Rigenerazione edilizia | Ascoli Piceno, Palazzo Sgariglia

Housing sociale su un edificio vincolato

L’intervento realizzato nel centro storico di Ascoli Piceno ha fatto di Palazzo Sgariglia il perno di iniziative tese alla rifunzionalizzazione abitativa passando dallo stato di degrado in cui versava il complesso all’ottimizzazione del funzionamento distributivo con servizi collettivi urbani, servizi comuni alla residenza e spazi abitativi come housing sociale. Garantito il rispetto delle caratteristiche architettoniche e strutturali ed effettuata l’integrazione impiantistica. Eseguiti anche i lavori di restauro pittorico.

Palazzo Sgariglia, situato all’interno del centro storico di Ascoli Piceno in una posizione nevralgica rispetto alle polarità culturali e i servizi della città, rappresenta l’unico esempio di intervento di housing sociale in Italia su un edificio vincolato per le sue qualità storico-artistiche e architettoniche. Il progetto pertanto ha inteso rendere Palazzo Sgariglia il fulcro di iniziative nel centro storico attraverso una rifunzionalizzazione abitativa ma anche con la promozione di attività commerciali, culturali e servizi collettivi.

Facciata esterna, chiostrina interna e corte interna prima e dopo l'intervento di restauro rigenerazione e ridestinazione d’uso.
Facciata esterna, chiostrina interna e corte interna prima e dopo l’intervento di restauro rigenerazione e ridestinazione d’uso.

Palazzo Sgariglia, di proprietà comunale sino a luglio 2012, è stato conferito dal Comune di Ascoli al Fondo Immobiliare Housing Sociale Italia Centrale che ha iniziato la sua attività in seguito alla sottoscrizione “in beni” e “in denaro” dei soggetti promotori: Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, Fondazione Tercas, Fondo Fia, Comune di Ascoli Piceno, Comune di Teramo. L’intervento, in corso di realizzazione, è gestito da “Investire Immobiliare Società di Gestione del Risparmio società per azioni”.palazzo_sagariglia_2

Note storiche e analisi del degrado

Frutto della fusione di più organismi edilizi separati, il complesso fu oggetto di un’importante ristrutturazione nel 1809, in occasione della venuta ad Ascoli Piceno del vicerè Eugenio Napoleone da parte della famiglia Sgariglia. L’intervento riorganizzò completamente l’interno del complesso tramite l’inglobamento di due vicoli precedentemente aperti e la realizzazione di una nuova distribuzione verticale; le parti retrostanti sono state le più soggette a interventi recenti, con la chiusura completa verso rua Sgariglia e la congiunzione con immobili di altra proprietà e l’allungamento degli altri due corpi di fabbrica perpendicolari a Corso Mazzini.palazzo_sagariglia_3palazzo_sagariglia_4

Non sono state ritrovate tracce negli archivi e negli uffici dell’ex Genio Civile, di interventi postumi a quello menzionato, si deve aspettare il 2004 per un progetto effettuato dallo Iacp sull’ala ovest del fabbricato. I lavori però, che prevedevano il rifacimento di diversi impalcati di piano e copertura tramite solai in legno, l’eliminazione delle superfetazioni, il ripristino di volte e murature e l’inserimento di un ascensore con struttura autonoma, non sono mai terminati.

Il complesso ha strutture portanti in muratura diversa (conci sbozzati di travertino, muratura mista in mattoni e pietra, muratura in mattoni pieni e semipieni, muratura in pietrame…) ed è stato realizzato in maniera stratificata nel tempo, con evidenti aggiunte e cuciture sia in alzato sia in pianta, cosa che ha impedito una continuità lineare nella lettura del fabbricato.palazzo_sagariglia_5palazzo_sagariglia_6L’edificio presentava un’eterogeneità diffusa degli impalcati: i più antichi sono le volte in mattoni pieni dalle più svariate combinazioni (volte reali, a crociera, a botte, archi…) e alcune volte a botte in pietra su Corso Mazzini; alcuni solai antichi di piano e copertura tessuti con travi di legno (a semplice o doppia orditura, con capriate o con cassettoni affrescati); alcuni solai moderni (del già menzionato intervento dello Iacp) sia in legno (con tavolato e soletta di completamento sia in acciaio e tavelloni (con riempimento in materiale alleggerito e soletta collaborante).

