Demolizione | Ricostruzione

Grande lucernario come segno di modernità

Nel comune di Cermenate l’intervento, curato dall’arch. Enzo Ranieri e dallo Studio Associato Matris Engineering riuniti in Rtp, si è inserito perfettamente nella storia urbanistica e architettonica del contesto cittadino rispettando le volumetrie esistenti e utilizzando materiali provenienti dalla tradizione locale, senza negare la modernità e le nuove esigenze funzionali. Mantenute le pareti perimetrali dei primi due livelli e rispettato il disegno dei prospetti in un rapporto tra pieni e vuoti equilibrato dove la parti in muratura hanno conservato una certa consistenza.

L’edificio si trova nel Comune di Cermenate (in provincia di Como), era abbandonato da anni e in uno stato di evidente degrado, non presentava caratteristiche architettoniche interessanti sia complessivamente, sia nei singoli elementi di dettaglio.
È stata quindi scartata l’ipotesi di restauro filologico e proposta una demolizione parziale con una ricostruzione rispettosa dei volumi esistenti.
La nuova biblioteca s’inserisce correttamente nel contesto urbanistico e architettonico circostante proponendo l’utilizzo di materiali provenienti prevalentemente dalle tradizioni locali.

L’edificio preesistente ai lavori di ristrutturazione versava in precarie condizioni statiche assolutamente non compatibili con gli obiettivi di trasformazione a uso biblioteca.
L’edificio preesistente ai lavori di ristrutturazione versava in precarie condizioni statiche assolutamente non compatibili con gli obiettivi di trasformazione a uso biblioteca.

La proposta progettuale, elaborata in stretto rapporto con l’amministrazione comunale, concretizza, in termini spaziali, le esigenze emerse e gli aspetti funzionali di una biblioteca adatta alla realtà specifica del comune di Cermenate, ma aperta a sviluppi successivi anche in relazione al sistema bibliotecario della Brianza Comasca.
Come è noto uno dei problemi urbanistici fondamentali della realtà contemporanea è rappresentato dalla mancanza di elementi forti di centralità, di luoghi riconoscibili, socializzanti, nei quali gli abitanti possano riconoscersi e identificarsi. Questo problema è più avvertito nel caso delle realtà periferiche delle grandi città e nei piccoli comuni.

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La scelta di localizzare la biblioteca comunale all’interno di un tessuto urbano già dotato di altre funzioni collettive importanti quali la sede comunale, gli uffici tecnici e un edificio scolastico, contribuisce a rafforzare la polarità della zona e la sua capacità di definirsi come luogo centrale, in particolare con il recupero del cortile (la sistemazione del quale è stata rimandata a una fase successiva per mancanza di risorse finanziarie), che potrebbe così diventare una piazza pedonale in continuità con il parco pubblico esistente.

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La biblioteca non è stata considerata un semplice «contenitore di libri», ma uno strumento importante per la conservazione della memoria storica locale e universale e per la trasmissione del sapere da una generazione all’altra. Al suo interno non devono esserci solo libri, ma anche diversi tipi di materiali che hanno tutti uno stesso denominatore: contengono e quindi trasmettono idee, conoscenza, distribuiscono informazione.

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Il progetto. Il luogo biblioteca oggi denuncia una perdita d’identità legata non solo all’innovazione tecnologica, ma a un’eredità ottocentesca di cui ancora non riesce a liberarsi e che la vincola sempre più all’immagine di contenitore statico e la rende inadatta a soddisfare le richieste della società.
Occorre introdurre profonde modificazioni nelle tipologie delle biblioteche: alle nuove esigenze si deve rispondere con un miglioramento della qualità del servizio rendendo la biblioteca luogo di ricostruzione del passato e riflessione sul futuro; la biblioteca deve riconquistare il ruolo, che è andata perdendo nel corso degli anni, di tipo edilizio inserito in un sistema più vasto di attrezzature collettive.

Demolizioni.
Demolizioni.

