Recupero | Edilizia rurale

In Val di Nibbio: modernità costruita sul restauro delle preesistenze

Nella Val di Nibbio, valle situata nelle colline dell’Appennino tosco romagnolo, risanato a scopi di moderna residenza, il complesso composto da tre nuclei antichi di varia dimensione. I progetti elaborati e la direzione dei lavori svolta dall’architetto Tiziano Dalpozzo, tramite un’azione conservativa tesa al restauro ma all’insegna della residenzialità contemporanea ne hanno fatto un esempio di risanamento edilizio rigoroso dei materiali del tempo e delle preesistenze.

Il complesso, denominato Val di Nibbio e Val Fornelli, è posto in una valle situata tra le colline dell’Appennino tosco-romagnolo dove sorgono ancora, semiabbandonati, manufatti rurali.
Il complesso, recuperato dall’intervento diretto dell’arch. Tiziano Dalpozzo (studio Firmitas) e dall’ing. Daniela Leopardi,quest’ultima progettista delle strutture, è composto da qualche decina di ettari di bosco e campi e da tre nuclei residenziali antichi di vario tipo e dimensione.

Edilizia rurale| Restauro residenziale in val di Nibbio

L’intervento per la realizzazione della casa di abitazione ha interessato, per ora, tre edifici, adibiti il primo a residenza e stalle e gli altri due destinati a fienili ed essiccatoi. La nuova proprietà dei manufatti ha deciso di insediarvi la propria abitazione e per questo gli spazi hanno subito una trasformazione d’uso.
Rilievo delle murature portanti e dei solai recuperati. Al fine di poter restaurare l’edificio in modo certosino, i lavori hanno riguardato dapprima un rilievo di tutte le murature portanti e un rilievo di tutte le strutture dei solai per poter analizzare staticamente il fabbricato e inserire una nuova struttura portante e legante che migliorasse sensibilmente la reattività sismica del fabbricato.

Edilizia rurale| Restauro residenziale in val di Nibbio

Nelle stalle del piano terra è stato abbassato il piano pavimento per favorire una migliore abitabilità, a questo piano è stata realizzata una stanza dei giochi con recupero integrale della pavimentazione originaria in pietra.
Sotto alla pavimentazione (all’interno) è stato realizzato uno strato drenante con raccolta dell’acqua in un pozzetto centrale e una parte del fabbricato, interrata, vede le mura poggiare direttamente sulla roccia.
Questo ha comportato l’impossibilità di drenare perimetralmente le infiltrazioni d’acqua che, in più di un caso, passano sotto lo strato roccioso e giungono a ridosso delle murature in sasso. Tutto il fabbricato è stato drenato sul lato monte, con un vespaio ed una impermeabilizzazione drenante perimetrale.

Edilizia rurale| Restauro residenziale in val di Nibbio

Al piede dell’impermeabilizzazione è stata realizzata una cunetta di raccolta. Sopra la cunetta è stato posato un tubo (coperto da un manto in fibra di cocco) di drenaggio e raccolta delle acque, acque che vengono raccolte in 2 cisterne che ne consentono il riuso. Tutti i solai in pietra e in legno sono stati smontati, ripuliti, sabbiati e rimontati, con la sola sostituzione delle parti degradate e irrecuperabili: purtroppo questo ha riguardato anche il preesistente forno al piano terreno.
I piani. La scala è stata totalmente restaurata. Il primo piano ha mantenuto la stessa quota con l’androne d’ingresso in pietra, smontato, pulito, rimontato esattamente come prima. Al secondo piano esistevano numerosi soppalcati e spazi per l’allevamento dei piccioni. Su tutte e due le facciate a timpano sono visibili tutti i vani di accesso al sotto tetto dei volatili. Tutti questi elementi sono stati eliminati. In questo modo tutte le camere del secondo piano hanno solo il solaio di copertura a vista.
Anch’esso accortamente smontato restaurato e rimontato. È stato necessario sostituire una parte dell’assito e dei travicelli. Nel raccordo del coperto con la muratura portante perimetrale è stata posta una particolare attenzione ai punti di appoggio delle travi maestre.

