Punti di Vista | Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio nazionale Geometri

«Il ddl che disciplina corso di laurea e accesso alla professione di geometra è una risorsa sociale, culturale, tecnologica e professionale»

Tra gli aspetti fondamentali della riforma l’introduzione dell’obbligo di possedere una specifica laurea triennale professionalizzante e abilitante all’esercizio della professione e l’esame di laurea per geometri che assumerà valore di esame di Stato e sarà abilitante all’esercizio della professione. Da non sottovalutare le implicazioni sulle competenze innovative e quelle legate alla digitalizzazione dei processi produttivi che stanno interessando ogni ambito lavorativo, non ultima la pubblica amministrazione.
Maurizio Savoncelli, presidente Consiglio Nazionale Geometri | «La proposta di legge non entra in dettagli sul curriculum del corso di laurea – sarebbe fuor di luogo perché finirebbe col congelare aspetti culturali e formativi che devono invece mantenere una loro flessibilità per poterli adeguare a mutate condizioni culturali e sociali – ma pone le condizioni perché questo equilibrio disciplinare e formativo sia raggiunto nell’apposito decreto ministeriale che fisserà l’ordinamento didattico. È però necessario alla natura professionalizzante del corso di laurea che il suo ordinamento didattico sia fissato per intero a livello nazionale, restringendo parzialmente in questo caso gli spazi di autonomia concessi dalla legge agli atenei in tema di curricula. A questa laurea professionalizzante potranno anche accedere geometri in attività o addirittura geometri già laureati, conseguendo un risultato di aggiornamento professionale e di formazione permanente che potrebbe essere ragguardevole per dimensioni e risultati».
Maurizio Savoncelli, presidente Consiglio Nazionale Geometri | «La proposta di legge non entra in dettagli sul curriculum del corso di laurea – cosa che finirebbe col congelare aspetti culturali e formativi che devono invece mantenere una loro flessibilità per poterli adeguare a mutate condizioni culturali e sociali – ma pone le condizioni perché questo equilibrio disciplinare e formativo sia raggiunto nell’apposito decreto ministeriale che fisserà l’ordinamento didattico. È però necessario alla natura professionalizzante del corso di laurea che il suo ordinamento didattico sia fissato per intero a livello nazionale, restringendo parzialmente in questo caso gli spazi di autonomia concessi dalla legge agli atenei in tema di curricula. A questa laurea professionalizzante potranno anche accedere geometri in attività o addirittura geometri già laureati, conseguendo un risultato di aggiornamento professionale e di formazione permanente che potrebbe essere ragguardevole per dimensioni e risultati».

È stato presentato alla Camera dei Deputati il disegno di legge «Disciplina della professione di geometra e norme per l’adeguamento delle disposizioni concernenti le relative competenze professionali», prima firmataria l’On. Simona Flavia Malpezzi. L’esame del ddl (Atto Camera n. 4030) sarà avviato nelle prossime settimane.

È una proposta di legge snella, articolata in sei articoli (il secondo è quello fondamentale) che disciplinano il corso di laurea, l’accesso alla professione, le norme transitorie e finali.

È possibile prenderne visione accendendo alla sezione «Lavori» del sito istituzionale della Camera dei Deputati (www.camera.it), la stessa dalla quale è possibile seguirne l’iter e ottenere informazioni di dettaglio, tra le quali una meritevole di riflessione: le 68 firme attualmente apposte sono di parlamentari appartenenti a gruppi differenti, a testimonianza della bontà della ratio che ispira un provvedimento al quale il Consiglio Nazionale dei Geometri ha dedicato risorse ed energie sin dal suo avvio di mandato.

Entrando nel merito della proposta di legge, il contenuto ben riflette l’indirizzo espresso dal CNGeGL in tutte le sedi deputate, sia nei suoi aspetti specifici sia in quelli più generali. Agli aspetti specifici va ricondotta l’introduzione dell’obbligo, per chi intende esercitare la professione di geometra, di possedere una specifica laurea triennale professionalizzante e abilitante alla professione. A corollario: un ordinamento didattico focalizzato su insegnamenti tecnico-professionalizzanti; il tirocinio svolto all’interno del corso di laurea; la possibilità di incrementare il numero dei presidi di formazione tecnico-professionale sul territorio mediante convenzioni finalizzate a «mettere in rete» atenei (che rilasciano il titolo), istituti tecnici CAT e Collegi. Agli aspetti generali si collega la necessità di qualificare ulteriormente la professionalità dei geometri attraverso una formazione accademica, in linea con i parametri previsti dall’Unione Europea per i professionisti di primo livello, in vigore nel 2020.

Edificata su questi pilastri, la riforma presenta un impianto innovativo e a tratti pionieristico che, a regime, potrà generare benefici da un punto di vista sociale, culturale, tecnologico e professionale.

In una società investita da una rapida evoluzione, un geometra formato a livello accademico è una risorsa per la collettività perché offre prestazioni professionali elevate e realmente in grado di migliorare la qualità della vita, e il concetto è tanto più vero in considerazione di due dinamiche intimamente connesse.

La prima: è soprattutto al geometra che le famiglie si rivolgono per gestire in maniera corretta il proprio immobile sia da un punto di vista burocratico (con il professionista nel ruolo di «cerniera» tra lo Stato e il Cittadino), sia dal punto di vista dell’intervento edilizio, che sempre più va nella direzione della consulenza energetica e ambientale; assolvere entrambe le tipologie di mandato con un bagaglio di conoscenze e competenze tecniche che consentono di essere alfabetizzati ai più avanzati processi di dematerializzazione e digitalizzazione, significa agevolare enormemente il cittadino in termini di certezza dei termini e correttezza delle procedure.

La seconda: l’attività di geometra è oggi svolta da circa 100mila professionisti; gli studi sono presenti sull’intero territorio nazionale e i segnali che provengono dal mondo della scuola parlano di un rinnovato interesse da parte dei giovani. Coinvolgere un numero così elevato di professionisti tecnici nel processo d’innovazione che interessa il mondo del lavoro, garantendo loro una formazione di livello universitario (possibile anche per i geometri già iscritti all’Ordine), significa assicurare al Paese un contributo importante di idee e progetti in termini di «rivoluzione digitale» e di «crescita economica sostenibile».

Altrettanto importanti i benefici previsti per il mondo della scuola e dell’università: la premessa indispensabile per realizzare il «curriculum verticale», che è alla base della concezione stessa di laurea professionalizzate così come prevista dagli attuali ordinamenti universitari, è la creazione di un «ponte» tra due mondi che oggi, purtroppo, non dialogano abbastanza.

L’auspicabile osmosi potrebbe aiutare gli istituti scolastici e le università a sviluppare le competenze richieste dal mondo del lavoro e a collaborare per invertire il trend che vede l’Italia ai primi posti nella dispersione universitaria, registrata soprattutto tra gli studenti provenienti dagli istituti tecnici e professionali a causa dell’assenza di continuità con gli studi svolti nella scuola secondaria di II grado.

È incoraggiante, in tal senso, l’interesse manifestato da numerosi atenei tradizionali e telematici per i percorsi didattici ispirati alla riforma e prossimi a partire nell’anno accademico 2016/2017 a Lodi, Rimini e Siena, seppure ancora conformi alla normativa vigente.

L’auspicio è poter mettere al servizio di altri ordini professionali l’esperienza parlamentare che vive la nostra Categoria.

di Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio nazionale Geometri

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