L’obiettivo del progetto è stato quello di adeguarsi cercando di precorrere le trasformazioni in atto dei sistemi bibliotecari progettando spazi luminosi facendo ricorso il più possibile all’illuminazione naturale, ambienti ampi e «allegri» adeguati a utenti di tutte le fasce di età.
Pur non avendo potuto proporre soluzioni per la produzione energetica da fonti alternative quali i pannelli solari, per i vincoli posti dalla Soprintendenza e per la difficoltà di realizzare economie di scala, sono state operate scelte progettuali che consentissero di contenere le dispersioni termiche e realizzare condizioni ambientali ottimali.

Demolizioni.
Demolizioni.

L’ubicazione. L’edificio è collocato all’interno dell’isolato che costituiva il complesso di Villa Clerici, la cui costruzione è iniziata nei primi anni del ‘700, che comprendeva gli edifici padronali, gli edifici accessori della villa e quelli riservati all’attività agricola.
Nel ‘900 il complesso fu trasformato dai padri Scalabrini in seminario; il drastico cambio di destinazione comportò nuovi lavori di adattamento e di ristrutturazione, oltre a quelli effettuati nei due secoli precedenti, lavori realizzati già in parte nel 1940, ma in forma più consistente negli anni 1952-3. L’unico edificio che ha conservato gran parte delle sue caratteristiche storiche è la villa padronale, il cui restauro è terminato nel 2000.

Per le fondazioni sono state eseguite sottomurazioni per tratti a campione in corrispondenza delle murature esistenti da conservare, e create nuove fondazioni dirette in c.a.o. (travi continue al piede delle pilastrate in acciaio; plinti al piede di alcuni pilastri interni all’edificio; platea al piede del vano scala/ascensore). I solai a volta esistenti e di copertura dei vani interrati sono stati consolidati realizzando nuove cappe armate all’estradosso delle volte, collaboranti con la tessitura in laterizio a mezzo di opportuni connettori metallici, previo svuotamento dei detriti già depositati come riempimento nella parte superiore. I solai di piano sono stati progettati con utilizzo di lastre tipo predalles e/o solette piene in c.a. aventi spessori variabili tra 25 e 30 cm in relazione all’entità dei carichi agenti.
Per le fondazioni sono state eseguite sottomurazioni per tratti a campione in corrispondenza delle murature esistenti da conservare, e create nuove fondazioni dirette in c.a.o. (travi continue al piede delle pilastrate in acciaio; plinti al piede di alcuni pilastri interni all’edificio; platea al piede del vano scala/ascensore).

L’edificio era abbandonato da anni e versava in uno stato di evidente degrado, non presentava caratteristiche architettoniche complessive, né singoli elementi di particolare interesse, il suo significato positivo è a livello micro – urbanistico nel contribuire a definire la quinta stradale e il cortile interno.
A partire da queste considerazioni e in riferimento alle nuove funzioni da insediare è stata scartata un’ipotesi di restauro filologico e proposta una demolizione parziale con ricostruzione rispettosa dei volumi esistenti. L’intervento s’inserisce correttamente nella storia urbanistica e architettonica di Cermenate rispettando le volumetrie esistenti e utilizzando materiali provenienti prevalentemente dalle tradizioni locali, senza negare la modernità e le nuove esigenze funzionali.

 I solai a volta esistenti e di copertura dei vani interrati sono stati consolidati realizzando nuove cappe armate all’estradosso delle volte, collaboranti con la tessitura in laterizio a mezzo di opportuni connettori metallici, previo svuotamento dei detriti già depositati come riempimento nella parte superiore. I solai di piano sono stati progettati con utilizzo di lastre tipo predalles e/o solette piene in c.a. aventi spessori variabili tra 25 e 30 cm in relazione all’entità dei carichi agenti.
I solai a volta esistenti e di copertura dei vani interrati sono stati consolidati realizzando nuove cappe armate all’estradosso delle volte, collaboranti con la tessitura in laterizio a mezzo di opportuni connettori metallici, previo svuotamento dei detriti già depositati come riempimento nella parte superiore.

