Bigmat | Un premio per l'edilizia sostenibile

Il premio BigMat’13 porta in finale tre progetti italiani

Sono state prese in considerazione le opere che hanno dato un contributo alla cultura architettonica contemporanea, nel rispetto di un’edilizia sostenibile mirata ad aumentare il comfort abitativo. La cerimonia di premiazione e consegna dei riconoscimenti avrà luogo venerdì 22 novembre, in occasione del Congresso annuale del Gruppo BigMat, che si terrà a Granada, in Spagna.

Una giuria internazionale, presieduta dall’architetto Jesús Aparicio e nella quale siede tra gli altri l’architetto italiano Cino Zucchi, ha designato i finalisti e i vincitori dei Premi Nazionali BigMat’13.
Tra i finalisti ben studi di architettura italiani: Andrea Liverani ed Enrico Molteni di Milano, lo studio Lelli associati e Maria Giuseppina Grasso Canizzo.
È prevista anche una menzione speciale giovani architetti per un’opera di un architetto di età inferiore ai 40 anni al momento della conclusione dei lavori.
Il premio è stato rivolto  agli architetti residenti in uno dei 5 Paesi in cui è presente BigMat in Europa (Belgio, Francia, Italia, Repubblica Ceca, Spagna).Verranno prese in considerazione le opere che abbiano contribuito alla cultura architettonica contemporanea, nel rispetto di un’edilizia sostenibile mirata ad aumentare il comfort abitativo.
La cerimonia di premiazione e consegna dei riconoscimenti avrà luogo venerdì 22 novembre, in occasione del Congresso annuale del Gruppo BigMat, che si terrà a Granada, in Spagna.

Progetto Liverani Molteni | Casa per un regista

Liverani/Molteni | Casa per un regista

Una casa di campagna  in un contesto urbano degli anni Sessanta. L’esigenza del committente era quella di avere una casa pratica, che richiedesse poca manutenzione. L’idea è stata quella di costruire la casa intorno a un nucleo centrale. Questo spazio comune collega le stanze, raggruppate in sezioni separate della casa, abitata da un regista e dalla famiglia di sua sorella, e si collega inoltre alla hall d’ingresso e alla cucina, funzionando come il fulcro di un layout a forma di croce. Questa croce è asimmetrica e i suoi bracci hanno un andamento irregolare per rispettare la posizione degli alberi esistenti. Il doppio tetto spiovente crea una serie di altezze differenti, cambiando da ogni prospettiva.

Liverani/Molteni | Casa per un regista

La leggera inclinazione del tetto, al 7%, dirige il flusso dell’acqua piovana lungo le pareti e le raccoglie in una fossa scavata nel terreno. Ci sono due tipi di apertura: grandi finestre di vetro si aprono quasi completamente nello spazio centrale comune, mentre gli altri spazi sono circondati da un loggiato con persiane oscuranti. Grazie alla membrana impermeabile che copre l’intera struttura, si è potuto fare a meno di grondaie e pluviali, che richiederebbero una manutenzione costante. La superficie in resina bianca è quasi immacolata all’occhio, ma col passare del tempo, foglie secche e aghi di pino aggiungeranno al rivestimento un ulteriore strato naturale. All’interno, per contrasto, è stato realizzato un ambiente caldo, più rilassante grazie alla combinazione di colori grigi dello spazio centrale.

Progetto Lelli-Bandini-Luccaroni-Cristofani-Mazzotti | Via Padovani housing, Imola

Progetto Lelli-Bandini-Luccaroni-Cristofani-Mazzotti | Via Padovani housing, Imola

Tutto nasce dal rapporto tra l’idea di uno spazio pubblico e l’intimità necessaria dello spazio privato.L’idea si è così concretizzata in una casa leggera capace di galleggiare sopra l’erba, che si realizza attraverso quattro semplici ma fondamentali scelte: la facciata libera, scolpita con una casuale sovrapposizione di volumi; lo spessore della parete molto sottile e di seguito detto foglio; la levitazione di tutto l’edificio sopra il livello del suolo; e un posizionamento naturale dei blocchi seguendo la morfologia del sito.

Progetto Lelli-Bandini-Luccaroni-Cristofani-Mazzotti | Via Padovani housing, Imola

Il progetto soddisfa l’esigenza di costruire 36 piccoli appartamenti in una zona giardino vicino al centro storico di Imola (Bo). L’area si affaccia su un parco secolare che caratterizza la tenuta dell’Osservanza (dove i padiglioni di un ex ospedale per la cura di malattie mentali sono trasformati in un gruppo di residenze e servizi). La rete urbana intorno alla zona è semplice, con strade parallele che danno un layout a doppio pettine per i lotti residenziali.
La vicinanza al parco permette un facile accesso al complesso da entrambi i lati. I nuovi edifici seguono le linee trasversali in tutta l’area, che collegano il parco alla strada. Ci sono quattro blocchi paralleli e sfalsati, spostati in modo da avere la giusta plasticità volumetrica esattamente in corrispondenza di una curva di via Padovani. I blocchi che compongono i due edifici vertono su uno spazio interno diviso da lunghi corridoi che, da un lato, si affacciano sul parco.
Gli appartamenti sono situati su due lati e hanno una configurazione a forma di L, dove le camere si affacciano su un loggiato esterno completamente rivestito in legno. La struttura di ogni edificio è regolata su tre assi longitudinali che sostengono il pavimento, lasciando le logge e le cucine appese all’esterno.
La parete esterna particolarmente spessa, ha una forma a chiave greca, che è differente a ogni piano. Dall’esterno queste pareti appaiono come volumi chiusi spostati su sottili pavimenti bianchi, che riducono le lastre allo spessore di un foglio. Alla sommità dell’edificio, il cosiddetto foglio è più lungo per completare e preservare il gioco dei volumi della facciata; in basso sembra galleggiare sul suolo artificiale del nuovo giardino, che viene percepito nella continuità con il vicino parco. Il collegamento con il parco è assicurato anche da un sentiero laterale che collega la strada al parco e sul quale si uniscono sia la strada sia la passerella, quest’ultima definita da una copertura in cemento colorato.

 Progetto Grasso Canizzo | Port control tower, Marina di Ragusa

Progetto Grasso Canizzo | Port control tower, Marina di Ragusa

La progettazione della torre di controllo è iniziata durante i lavori del nuovo porto di Marina di Ragusa. La proposta del committente, Ente porto Marina di Ragusa, era di realizzare un edificio in grado di diventare lo status symbol di tutta l’area, ma ovviamente con alcuni limiti quali le fondazioni esistenti, il volume e l’altezza permessi dal piano urbanistico e il budget.

Progetto Grasso Canizzo | Port control tower, Marina di Ragusa

La progettazione, pertanto, ha proposto di realizzare un edificio composto da tre piani a forma cubica, tre box che si sovrappongono: il più alto, trasparente predisposto al controllo del traffico portuale; l’intermedio ospita l’alloggio del guardiano; il box inferiore, infine, per il personale e il pubblico che viene accolto da un’ampia vetrata. Ogni piano è dotato di ventilazione naturale grazie alla finestratura posizionata sia a nord sia a sud. È stato installato un sistema di aria condizionata da utilizzare solo in condizioni climatiche estreme. Per il controllo della temperature, sono stati installati vetri a controllo solare e selettivo.

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