L'intervista | A Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri

I giovani geometri saranno laureati, un progetto ambizioso diventato legge

La legge sulle lauree abilitanti varata dal Senato introduce un nuovo percorso di accesso alla professione, che entrerà in vigore il prossimo anno e sarà, per ora, alternativo (e non sostitutivo) degli attuali percorsi di abilitazione alla professione, propedeutici all’iscrizione all’albo.
Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri.

Lo scorso 28 ottobre il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge 2751Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti”, senza alcuna modifica rispetto al testo licenziato in precedenza alla Camera.

La legge sulle lauree abilitanti riguarda gli iscritti ai corsi magistrali in odontoiatria e protesi dentaria, farmacia e farmacia industriale, medicina veterinaria e psicologia, unitamente agli iscritti alle lauree professionalizzanti in professioni tecniche per l’edilizia e il territorio (classe LP-01), professioni agrarie, alimentari e forestali (classe LP-02) e professioni tecniche industriali e dell’informazione (classe LP-03), che abilitano rispettivamente all’esercizio delle professioni di geometra laureato, di agrotecnico laureato, di perito agrario laureato e di perito industriale laureato: per tutti è previsto che il tirocinio pratico-valutativo venga svolto durante il percorso accademico, così che la tesi di laurea possa assumere la duplice valenza di titolo di studio e di accesso alla professione.

Altri passaggi chiave “in pillole”:

  • l’integrazione nella commissione giudicatrice di professionisti esterni designati dai rappresentanti nazionali dell’ordine o dei collegi professionali di riferimento;
  • la possibilità di integrare questa prima lista di lauree abilitanti con altre che ne facciano richiesta, così come previsto dai regolamenti di delegificazione.

Maurizio Savoncelli, alla guida della categoria dei geometri, è stato tra i primi a ringraziare il governo e il parlamento per il risultato raggiunto (“E’ una legge chiara ed essenziale per professioni già mature per questo passo”) e per il contributo di chiarezza che assegna alla definizione univoca dei profili professionali (“Le nuove classi di laurea consentono l’iscrizione ai soli albi relativi alle professioni stabilite per legge, e non più a quelli junior di altre professioni”), ma anche “tutti coloro che hanno creduto nel nostro progetto e per esso hanno profuso il proprio impegno”.

Maurizio Savoncelli con i primi laureati LP01 abilitante del polo UniLodi.

Presidente Savoncelli, la legge sulle lauree abilitanti viene ricondotta all’esperienza avviata nel 2020 di rendere tale la laurea in medicina, sotto l’urgenza della crisi pandemica e per il tramite del decreto Cura Italia. La strada, tuttavia, era già stata aperta nel 2015, quando proprio la categoria dei geometri presentò una riforma del percorso di accesso basata su tre pilastri: un piano di studio fortemente orientato alla professione, la previsione di attività laboratoriali da svolgersi anche presso strutture esterne qualificate, la possibilità di svolgere attività di tirocinio in contesti lavorativi reali, tra i quali studi tecnici convenzionati con i Collegi professionali.

Il nostro impianto metodologico, oltre ad essere ripreso nei ddl “Disciplina della professione di geometra e norme per l’adeguamento delle disposizioni concernenti le relative competenze professionali” presentati alla Camera e al Senato (rispettivamente nella 17° e 18° legislatura), ha rappresentato un punto di partenza dei provvedimenti che hanno portato all’introduzione delle lauree professionalizzanti dall’anno accademico 2018-2019: il decreto Giannini 987/2016, il decreto Fedeli 935/2017 (che accoglieva le indicazioni della “Cabina di regia per il coordinamento del sistema di istruzione tecnica superiore e lauree professionalizzanti”), il decreto Bussetti 6/2018, il decreto Manfredi 446/2020 (che ha definito le nuove classi di laurea ad orientamento professionale, tra le quali la LP01 professioni tecniche  per l’edilizia e il territorio, che abilita alla professione di geometra laureato) e, infine, il disegno di legge 2751 recante disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti.

L’approvazione della legge sulle lauree abilitanti introduce cambiamenti nel percorso di accesso alla professione?

In tempi immediati no: il nuovo percorso, che rammento entrerà in vigore il prossimo anno, sarà alternativo (e non sostitutivo) degli attuali percorsi di abilitazione alla professione, propedeutici all’iscrizione all’albo. E sarà tale per un periodo sufficiente a non alterare in alcun modo l’iter e la durata del percorso formativo scelto da chi oggi si iscrive agli istituti tecnici Costruzione, Ambiente e Territorio, con l’intento di intraprendere la professione di geometra. A tendere, invece, sarà questa la via maestra di iscrizione all’albo. 

È stato sottolineato da più parti che la legge sulle lauree abilitanti dà attuazione ad uno degli interventi di riforma previsti dal Piano Nazionale di Riforma e Resilienza, segnatamente dalla Missione 4 “Istruzione e Ricerca”: ritiene che questa contestualizzazione possa garantire una sorta di corsia preferenziale per il raggiungimento dell’obiettivo primario, ossia la riduzione dei tempi di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro?

Ne sono profondamente convinto, e ritengo che il voto unanime in Senato non possa che essere interpretato come la volontà, da parte delle istituzioni, di raggiungere due obiettivi strategici: colmare il gap tra il mondo della scuola e quello del lavoro, tra le cause principali di un tasso di disoccupazione giovanile che in Italia, secondo i più recenti dati Istat, sfiora il 30%; garantire al mercato i profili professionali con le competenze più adeguate per avviare e consolidare la ripresa del Paese, in primis quelli spendibili nel settore trainante delle costruzioni: secondo il rapporto Cresme, l’edilizi pesa 1,6% sulla crescita complessiva del Pil nel 2021, stimata al 6,7%.

Il riferimento, immagino, è alle 265mila unità stimate dall’ANCE per realizzare le opere edilizie previste dal PNRR, e ai 2,4 milioni di lavoratori specializzati (soprattutto tecnici di cantiere) per completare la transizione ecologica nel quinquennio 2021-2026.

Si, ma non solo: i benefici legati alla riforma delle lauree abilitanti si estenderanno ben oltre il perimetro temporale definito dal Pnrr. Grazie alle competenze acquisite in percorsi accademici focalizzati sul mondo del lavoro e sugli scenari disegnati dalla digitalizzazione, dalla transizione ecologica, dall’economia circolare e da una visione ampia e inclusiva di sostenibilità ambientale, i giovani saranno al servizio di una crescita strutturale e duratura, impossibile anche solo da immaginare senza il loro apporto in termini di idee, progettualità e operatività.  Giovani ai quali oggi viene finalmente dato, nelle parole della ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, “più valore al loro tempo e ai loro studi”.

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