La Soprintendenza, dopo un lungo confronto, ha condiviso le scelte progettuali ponendo come vincolo il solo mantenimento delle pareti perimetrali dei primi due livelli della parte dell’edificio in condizioni migliori di conservazione e di rispettare nel disegno dei prospetti un rapporto tra pieni e vuoti equilibrato dove la parti in muratura conservassero una certa consistenza.
La nuova biblioteca si sviluppa su tre piani fuori terra, mantiene inalterata la volumetria dell’edificio precedente, limitandosi esternamente a un riordino delle aperture, mentre per quanto riguarda l’interno, si è attuato un ridisegno più radicale degli spazi, legato alla nuova destinazione d’uso. Coniuga elementi appartenenti alla tradizione locale con altri decisamente più moderni e più vicini alle esigenze funzionali legate alla nuova destinazione.

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I solai di piano sono stati progettati con utilizzo di lastre tipo predalles e/o solette piene in c.a. aventi spessori variabili tra 25 e 30 cm in relazione all’entità dei carichi agenti.

L’elemento che più caratterizza il progetto e ne sottolinea la modernità è il grande lucernario che taglia l’edificio anche in copertura.
Nel prospetto sul cortile sono state conservate le ampie arcate esistenti per segnare una continuità nella memoria storica del luogo: il porticato diventa così un vero e proprio androne d’ingresso in asse con l’arcata di accesso su via Scalabrini, anche quest’ultima ripristinata ed enfatizzata con una cornice in cemento decorativo in graniglia di granito bianco di Montorfano.
Nel prospetto su strada è stato introdotto un portico simile a quello già esistente sul cortile, contenendo le aperture per non stravolgere il rapporto tra pieni e vuoti dell’edificio precedente, questo porticato consente di realizzare un percorso pedonale alternativo a quello su strada, problematico per le ridotte dimensioni della strada stessa, e a livello compositivo introduce un elemento tridimensionale nella bidimensionalità della facciata.

A piano terra e a piano interrato sono stati realizzati alcuni pilastri in c.a.o. a sostegno di un solo livello di solaio. Le travature principali di piano sono state realizzate con travi di tipo misto acciaio-calcestruzzo, per la cui formazione è stato necessario inserire all’estradosso idonei connettori a piolo Φ12 a passo variabile; le unioni tra travature e pilastrature in acciaio sono di tipo bullonato al fine di facilitarne il montaggio in cantiere.
A piano terra e a piano interrato sono stati realizzati alcuni pilastri in c.a.o. a sostegno di un solo livello di solaio. Le travature principali di piano sono state realizzate con travi di tipo misto acciaio-calcestruzzo, per la cui formazione è stato necessario inserire all’estradosso idonei connettori a piolo Φ12 a passo variabile; le unioni tra travature e pilastrature in acciaio sono di tipo bullonato al fine di facilitarne il montaggio in cantiere.

Le finestre, che sono state aumentate per consentire un’adeguata illuminazione della biblioteca, sono singolarmente di dimensioni contenute e la loro posizione è simmetrica rispetto al portici sottostanti.
I due prospetti sono caratterizzati da una grande vetrata sporgente (bow–window) che taglia l’edificio anche in copertura: essa esprime un segnale simbolico che sottolinea la nuova funzione introdotta nell’edificio e contemporaneamente segna la modernità dell’intervento, all’interno migliora la luminosità dei locali, rompe la monotonia del grande spazio rettangolare, sul lato del cortile, consente di realizzare una piccola serra, che porta una nota di verde all’interno dell’edificio.