Lo stato di degrado in cui riversava il complesso era dovuto a diversi fattori, primo tra tutti il disuso, quasi abbandono, della struttura rientrata in funzione, solo a tratti e mai interamente, per ospitare funzioni temporanee, in secondo luogo dissesti causa di lesioni e cedimenti. Pertanto le valutazioni tecniche sulla struttura hanno definito interventi nelle strutture di fondazione, in quelle murarie verticali, nelle strutture voltate e negli impalcati di legno.

Lo stato di degrado della copertura.
Lo stato di degrado della copertura.

Il progetto di rigenerazione

Gli obiettivi ritenuti essenziali ai fini della rigenerazione di Palazzo Sgariglia attraverso un intervento di social housing sono stati i seguenti:

  1. identificare le funzioni più idonee al contesto urbano, in relazione alla mixité sociale richiesto dalla committenza;
  2. ottimizzare il funzionamento distributivo interno e le sue relazioni con la città, nel rispetto dell’impianto storico del manufatto, che diviene indicazione per la composizione aggregativa di progetto.

Le funzioni individuate sono riconducibili alle seguenti categorie

Servizi collettivi urbani: sono collocati prevalentemente al piano terra e hanno la funzione di far vivere il palazzo e il suo cortile nelle varie ore del giorno. Al piano terra, accessibili da Corso Mazzini sono stati individuati luoghi per attività commerciali compatibili con la residenza come: locali per degustazione di prodotti enogastronomici tipici, legati al principio della filiera corta e della sostenibilità, prospicienti su galleria comune da destinarsi a eventi e mostre d’arte contemporanea (art and food); negozi e botteghe artigianali. Al piano terra del corpo di spina centrale del cortile sono stati realizzati locali polivalenti per aggregazione 0-99 anni che funzioneranno come attività condominiali ma in determinate occasioni potranno essere aperti a eventi di carattere urbano.

Opere di rinforzo strutturale sulle murature.
Opere di rinforzo strutturale sulle murature.

Servizi comuni alla residenza: sono collocati ai vari livelli dell’edificio e sono spazi di supporto alla residenza come: lavanderia comune situata al piano terra che potrà funzionare anche come lavanderia a gettoni per l’esterno; depositi per biciclette e passeggini al piano terra; sale living situate ai piani primo e secondo collocati lungo la distribuzione. Gli spazi abitativi, costituiti da 30 unità immobiliari, sono stati suddivisi in due tipologie, secondo le esigenze della committenza.

Housing sociale: appartamenti collocati prevalentemente al piano primo e secondo costituiti da vari tagli, prevalentemente con una o due camere da letto e appartamenti da destinare al libero mercato collocati al piano secondo ala ovest e in tutto il terzo piano in quanto maggiormente appetibili.

L’inserimento di soppalchi in acciaio.
L’inserimento di soppalchi in acciaio.

Il rispetto delle caratteristiche architettoniche e strutturali

La suddivisione del complesso in unità immobiliari è stata effettuata nel rispetto dell’impianto architettonico dell’edificio, senza alterare le unità strutturali e ambientali: si è tentato di far coincidere le suddivisioni tra le unità con i setti strutturali in modo da rispettare anche il sistema delle volte connesse, siano esse strutturali o camorcanne. I tagli degli appartamenti pertanto sono di metrature variabili che non rispettano dimensioni canoniche di riferimento ma rispettano appunto la spazialità dell’edificio storico.

Per quanto riguarda le suddivisioni tra gli ambienti all’interno della stessa unità immobiliare è stato evitato il frazionamento di soffitti decorati senza che nessuna tramezzatura interessasse né pareti decorate né soffitti. In corrispondenza di alcune stanze su Corso Mazzini di grandi dimensioni e caratterizzate da soffitti in camorcanna decorati a tempera sono stati realizzati dei monolocali nei quali è stato creato il nucleo servizi al centro, spesso con relativo soppalco al di sopra: la spazialità ottenuta è interessante e soprattutto la reversibilità del processo è garantita dall’utilizzo di tecnologie a secco per la realizzazione delle partizioni interne, degli impianti e delle strutture in acciaio dei soppalchi.

Pulitura dei materiali lapidei.
Pulitura dei materiali lapidei.

