolare anche il caporalato e l’utilizzo di personale non qualificato».

La risposta dell’Ance
Non si è fatta attendere la risposta dell’ufficiale dell’Associazione nazione dei costruttori edili che per bocca del presidente nazionale Paolo Buzzetti ha espresso comprensione per lo sconforto dei lavoratori del comparto edile, riconfermando le linee guida e le richieste dell’Ance.
«E ora che il governo accetti la nostra proposta di rivedere il sistema di contribuzione dell’edilizia che è il più caro in assoluto e non garantisce stipendi adeguati ai nostri lavoratori. Il settore è allo stremo: i sindacati sanno bene che le imprese chiudono a decine ogni giorno e assieme a loro stiamo cercando di gestire questa crisi epocale con ogni strumento a disposizione, facendo ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali e in estrema ratio alle inevitabili procedure di licenziamento. In questa situazione, dunque, e senza un piano straordinario di risorse da destinare all’edilizia, non si può chiedere molto di più alle imprese che tentano di sopravvivere».
Così Buzzetti spiegando che di cose da fare per far riprendere il mercato e risolvere il problema occupazionale ve ne sono ancora molte: iniziando col rivedere l’assurdo sistema di contribuzione che fa sì che le imprese non riescano più a sostenere costi così alti a fronte di stipendi così bassi e chiedendo di abbassare i 10 punti in più di oneri mettendoli nelle tasche dei lavoratori. Tra le strategie elencate dai vertici dell’Ance vi è la necessità di «evitare e smettere di penalizzare la casa con un sistema fiscale iniquo e in continuo cambiamento e promuoviamo tutti insieme il nuovo accordo Abi e Cdp per far ripartire i mutui alle famiglie, di cui ancora troppo poco si parla. Sul fronte delle opere pubbliche poi – ha concluso Buzzetti – non smetterò mai di ricordare l’urgenza di un piano per la difesa del territorio e la messa in sicurezza delle scuole. Sono interventi necessari per il Paese e fondamentali per far ripartire l’economia».

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