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All’interno una grande scala circolare racchiusa da una parete curva in cristallo, con il vano ascensore centrale, collega gli spazi della biblioteca, creando una continuità tra i diversi piani, unitamente alle aperture realizzate tra il primo e il secondo piano, in corrispondenza del bow-window.
Se da un lato il porticato costituisce un filtro verso la strada, dall’altro il segno forte del bow-window e, appena varcato l’ingresso, dell’ampia parete vetrata circolare in cristallo della scala, sottolineano l’importanza delle funzioni contenute nell’edificio, aprendolo all’intorno e rafforzandone il valore collettivo e pubblico.

Nella parte centrale interna dell’edificio è stato realizzato un nuovo nucleo in c.a.o. a sezione circolare utile per ospitare la scala elicoidale e l’ascensore di collegamento verticale ai vari piani.
Nella parte centrale interna dell’edificio è stato realizzato un nuovo nucleo in c.a.o. a sezione circolare utile per ospitare la scala elicoidale e l’ascensore di collegamento verticale ai vari piani.

Funzioni e caratteristiche interne. All’interno la grande scala circolare con il vano ascensore centrale in c.a. a vista e specchiature in cristallo, contribuiscono a creare una continuità spaziale tra i diversi piani, unitamente alle aperture previste tra il primo e il secondo piano in corrispondenza della serra e del bow-window. Le quote dei solai vengono modificate per avere a ogni piano un’altezza superiore ai 3 metri.

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Il piano interrato ampliato rispetto all’esistente con la formazione di un locale sottostante alla parte di edificio demolita e ricostruita, dove è prevista una scala di accesso interna, e con il recupero dei locali esistenti, attualmente raggiungibili da una piccola scala esterna. I locali sono destinati a depositi e spogliatoi dei Vigili Urbani, sono aerati attraverso intercapedini poste sul lato della strada e del cortile, garantendo un riscontro d’aria; inoltre sono dotati di vespaio aerato.

Al piano terra è situato l’ingresso alla biblioteca con la scala circolare chiusa da un parete curva in cristallo; gli altri locali sono destinati all’ufficio protocollo, all’ufficio di rapporti con il pubblico e ai Vigili Urbani.

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Al piano primo si sviluppa la parte centrale della biblioteca: in prossimità del corpo scala la zona di accoglienza e prestito, consultazione generale ed emeroteca e alcune postazioni informatiche; nella zona verso la sede comunale è previsto un piccolo ampliamento degli uffici comunali e alcuni bagni, sul lato opposto la zona lettura riviste e giornali, l’ufficio della direzione, una zona adibita a salottino e mini-bar, la ludoteca dedicata ai più piccoli e un secondo gruppo di bagni.
I locali dei bagni e dei disimpegni sono stati in parte controsoffittati con una soletta portante realizzata in lamiera grecata di acciaio con getto di calcestruzzo armato spessore 12 cm per l’alloggiamento dell’impianto di deumidificazione.

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Al piano secondo tavoli per la lettura, zona lettura libri propri, postazione di controllo per il personale, zona ragazzi, video-audioteca con postazioni informatiche, un ufficio e deposito libri e dei bagni.
Dei vuoti nel solaio tra il piano primo e secondo piano, in corrispondenza dei due bow-window, consentono una piacevole comunicazione tra i due piani, permettendo la visione, anche dal primo piano, della struttura di copertura in legno lamellare lasciato a vista.
I parapetti di protezione sul bow-window e sulla serra, hanno profili tubolari in ferro, pannelli vetrati tenuti da morsetti metallici e corrimano in massello di ciliegio. Come ai piani inferiori, i locali dei bagni e dei disimpegni sono stati controsoffittati per l’alloggiamento dell’impianto di deumidificazione.

La struttura di copertura è in legno lamellare tipo Gl24h e Gl32h (per capriate, colmi, diagonali, travetti secondari) con sezioni variabili in funzione del cimento statico di competenza a ciascun elemento. I tiranti sono in acciaio sagomato verniciati con finitura tipo carrozzeria, il manto di copertura è in tegole portoghesi.
La struttura di copertura è in legno lamellare tipo Gl24h e Gl32h (per capriate, colmi, diagonali, travetti secondari) con sezioni variabili in funzione del cimento statico di competenza a ciascun elemento. I tiranti sono in acciaio sagomato verniciati con finitura tipo carrozzeria, il manto di copertura è in tegole portoghesi.