Intervento di restauro e consolidamento

Per quanto attiene lo stato di conservazione delle strutture, in molte porzioni del complesso erano stati rilevati importanti quadri fessurativi sia sulle strutture verticali sia sugli orizzontamenti; in alcuni casi, e in particolare su alcuni tratti della copertura, si sono addirittura determinati crolli di intere porzioni dell’impalcato. Sulla porzione ovest del fabbricato si è dovuto intervenire su lavori strutturali di recente realizzati che hanno comportato l’alterazione delle originarie quote dei solai comportando una serie di problematiche legate all’accessibilità.

Sistema fondale

Dopo aver effettuato dei saggi sulle fondazioni ed essersi assicurati della loro entità, si sono effettuate le operazioni per la messa in sicurezza della struttura e la sua staticità. La più importante è stato il posizionamento dei micropali effettuato con una macchina perforatrice dall’interno della stessa struttura (al pian terreno) che ha messo in opera i pali (Ф 220) composti da un tubolare in acciaio e riempiti con calcestruzzo. Dei particolari elementi, i cavallotti (disposizione di tondini in acciaio conformati per assicurare la trasmissione degli sforzi), ammarati nel calcestruzzo dei micropali, sono stati inseriti in un cordolo di calcestruzzo armato sul quale scaricano i setti portanti interessati. La lavorazione è stata eseguita in alcuni ambienti dell’ala est.

Vista delle volte prima e dopo l'intervento di sigillatura e stuccatura dei giunti.
Vista delle volte prima e dopo l’intervento di sigillatura e stuccatura dei giunti.

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Strutture murarie verticali

Sono stati effettuati interventi di ripristino dell’integrità strutturale dei pannelli murari attraverso la tecnica del cuci-scuci; chiusure di vuoti dovuti a canne fumarie e simili; ripristino degli innesti verticali tra i maschi murari; eliminazione di spinte orizzontali non contrastate attraverso la collocazione in opera di catene e tiranti; ripristino di setti murari esistenti al piano terra e parzialmente al piano primo, fino al secondo piano nell’ala su via Spariglia, interessata nel tempo da “alleggerimenti strutturali” dovuti anche alla presenza dell’asilo comunale.

Strutture voltate

La tecnica d’intervento ha comportato il preliminare puntellamento della struttura voltata, lo svuotamento del materiale di riempimento, l’eventuale sollevamento di porzioni della struttura voltata soggetto ad abbassamenti in modo tale da riconferire alla struttura la corretta conformazione geometrica; il consolidamento delle struttura con l’uso di cunei in legno ed eventuale posa, all’estradosso, di materiali compositi a totale reversibilità; ricollocazione del materiale alleggerito e cordolatura metallica.

Volta in camorcanna prima e dopo l'intervento.
Volta in camorcanna prima e dopo l’intervento.

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Impalcati in legno

È stato realizzato il consolidamento, ove possibile, delle strutture lignee costituenti le orditure degli impalcati di piano e della copertura, ovvero ricostruzione ex novo degli stessi, sempre con struttura lignea. In ogni caso, l’intervento ha previsto l’inserimento di opportune cordolature in acciaio, e come tali poco invasive e reversibili, adeguate comunque a conferire ai vari livelli, una seppur limitata rigidezza di piano.

Nella fascia prospiciente Corso Mazzini del piano secondo l’intervento strutturale della copertura è stato pensato in relazione al delicato intervento di recupero e consolidamento delle camorcanne decorate. Altro intervento delicato strutturalmente ha riguardato il consolidamento dei solai lignei decorati che interessano le stanze prospicienti Corso Mazzini al piano primo.

Le travi principali sono state sostituite con altre in acciaio previo smontaggio delle tavole lignee decorate e successivo rimontaggio, mentre l’orditura secondaria delle tavole, sempre decorate, sono state “placcate” all’estradosso a dei pannelli in legno del tipo X-Lam su struttura in acciaio che con spessori ridotti hanno consentito il consolidamento strutturale senza alterazione delle quote originarie e evitando operazioni complesse di smontaggio e rimontaggio.

