Punti di Vista | Armando Zambrano, Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri

Il rilancio dell’edilizia può partire dai piani per la sicurezza del costruito e manutenzione delle infrastrutture

Un grande piano per la sicurezza del costruito, sempre annunciato ma mai avviato, deve divenire, finalmente, indirizzo permanente, condiviso e difeso da tutti, affidato, nella gestione, alle strutture dello Stato che ne devono essere garanti di continuità e aggiornamento.

Speciale #Saie 2018 | #Tecnologie per l’#Edilizia e l’#AmbienteCostruito4.0

Armando Zambrano | Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, nell’ambito del lavoro di approfondimento tecnico e normativo che svolge insieme e nell’ambito della Rete delle Professioni Tecniche, prova da tempo a richiamare l’attenzione delle forze politiche, delle istituzioni e in particolare del Governo, sullo stato delle costruzioni pubbliche e private in Italia.

Un grande piano per la sicurezza del costruito, sempre annunciato ma mai avviato, deve divenire, finalmente, indirizzo permanente, condiviso e difeso da tutti, affidato, nella gestione, alle strutture dello Stato che ne devono essere garanti di continuità e aggiornamento.

In più occasioni, su questi temi, il Cni e la Rete delle Professioni Tecniche hanno elaborato documenti e proposto soluzioni, sempre compatibili e congruenti con le grandi capacità del nostro Paese, e rispettose dei vincoli della finanza pubblica.

Ricordiamo il piano sulla prevenzione del rischio sismico, elaborato dalla Rpt. Il tema della prevenzione ci ha indotti, tra l’altro, a organizzare la campagna “Diamoci una scossa”, per promuovere gli interventi privati di riduzione del rischio sismico sul costruito, insieme al Consiglio Nazionale Architetti e alla Fondazione Inarcassa.

Oltre a questo, il Sismabonus rappresenta certamente una grande opportunità per la mitigazione del rischio sismico, resa attuabile con l’emanazione delle Linee guida per la classificazione sismica lo scorso febbraio riguardanti proprio il Sismabonus.

È ora possibile per il privato cittadino misurare concretamente la convenienza di un investimento in prevenzione sismica. E ciò sicuramente rappresenta un passo importante verso il traguardo di una diffusa cultura della prevenzione.

Per diffondere la conoscenza di questo strumento il Cni insieme alla Filiera delle Costruzioni che vede insieme professionisti, imprese, amministratori di condominio ha avviato una campagna d’informazione che mira a sensibilizzare i proprietari circa l’esistenza di queste misure d’incentivo e della loro convenienza, ma anche quelle relative all’eco-bonus.

Il piano di prevenzione del rischio sismico elaborato dal Cni e dalla Rpt prevede nel breve periodo la definizione dei principi generali per realizzare un’attività di monitoraggio che definisca i diversi livelli di vulnerabilità degli edifici.

Successivamente a valle delle attività di monitoraggio verrà stabilita la priorità degli interventi da attuare nel medio periodo. Per questa seconda fase, si ritiene che l’intero percorso di miglioramento della sicurezza degli edifici potrebbe avere un orizzonte temporale di circa 20/30 anni, per un costo stimato non inferiore a 100 miliardi di euro.

Inoltre, il Cni auspica un piano nazionale per la manutenzione delle infrastrutture. Il crollo del Ponte Morandi di Genova ha riportato in prima fila il tema della sicurezza del costruito, in particolare per le opere d’arte della rete infrastrutturale.

La complessità dell’orografia del nostro Paese genera difficoltà che impongono di rendere organiche e sistematiche le proposte già avanzate da più soggetti sul tema della manutenzione.

Tema che, come è noto, può essere affrontato solo partendo da una diagnostica attenta, mirata, e da conseguenti verifiche, anche analitiche, eseguite nel rispetto delle norme e delle conoscenze tecnico-scientifiche.

Non servono provvedimenti urgenti e non organici: serve un piano di conoscenza su tutto il territorio, redatto da tecnici esperti e competenti nelle varie discipline coinvolte, con protocolli specifici in funzione delle tipologie, dei materiali, delle prestazioni.

Servono quelle azioni coordinate che questo Consiglio Nazionale ha proposto, insieme ad altri soggetti, ben prima dell’ultimo drammatico crollo e che, subito dopo il tragico evento, ha riproposto all’attenzione delle massime istituzioni dello Stato.

Inoltre, in relazione agli interventi di manutenzione, data l’urgenza, ci appare indispensabile definire procedure semplificate sia per l’affidamento dei servizi che delle forniture e dei lavori, puntando su conoscenze, competenze, tecnologie.

In tale ottica il Codice dei Contratti dovrà essere riscritto in tutte quelle parti in cui la ridondanza di procedure, linee di indirizzo, decreti, hanno finito per appesantirne e complicarne l’applicazione da parte delle stazioni appaltanti puntando, nella cornice generale della centralità della progettazione, questa assolutamente da conservare, ad una maggiore armonizzazione e sinergia tra gli attori del processo edilizio.

Se ci muoveremo in questa direzione, oltre a lavorare per garantire la sicurezza dei nostri cittadini, potremo contribuire in maniera notevole al rilancio dell’intera filiera delle costruzioni. Nell’ottica di questo obiettivo il Saie può svolgere un ruolo importante, tornando al cuore della sua missione, ossia vetrina del sapere e del saper fare e, al tempo stesso, momento di rete relazionale fra gli operatori.

di Armando Zambrano, Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri

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