Caratteristiche tecniche
Strutture. Le indagini eseguite in sito sul fabbricato esistente sono consistite in:
– indagini geognostiche dei terreni (4 prove penetrometriche dinamiche tipo scpt e 2 sondaggi a carotaggio continuo) spinte sino alla profondità di 10 m circa da piano campagna. La relazione geologico tecnica è a firma del geologo Mario Lucini;
– scavo di saggio al piede della muratura perimetrale verso via Scalabrini per la verifica dell’assetto fondazionale esistente;
– scavi di saggio al piede di una colonna dell’arcata verso il cortile interno anch’esso per la verifica dell’assetto fondazionale esistente;
– esecuzione di saggi sulle murature portanti e sugli archi per la verifica materica in essere;
– indagini visive su tutto il corpo di fabbrica per la definizione degli assetti statici dell’esistente.

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I risultati delle indagini geognostiche hanno evidenziato per i terreni in esame:
– un primo strato molto soffice con spessore di circa 1,7 m da piano campagna costituito da terreno di riporto con scadenti proprietà geomeccaniche;
– un secondo strato costituito da ghiaie e sabbie limose da moderatamente addensato ad addensato fino alle massime profondità investigate, circa 10 m dal piano campagna, le cui proprietà meccaniche migliorano nettamente e aumentano all’aumentare della profondità investigata;
– viene evidenziata, durante le prove penetrometriche, la presenza di acqua a una quota di -3 m dal piano campagna, probabilmente dovuta a una minima circolazione superficiale. I sondaggi a carotaggio continuo hanno messo in luce acqua di falda a una profondità pari a 8,20 m da piano campagna. Il geologo Lucini ha concluso il proprio lavoro sconsigliando la costruzione di locali interrati.

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La scelta operata in fase di progetto esecutivo ha previsto la costruzione di un vano interrato (corrispondente alla porzione di edificio da ricostruire ex novo) affiancato ai locali interrati esistenti la cui quota di pavimento raggiunge la profondità di -3 m da piano campagna e non risulta siano interessati da risalite acquifere.
In fase costruttiva sono stati eseguiti scavi in profondità atti per escludere in modo definitivo la presenza di acqua a livelli superficiali potenzialmente dannosi con le opere.

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I risultati delle indagini conoscitive hanno quindi evidenziato che:
– le murature di perimetro poggiano sul terreno sottostante senza alcun tipo di fondazione ma con semplice affondamento dello spessore murario per una profondità di circa 0,6 – 0,8 m rispetto al piano stradale;
– le medesime murature hanno una matrice costituita da mattoni in laterizio e pietrame in cui il legante è in diversi punti molto friabile con deboli proprietà meccaniche resistenti; si nota un diffuso fenomeno fessurativo che però non appare penetrare in profondità negli spessori murari;
– le colonne di sostegno delle arcate presentano plinti in calcestruzzo probabilmente realizzati con un successivo intervento di consolidamento dopo l’edificazione originaria;
– il solaio di copertura è realizzato con un solaio in laterocemento a «volta» e tiranti interni a vista nei locali all’ultimo piano.

I due prospetti sono caratterizzati da una grande vetrata sporgente (bow–window) che taglia l’edificio anche in copertura. Il serramento del bow-window centrale presenta profili in acciaio zincato.
I due prospetti sono caratterizzati da una grande vetrata sporgente (bow–window) che taglia l’edificio anche in copertura. Il serramento del bow-window centrale presenta profili in acciaio zincato.