La chiostrina rappresenta l’elemento architettonico più fragile in quanto frutto di sovrapposizioni linguistiche e superfetazioni, oltre ad aver subito in precedenza un intervento sommitale di cordolatura in cemento all’ultimo livello. Il progetto ha previsto lo smontaggio della parte sommitale e la demolizione del cordolo in cemento che gravava sugli esili elementi lapidei del loggiato, il consolidamento di tutti gli elementi lapidei e parziale ricostruzione degli stessi e infine la riapertura di porzioni di loggiato che nel tempo erano state tamponate.

Rimontaggio di pezzi di recupero e restauro pittorico.
Rimontaggio di pezzi di recupero e restauro pittorico.

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Integrazione impiantistica

Il tema dell’integrazione impiantistica è stato un altro elemento centrale del progetto, nel rispetto degli apparati decorativi, delle quote degli orizzontamenti e dell’integrità delle strutture verticali. Ruolo significativo hanno giocato le contropareti in cartongesso isolate realizzate sui muri perimetrali in quanto oltre a garantire un significativo risparmio energetico e conseguenti vantaggi relativamente ai costi di gestione, in fase di esecuzione e realizzazione degli impianti, hanno permesso i passaggi di tutto il “sistema linfatico” dell’edificio.

L’impianto di riscaldamento è a pavimento, progettato per una gestione centralizzata con relativi contabilizzatori per ogni attività e unità immobiliare. Il sistema di raffrescamento, sempre a pavimento, con relativo sistema di deumidificazione, è stato previsto solo per le sei unità in vendita mentre per tutte le altre unità immobiliari ne è stata realizzata la predisposizione.

Finiture esterne

All’esterno, sulla facciata principale sono state effettuate riprese d’intonaco a calce e il rifacimento di porzioni d’intonaco, previa l’analisi stratigrafica delle colorazioni originarie dell’impianto ottocentesco al fine di orientare le scelte del colore; sono stati puliti e restaurati e consolidati gli elementi lapidei in travertino. Gli elementi architettonici e decorativi della facciata realizzati con impasti sono stati ripresi, reintegrati e ripristinata la finitura in finto travertino. È stata ripristinata una zoccolatura in travertino sulla traccia di quella preesistente all’ultimo intervento al fine di ottimizzare l’attacco a terra dell’edificio. Dai pochi infissi rimasti si è potuto constatare la presenza di tre infissi originari dalle linee sinuose che sono stati riproposti nella forma nella loro collocazione originaria, al piano secondo in corrispondenza dei tre portali in travertino. Mentre per tutti gli altri è stato realizzato un infisso a due ante con doppio vetro con scuretto interno.

Restauro pittorico

La campagna di saggi stratigrafici sugli intonaci interni e soffitti, ha reso evidenti in una fase pre-progettuale delle emergenze storico artistiche da mantenere e restaurare, escludendo la presenza di decorazioni su pareti e altri soffitti oltre quelli visibili.

Il restauro delle camorcanne ha previsto in una prima fase, collegata all’esecuzione delle strutture della copertura, il consolidamento e il ripristino di adesione tra struttura portante, orditura lignea principale e secondaria, il ripristino dei collegamenti della struttura lignea e di questa con il sottostante cannucciato, i rafforzamenti delle centine portanti con doppie tavole sagomate dello spessore di 2,50 cm, fissate con chiodi, viti mordenti o squadrette metalliche il consolidamento degli eventuali elementi lignei ammalorati con applicazione di colle e resine acriliche; la sostituzione degli elementi lignei ammalorati e maggiormente compromessi, l’integrazione delle aree in cannucciato mancante o particolarmente degradato, mediante la posa in opera di stuoiato intrecciato e malte idonee per traspirabilità e adesione.

In una seconda fase, completate le principali opere strutturali e impiantistiche, all’intradosso è stato effettuato il consolidamento tra supporto murario e intonaco, il ristabilimento dei distacchi tra muratura e intonaco di supporto del dipinto, il fissaggio della pellicola pittorica con resine acriliche, la pulitura definitiva del colore mediante l’applicazione di solventi e a secco, la stuccatura delle lacune e infine il restauro pittorico.

