In Biblioteca | Skira

Storie di architettura

«Costruire vuol dire inventare e se non si sanno raccontare le proprie invenzioni le costruzioni non esistono». Così inizia il prologo del libro 'Storie di architettura' in cui l'autore Michele De Lucchi racconta i ponti come simboli di pace, gli edifici come elementi della natura, i mattoni come pezzi di una vita.

Michele De Lucchi è nato a Ferrara nel 1951, architetto e designer affermato fin dagli anni ‘70. Ha disegnato lampade e arredi, progettato ambienti di lavoro e corporate identity per importanti aziende italiane ed europee. Ha realizzato progetti architettonici, progettato musei e curato allestimenti espositivi in Italia e all’estero. È professore ordinario, insegna al Politecnico di Milano.

In questo volume ‘Storie di architettura’ De Lucchi racconta la sua idea di architettura e design: non è un volume di tecnicismi o dettagli architettonici bensì una raccolta di storie personali ed evocative, un insieme di immagini e ricordi che l’hanno ispirato nella progettazione.

Ogni progetto ha come fondamento concetti, pensieri, memorie ed esperienze personali che si evolvono e si trasformano in architetture di scale differenti, dai modelli in legno ai grandi edifici sviluppati dallo studio professionale.

Padiglione Zero e Expo Center, Expo 2015 Spa, Milano | ©Tom Vack
Padiglione Zero e Expo Center | Expo 2015 Spa, Milano | ©Tom Vack

Nel libro ogni capitolo è dedicato all’idea originaria che ha portato alla realizzazione di un progetto. Per De Lucchi raccontare l’idea che sta alla base di un’opera significa metterla a disposizione degli altri, farla uscire dal momento privato della creazione e farne dono al pubblico: il progetto diventa di tutti, e tutti possono riflettere e giudicare.

Ad esempio un capitolo è dedicato alla prospettiva (pag. 12 e 13) e allo studio affrontato prima di approcciarsi all’opera di recupero della Manica Lunga nel convento dell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia.

Il capitolo dei cortili (da pag. 21) inizia con la descrizione del quartiere milanese Cadorna e di corso Magenta che ospita Palazzo Litta. I luoghi sono vissuti e amati, raccontati con ammirazione. Gli edifici all’interno del cortile del Palazzo sono oggetto di un opera di riqualificazione funzionale dal 2008.

Un sasso levigato | Padiglione The Waterstone, Intesa Sanpaolo, Expo Milano 2015, Milano | ©Tom Vack
Un sasso levigato | Padiglione The Waterstone, Intesa Sanpaolo, Expo Milano 2015, Milano | ©Tom Vack

C’è un capitolo dedicato ai tronchi (pag. 30) descritti come oggetti di naturale bellezza, eterni, potenti. L’architetto ricorda un tronco quando progetta un edificio a Pforzheim, in Germania. Ancora a pag. 45 si parla delle montagne che l’hanno ispirato nell’ideazione della mostra ‘Montagne’ presso la galleria Antonia Jannona nel 2013.

Un sasso levigato | Schizzo di Michele De Lucchi
Un sasso levigato | Schizzo di Michele De Lucchi

E sono i sassi gli ispiratori del padiglione di Intesa San Paolo progettato per l’Expo 2015 di Milano: ’bisogna diventare come sassi nel fiume che sanno che l’acqua passerà sempre inevitabilmente sopra… il sasso la fa passare con indifferenza e lascia che la corrente modelli la sua forma scivolando sulla superficie, arrotondando le asperità…’.
La struttura infatti ricorda tre sassi levigati con le cascate di acqua che scorrono tra le connessioni.

UniCredit Pavilion, UniCredit Business Integrated Solutions Scpa, Milano Foto Tom Vack con Ester Pirotta |
UniCredit Pavilion | UniCredit Business Integrated Solutions Scpa, Milano Foto Tom Vack con Ester Pirotta | ©Tom Vack con Ester Pirotta

Il volume contiene scritti illustrati con schizzi che nascono da un’attitudine all’osservazione della natura, dell’uomo, della storia e della società. L’autore concepisce trame inusuali ed estranee ai tecnicismi, dando voce alla sua personale e originalissima visione.

Il seme | Schizzo di Michele De Lucchi
Il seme | Schizzo di Michele De Lucchi

Nella copertina del libro è rappresentato il disegno dei pagliai (argomento trattato a pag. 53) che ha ispirato De Lucchi. Scrive l’architetto: «la forma dei pagliai è forse la forma architettonica per eccellenza: pura essenziale, unica. È uguale vista da tutti i lati è un segno riconoscibile nel territorio, interviene con discrezione e bellezza sul paesaggio ed è una forma costruita sovrapponendo materiale su materiale….».
Per Expo 2015 la struttura Agorà è una libera interpretazione del pagliaio costruito con 12 elementi tutti uguali in legno.

Autore: Michele De Lucchi
Editore: Skira 
Pagine: 119
Prezzo: 19,50 euro

Giovanna Ferraresi

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here