Il recupero dell’edificio esistente ha comportato una diversa ridistribuzione degli spazi interni e la modifica dei piani di calpestìo, la formazione di nuove e più ampie aperture finestrate lungo le pareti portanti perimetrali. I collegamenti verticali sono stati assicurati da un nuovo vano scala/ascensore con struttura in c.a. ubicato in posizione planimetricamente baricentrica.
Viste le carenze strutturali degli elementi portanti esistenti (mancanza di un assetto fondazionale propriamente detto; debolezza generale delle murature in elevazione amplificata dalla necessità di eseguire nuove aperture), vista la nuova destinazione d’uso che ha imposto sovraccarichi utili molto gravosi e che hanno reso di fatto inutilizzabili i solai di piano esistenti (sebbene già di fattura laterocementizia), considerato che la nuova normativa per edifici di tale importanza impone verifiche statiche anche sotto l’azione di eventi sismici, è stata adottata una soluzione che ha previsto l’abbandono dell’uso portante delle murature perimetrali esistenti affidando tale funzione a una nuova struttura principale metallica intelaiata e da nuovi solai piani d’impalcato laterocementizi con travi portanti a struttura mista in acciaio-calcestruzzo. Tale struttura metallica ha consentito anche di ancorare, in fase di esecuzione, le pareti perimetrali da conservare consentendo di evitare la realizzazione di ponteggi strutturali con un notevole risparmio economico.

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La struttura a telaio così costituita ha assolto alle seguenti funzioni:
– funzione di trasferimento dei carichi al suolo
– irrigidimento e sostegno delle murature in elevazione esistenti mediante connessione con elementi metallici «inchiavardati» completamente annegati negli spessori d’intonaco di facciata.

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I vantaggi di tale scelta possono essere così riassunti:
– utilizzo di nuovi elementi portanti snelli che minimizzano il «disturbo» alle murature esistenti;
– estrema flessibilità d’inserimento nel lay-out distributivo dei profili progettati semplicemente «addossati» lungo le pareti esterne lasciando ampia possibilità di variare – anche nel tempo – le soluzioni di arredo interno (caratteristica importante per una struttura polivalente a servizio di un comune di piccole dimensioni).

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L’assetto fondazione è stato realizzato con travi continue rovesce in c.a. lungo gli allineamenti delle pilastrate metalliche e di una platea, pure in c.a., per il nuovo vano scala/ascensore. La porzione di edificio ricostruito ha una struttura portante di tipo tradizionale con fondazioni dirette sotto le murature di cantinato, pilastri in acciaio, travi in c.a. e solai di tipo laterocementizio, a eccezione di quello di calpestio del piano terra realizzato in praedalles.

Interni a lavori ultimati.
Interni a lavori ultimati.

I solai del piano terra e dell’interrato sono stati dotati di vespai aerati che impediscono la risalita dell’umidità, e dei necessari isolamenti termici; i solai intermedi sono provvisti di isolamento acustico.

La copertura dell’edificio è stata realizzata con utilizzo di travature e capriate lignee per la grossa orditura e travetti per la minore, dotata di un doppio assito con interposto isolamento e camera d’aria, il manto in tegole portoghesi poggia su listelli in legno assicurando un’ulteriore ventilazione.
Le murature di tamponamento della parte demolita e ricostruita è stata realizzata con blocchi semipieni in laterizio microporizzato con farina di legno, quest’ultimo procedimento consente di ottimizzare la traspirazione della parete, mentre la massa di laterizio (38 cm) assicura un ottimo livello d’isolamento termico e acustico, nella parte di edificio nella quale sono state mantenute le murature esistenti in mattoni pieni è stata aggiunta una controparete in mattoni forati con interposto isolamento termico.