Edilizia rurale| Restauro residenziale in val di Nibbio

Trasformazione distributiva del fabbricato. Gli interventi previsti erano tesi solamente a conservare e consolidare le caratteristiche morfologiche, costruttive, materiche dell’edilizia rurale di collina medio-alta. All’imponente lavoro di smontaggio/restauro/ricostruzione di ogni trave, travicello, pietra, tavolato i lavori di trasformazione degli spazi sono stati minimi. Al piano terra si è realizzata una distribuzione interna che consentisse l’accesso a tutti i vani dall’interno.
L’apposizione di alcuni tramezzi ha permesso la realizzazione di una camera ospiti e di un bagno per gli ospiti accessibile dal vano scale. Il ripostiglio ed il forno, purtroppo, sono stati trasformati in centrale termica, vano caldaia, bollitore/accumulo acqua calda. Il primo piano è stato trasformato totalmente in zona ingresso e soggiorno con l’eliminazione di alcuni tramezzi e la trasformazione del vano camino in uno spazio unico col vano attiguo.
In questo modo si sono ottenuti due vani molto grandi: un vano serve da cucina e sala pranzo, richiamando così il valore del luogo primigenio, di incontro e raccolta di famiglia e degli amici.

Edilizia rurale| Restauro residenziale in val di Nibbio

Recupero del camino e soppalcamenti più alti. Allo stesso piano l’altro ambiente, col recupero integrale del grande camino in pietra. L’ingresso principale, restaurato è situato a questo livello.
Il piano secondo è stato riutilizzato con gli stessi vani preesistenti. In un vano è stata posta la grande camera matrimoniale dei proprietari con 4 finestre affacciate su 3 panorami diversi, una sulla valle di accesso, coincidente anche con l’arrivo alla casa; una si affaccia a valle, sul rio affossato nel canalone antistante; la terza si affaccia sulla valle verso monte coperta esclusivamente di prati, boschi e castagneti.
Il sottotetto presistente, destinato a vani di servizio e piccionaia aveva diverse aperture, i soppalcamenti sono stati eliminati per rendere molto più alti ed ariosi tutti gli ambienti. Le aperture nel sottotetto visibili anche dalle foto dei prospetti a timpano sono state tutte accuratamente restaurate e, ove necessario, ricostruiti ex-novo. Gli accessi sono stati realizzati con pietre ad anello.

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I prospetti. Il fabbricato presentava le 4 facciate con uno strato di intonaco, steso senza guide sulle pietre portanti. Tutte le aperture del piano terra, destinato a servizi rurali e stalle erano realizzate con le sole pietre di costruzione, compresa l’apertura a volta a tutto sesto. Probabilmente si trattava dell’accesso degli animali di grande stazza: muli e vacche.
Le aperture del primo e secondo piano erano tutte realizzate con pilastrini e architravi in pietra locale. Purtroppo la necessità di rifare integralmente gli infissi e lo stato di corrosione degli elementi originali ha costretto alla loro quasi integrale sostituzione.
Gli unici originali tuttora presenti sono a perimetro parziale della porta di ingresso e quelli della finestra pre ottocentesca “scoperta” nel corso dei lavori. Gli elementi nuovi sono stati realizzati con le stesse identiche dimensioni e lo stesso materiale.
Infissi, parapetti e viti a scomparsa. La scelta dei nuovi infissi è stata molto impegnativa. Con la scelta dei materiali (legno, ferro, alluminio, plastica, acciaio) si combinavano motivazioni di natura economica, architettonica, conservativa e soprattutto luministica.
Con la collaborazione di un bravo artigiano del luogo, Carlo Mordini, la scelta è caduta sull’acciaio corten, trattato con deox extra, passivante e cerato. In questo modo sono stati realizzati questi infissi a taglio termico, con trattamento superficiale acidato e, successivamente cerato.
I vetri del piano terra sono del tipo Blindovis spessore 18/19+12+6/7 di sicurezza con doppia camera. Ai piani superiori sono stati adottati vetro camera spessore 6/7+15+5. In questo modo si è ottenuto un isolamento acustico e termico ampiamente rispondente al dettato legislativo ed in grado di creare un isolamento energetico ottimale. Le murature perimetrali hanno uno spessore minimo di ml 0,52.