Una operazione molto delicata è stata fatta sul controsoffitto del corpo scala al piano secondo qui la presenza di una camorcanna affrescata ha richiesto particolari operazioni. Infatti la situazione conservativa delle decorazioni era disastrosa. La volta, ancora integra in una documentazione fotografica del 1986, risultava purtroppo crollata per oltre il 70% della superficie e per quanto ancora in sito, si registrava una condizione di assoluta precarietà strutturale, con elementi lignei dell’orditura strutturale in fase di caduta. Pertanto è stato necessario smontare i frammenti rimasti, catalogarli e in laboratorio sono state effettuate operazioni di pulitura, consolidamento e distacco della pellicola pittorica. Nella fase successiva è stata riposizionata in opera su un controsoffitto (conformato come la volta originaria in camorcanna) di nuova fattura ricostruito secondo la tecnica tradizionale.

Portale d'ingresso dopo l'intervento.
Portale d’ingresso dopo l’intervento.

Le pavimentazioni

Per quanto riguarda le pavimentazioni al piano terra sono stati utilizzati materiali della tradizione quali cotto e travertino. In particolare nell’androne si sono mantenuti i lastroni di travertino mentre il cotto, di fattura recente, è stato sostituito con una tessitura in sestini. Le scale e le zone comuni manterranno il travertino mentre ai piani superiori all’interno delle abitazioni è stato utilizzato il parquet.

Nella pavimentazione del cortile è stato effettuato il ripristino della pavimentazione rinvenuta recuperando le tracce del selciato esistente e integrandolo con altri segni e materiali della tradizione. Le tracce di selciato esistenti sono state quindi riproposte in un reticolo di riferimenti “materiali” (travertino, cotto) e di direttrici fino a individuare una linea spezzata costituita da una pedana in legno di teak che fa da basamento a un fondale in corten.

L’acciaio corten è stato utilizzato qui per la realizzazione di tale quinta attraverso la realizzazione di pannelli traforati attraverso il taglio al laser. Ma esso è stato utilizzato anche per la realizzazione di corpi illuminanti, portabiciclette, cancelli e altri complementi diventando un filo conduttore di tutto l’intervento.

CHI HA FATTO COSA
I progettisti

Arch. Renato Guidi, responsabile progetto architettonico, coordinatore generale, direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza in fase di progettazione.
Arch. Renato Guidi | Responsabile progetto architettonico, coordinatore generale, direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza in fase di progettazione.

Studio Bioedil Progetti, Roma
– Arch. Renato Guidi, responsabile progetto architettonico, coordinatore generale, direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza in fase di progettazione
– Arch. Roberto Santori, progettista architettonico
– Arch. Alfonso Boccia, progettista architettonico
– Ing. Alfredo Boffula, assistente alla direzione lavori
Studio Archdoc, Ascoli Piceno
– Arch. Aleandro Orsini, progettista architettonico, direttore dei lavori e coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione
– Arch. Sonia Calvelli, progettista architettonico e direttore dei lavori
– Ing. Francesco Trovarelli, Ascoli Piceno, progettista strutturale e direttore dei lavori delle opere strutturali
– Ing. Giuseppe Puglia, Ascoli Piceno, progettista impianto meccanico e direttore dei lavori
– Studio Qsistem Engineering, San Benedetto del Tronto
– Ing. Stefano Costantini, progettista impianto elettrico e direttore dei lavori
– Perito industriale Michele Di Girolamo, progettista impianto elettrico e direttore dei lavori
Impresa affidataria
Travaglini srl, Ascoli Piceno, gestione intero appalto ed esecuzione diretta di parte di tutte le lavorazioni
Impianti meccanici e tecnologici, impianto idrotermosanitari
Idri spa, Ancarano (Te)
Impianti elettrici
Elettra srl, Ascoli Piceno
Deumidificazioni e consolidamento fibre carbonio
Restauro Speciali srl, Sant’Elpidio a Mare (Fm)
Opere edili
Casabella Restauri, Ascoli Piceno
Restauro apparati pittorici, affreschi e decorazioni
Studio Due Esse di Stipa Sonia, Ascoli Piceno
Ascensori Dama srl, Ascoli Piceno
Cartongessi e tinteggiature Paolini & Virgulti snc di Virgulti Adriano & C, Ascoli Piceno
Infissi in legno Lucidi Claudio & Osvaldo Snc, Marino Del Tronto (Ap)
Opere da fabbro e lavorazioni in ferro Realizzazioni Castelli & Fanini snc, Maltignano (Ap)
Opere da vetraio Vetreria Andrea Antonucci srl, Ascoli Piceno

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