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Materiali. La muratura conservata è stata isolata termicamente con una controparete in forati di spessore 8 cm, con interposti pannelli isolanti di spessore di 6 cm; mentre la muratura di nuova costruzione è costituita da blocchi semipieni tipo «Termofon» in laterizio microporizzato con farina di legno per uno spessore complessivo di 38 cm, adeguata all’isolamento termico e acustico.
La copertura è in legno con capriate, trave di colmo e travetti in legno lamellare, i tiranti sono in acciaio sagomato verniciati con finitura tipo carrozzeria, il manto di copertura in tegole portoghesi.
La scelta dei materiali è caratterizzata dalla riproposizione di pietre appartenenti alla tradizione locale: la pavimentazione nella zona del porticato è in lastre di beola grigia fiammata a spacco di cava di forma rettangolare, all’interno della biblioteca i pavimenti sono in klinker con fasce perimetrali in granito bianco di Montorfano, solo nella sala dedicata ai bambini si è utilizzato un pavimento in parquet.

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I serramenti sono in legno, i davanzali e le soglie in beola grigia; i serramenti dei lucernari sono in pino di Svezia con finitura esterna in alluminio, mentre per il serramento del bow-window centrale sono stati utilizzati profili in acciaio zincato. I serramenti in legno garantiscono un ottimo isolamento termico e acustico.
I serramenti dei bow – window e della grande copertura vetrata sono dotati di vetri stratificati con interposto gas inerte argon a bassa conducibilità che consentono una adeguata protezione dall’irraggiamento solare e dalle dispersioni termiche. Inoltre, per il grande lucernario di copertura è stato previsto un sistema di ventilazione (aria calda d’inverno, fredda d’estate) che migliora ulteriormente le condizioni micro-climatiche ed evita fenomeni di condensa.

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Impianti. Il sistema di riscaldamento e raffrescamento è costituito da pannelli radianti a pavimento (con liquidi circolanti a medio/basse temperature) che assicurano condizioni di benessere, evitando, inoltre, di occupare le pareti laterali con dei radiatori che impedirebbero di usare le stesse per la collocazione delle librerie; gli stessi pannelli vengono usati anche per il raffrescamento estivo integrandoli con macchine refrigeranti poste nei controsoffitti realizzati nei locali dei bagni e dei disimpegni con una soletta portante in lamiera grecata di acciaio con getto di calcestruzzo armato spessore 12cm per l’alloggiamento dell’impianto di deumidificazione.
Per l’impianto di illuminazione sono state previste, in base allo studio degli arredi, lampade a parete e a soffitto per assicurare una corretta illuminazione artificiale dei locali e in particolare delle postazioni di lettura, inoltre, considerando che, con il passare del tempo potrebbero essere modificate alcune collocazioni degli arredi, sono stati previsti dei pozzetti dove potranno essere alloggiate delle torrette alle quali collegare eventuali corpi illuminanti aggiuntivi

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arch. Enzo Ranieri
Arch. Enzo Ranieri

Sistemazioni esterne. Il progetto si estende alla definizione del cortile per avere un immagine unitaria dell’intervento, anche se in questa fase prima fase è stato stralciato dall’appalto per contenere i costi. È previsto il rifacimento della pavimentazione e nuovi collegamenti con la parte verso il parco, tali da trasformarlo in una piazza urbana. Per la pavimentazione vengono utilizzati più materiali: lastre di beola grigia fiammata.

Ing. Agostino Mauri
Ing. Agostino Mauri

Questi materiali creano continuità con la pavimentazione del porticato e si sviluppano perimetralmente alla piazza, cubetti in granito grigio alternati a fasce in ciottoli di fiume colore grigio ritmano il disegno nella parte centrale del cortile, introducendo un ulteriore materiale della tradizione locale, listelli in marmo bianco di carrara separano i diversi tipi di pavimentazione. La scalinata e il disegno della pavimentazione in prossimità della stessa, alludono all’edificio che storicamente divideva il cortile in due parti.

Ing. Luca M. Magnaghi
Ing. Luca M. Magnaghi

Una fontana, posta vicino alla scalinata evidenzia il canale ottico dell’ingresso al parco pubblico esistente, delle panchine, collocate intorno alla fontana e lungo tutta la piazza, la presenza di alcuni alberi arricchiscono ulteriormente il cortile e rendono piacevole la sosta. La sistemazione del cortile sarà oggetto di un appalto successivo.