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Al fine di aumentare considerevolmente la luminositàgli infissi sono stati tutti inseriti ad incastro e scomparsa sia nelle murature in pietra che nelle colonnine in pietra di nuovo insediamento: a vista è solo la parte apribile dell’infisso. Il modificarsi delle norme nel tempo e il modificarsi dello spessore dei solai per l’insediamento di tutti i nuovi impianti ha comportato la necessità di insediare nuovi parapetti in tutte le finestre del primo e secondo piano.
Per gli stessi motivi di luminosità è stato adottato un profilo orizzontale, sufficientemente robusto che lasciasse trapelare la maggiore luminosità possibile. Questo nuovo parapetto, analogo per disegno al cancello della Centrale Termica, doveva essere inserito nella pietra perimetrale delle finestre, senza romperla.
Con il fabbro si è studiato un meccanismo di incastro e di inserimento di viti a scomparsa che lasciano perfettamente in vista i parapetti. La scelta di verniciarli con un colore molto simile alla pietra onnipresente del luogo, rientra nella volontà di utilizzare materiali e finiture, utilizzando se possibile le preesistenze.
Per la porta d’ingresso la scelta è stata più tradizionale e più netta: è stata realizzata una porta in legno “okumè” (spessore 80 mm), laccata color rosso, con serratura di sicurezza, certificazione Ce, abbattimento termico certificato ed abbattimento acustico 38 decibel. Il colore esalta la novità dell’infisso rispetto alle parti restaurate e segna con tutta evidenza, l’ingresso nei confronti delle varie aperture di servizio.

Gli impianti

Edilizia rurale| Restauro residenziale in val di Nibbio

Tutta la casa viene riscaldata con impianto radiante a pavimento, supportato in alcuni locali dai radiatori Irsap e in arredo nei bagni. Il tutto è controllato da valvole climatiche servocomandate. Sul coperto sono inseriti i collettori di captazione solare per avere un funzionamento integrato estate-inverno completo di complesso di circolazione, sicurezza e controllo con sonde sulla cella termica e sui collettori solari.
Il camino di espulsione fumi della caldaia a legna e pellet è in acciaio inox Dn150, coibentato con portello di pulizia al piede e coibentazione in fibroceramica resistente alle alte temperature. L’impianto è realizzato in tubo di polietilene reticolato prodotto Rehau, modello Rauterm. L’impianto a gas Gpl è realizzato a norma Uni-cig, 7131. Il transito pareti è stato realizzato con guaina passante sigillata verso l’interno con diametro del tubo maggiore di 1 cm.
Impianto idrico, scarichi ed elettrico. L’adduzione dell’acqua dal contatore è stata realizzata con tubo Pe Dn 32 P N 10 interrato mentre l’impianto scarichi è stato realizzato con tubi in polipropilene inanellato sezione minima Dn 50 e Dn 110 (acque cariche). L’intera rete di scarichi ha ventilazione sfociante sul tetto con la stessa sezione della colonna discendente. Il comignolo è in rame con cappello conico circolare e foratura di aerazione.
L’impianto aspirapolvere è stato realizzato centralizzato con tubazione in Pvc Dn 50. L’unità di aspirazione è predisposta nei servizi del P.t.
L’impianto elettrico è stato realizzato con apparecchiature di serie Vimar Plana. L’impianto antenna tv è stato insediato sul crinale della collina adiacente per migliorarne la ricettività. Nella sala giochi è stato insediato un sistema audio video per le proiezioni.
In tutte le stanze ci sono le casse audio con una centralizzazione nel soggiorno per l’ascolto di radio e cd. L’aspirazione forzata ha le bocchette ad ogni piano tipo Aer Tp2. Al fine di provvedere sin da ora a eventuali necessità future (ospiti, ampliamenti …) è stata realizzata una fognatura completamente autosufficiente con un filtro batterico anaerobico utile, sin da ora, a soddisfare le necessità di ulteriori insediamenti oltre a quanto già previsto, nella previsione di restaurare gli edifici attigui.

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Impianti termo energetici. Il progetto termotecnico è stato realizzato dallo Studio Valentini di Castrocaro Terme di Forlì. Ha previsto 3 elementi di approvvigionamento dell’energia. Nei pressi dell’edificio è stato insediato un deposito di Gpl comune a tutte le situazioni di autonomia energetica, quale supporto straordinario.
L’impianto energetico ordinario è alimentato da una caldaia a doppia alimentazione: pellet e legno.
La casa, situata in mezzo ai boschi può essere alimentata interamente con la legna dei boschi circostanti.
Il terzo elemento energetico è costituito dai pannelli solari accuratamente integrati nel coperto e visibili solo dall’alto. L’integrazione energetica dei pannelli solari, accompagnata alla eccellente esposizione coperto e della casa, può supplire per buona parte dell’anno interamente ai fabbisogni energetici.
L’articolo completo è su Imprese Edili di dicembre a pag. 12>> 

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