Arch. Matteo M. Magnaghi
Arch. Matteo M. Magnaghi

Il Parco, pur non facendo parte dell’intervento, si integra ottimamente con il progetto, valorizza le altre funzioni collettive previste e viene a sua volta valorizzato dal cortile/piazza e dal percorso pedonale interno del quale costituisce il cono visivo di riferimento.

Criticità del cantiere. Particolarmente in fase di demolizione si sono dovute affrontare diverse problematiche: le due testate dell’edificio oggetto dell’intervento risultavano ancorate agli edifici esistenti con muratura in comune con gli stessi, le murature perimetrali dovevano essere conservate per un’altezza corrispondente a due piani (prescrizione della Soprintendenza), la parte interrata andava ampliata.

Arch. Maria Giorgetti
Arch. Maria Giorgetti

Si è dovuto quindi provvedere a realizzare una palificata verso l’edificio esistente lato ovest e verso strada dove andava ampliato il piano interrato; adeguatamente consolidate le murature esistenti da conservare, legate ai nuovi pilastri metallici e realizzate opere di sottofondazione; la struttura dei solai esistenti (parte con travi in legno, parte in latero-cemento) è stata tagliata per staccarla dagli edifici esistenti prima di procedere alla demolizione.

Arch. Nicoletta Radice
Arch. Nicoletta Radice

Per il primo solaio di calpestio sono state utilizzate lastre prefabbricate in calcestruzzo alleggerito (praedalles) meno soggette a degrado per umidità e sbalzi di temperatura, rispetto ai solai in latero-cemento utilizzati per i piani superiori. Al di sotto del solaio del piano terra è stato realizzato un vespaio aerato e un cunicolo tecnologico (ispezionabile) per le dorsali degli impianti dalle quali partono gli stacchi delle colonne verticali.

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Chi ha fatto Cosa
Progettazione architettonica arch. Enzo Ranieri e Studio Associato Matris Engineering riuniti in Rtp, ing. Agostino Mauri, ing. Luca M. Magnaghi, arch. Matteo M. Magnaghi
Collaboratori arch. Maria Giorgetti, arch. D. Miglietta, arch. Nicoletta Radice
Progettazione strutture Ing. Agostino Mauri
Progettazione impianti elettrici I. Umberto De Pace
Progettazione impianti meccanici I. Mirko Sutti
Responsabile del procedimento Pie Giovanni Perniola (Comune di Cermenate)
Direzione lavori arch. Enzo Ranieri, ing. Agostino Mauri
Opere edili impresa Assegnataria Co.Mer spa, Sondrio, impresa di Costruzioni Geom. Bertola Mario, Morbegno (So) (operante da 2012 per rescissione consensuale del contratto e assegnazione diretto del completamento dei lavori alle ditte subappaltatrici)
Impianti elettrici Ditta Punto Luce di Colli Enrico srl, Morbegno (So)
Impianti meccanici prima del 2012 Ditta Idraulica Ferla Multiservice srl, Credera Rubbiano (Cr), 2013-2013 Ditta Acsm Agam, Monza (Mb)
Opere da falegname Ditta Menaglio Commerciale srl Teglio (So)
Opere da fabbro Ditta Crestani srl, Teglio (So)
Opere da marmista Ditta Serpentino di Campofranscia di Gerosa & C., Castione Andevenno (So)
Opere da pittore/gessista Ditta Calini srl, Robecchetto C/I (Mi)
Opere da vetraio Ditta Vetro G srl, Cosio Valtellino (So)
Ascensore Impresa Otis Servizi srl, Cassina de Pecchi (Mi)
Portoncini ingresso Ditta Gatti srl, Berbenno di Valtellina (So)
Arredi Ditta Gonzagarredi, Gonzaga (Mn)

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