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Industria delle costruzioni: produzione con segno ancora negativo

I prossimi anni, secondo i dati Istat riguardanti la produzione nel comparto delle costruzioni e quelli riguardanti l’occupazione, continueranno a essere negativi. Con il risultato che se non s’interverrà rapidamente si aggraverà l’ecatombe economica e sociale in corso da anni. A parlarne è Domenico Pesenti, segretario generale Filca Cisl.

Gli ultimi dati di elaborazione Istat lasciano percepire chiaramente che i prossimi anni saranno davvero drammatici vista la situazione relativa alla produzione nel mercato delle costruzioni edili. Ancora una volta gli operatori del mercato dell’edilizia (imprenditori, rappresentanze sindacali, operatori, produttori di materiali …) chiedono con forza provvedimenti urgenti e, tra questi, quelli tesi a favorire  interventi immediati: lavori per la sicurezza del territorio, per il risanamento dei luoghi colpiti dal dissesto idrogeologico, per la messa in sicurezza degli edifici pubblici. Vediamo comunque nello specifico qual è la situazione censita dall’Istat.industria delle costruzioni_occupazione

Produzione nelle costruzioni. Nel mese di dicembre 2013 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è aumentato, rispetto a novembre 2013, dell’1,3%. Nella media del trimestre ottobre-dicembre l’indice ha registrato una flessione del 4,4% rispetto ai tre mesi precedenti.
L’indice corretto per gli effetti di calendario a dicembre 2013 è diminuito in termini tendenziali dell’8,8% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 19 di dicembre 2012). Nella media dell’intero anno 2013 la produzione nelle costruzioni è scesa del 10,9% rispetto all’anno precedente. A dicembre 2013 l’indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del 5,5% rispetto allo stesso mese del 2012. Nel confronto tra la media del 2013 e quella dell’anno precedente, la produzione è diminuita del 10,9%.

Occupazione e disoccupazione (aggiornata a dicembre 2013). La diminuzione del numero di occupati (persone di almeno 15 anni che nella settimana di riferimento hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attivitĂ  che preveda un corrispettivo monetario o in natura) è lieve rispetto a novembre 2013 (0,1%, pari a 25 mila) e un po’ piĂą marcata rispetto al dicembre 2012 (1,9%, pari a 424 mila unitĂ ).
Gli occupati sono complessivamente 22 milioni 270 mila, con un tasso di occupazione, a dicembre 2013, del 55,3%, in flessione dello 0,1% rispetto a novembre e dell’1% rispetto a allo stesso mese del 2012. Quanto ai disoccupati (persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento), il tasso di disoccupazione è al 12,7%, in calo dello 0,1% in termini congiunturali ma in aumento di 1,2 punti nei dodici mesi.
I disoccupati a dicembre 2013 sono 32 mila in meno del mese precedente (-1%), ma ben 293 mila in piĂą, con un balzo in avanti di 10 punti percentuali, su base annua. Scorporando il dato per fascia anagrafica, la situazione risulta ancora critica nella fascia 15-24 anni: 671 mila disoccupati (l’11,2% della popolazione per fascia d’etĂ ), con un tasso di disoccupazione (cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi, occupati o disoccupati) del 41,6%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento del 4,2% nel confronto tendenziale.
Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15,7%, cresce di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ma cala di 1,6 punti nei dodici mesi. Sono occupati 943 mila giovani tra i 15 e i 24 anni, in aumento dello 0,7% rispetto al mese precedente (+7 mila) ma in diminuzione del 9,6% su base annua (-100 mila). Infine i dati per genere: a dicembre l’occupazione diminuisce su base mensile sia nella componente maschile (-0,1%) sia in quella femminile (-0,2%), come pure su base annua (per gli uomini -2,5%, per le donne -0,9%). Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,3%, scende dello 0,1% rispetto al mese precedente e di 1,6 punti percentuali su base annua. Quello femminile, pari al 46,5%, diminuisce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,3 punti rispetto a dodici mesi prima.

Domenico Pesenti | Segretario generale FilcaCisl
domenico-pesenti«I dati diffusi e relativi alla produzione nelle costruzioni raccontano di una serie negativa davvero impressionante. Se non si interviene rapidamente si aggraverà l’ecatombe economica e sociale in corso da anni, con effetti drammatici. Negli ultimi anni i dati tendenziali della produzione nelle costruzioni ha fatto sempre registrare il segno negativo. La conseguenza è che dall’inizio della crisi il comparto ha perso 740mila addetti. Si tratta di un dramma sociale senza precedenti, che il nuovo governo avrà il dovere di fermare, non limitandosi a confermare anno per anno i bonus sulle ristrutturazioni ed il risparmio energetico, proroga positiva ma insufficiente. Per rilanciare il settore sono necessari interventi per la messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico ed il rischio sismico, per evitare nuove tragedie. Poi bisogna con urgenza provvedere alla messa a norma gli edifici pubblici, soprattutto scuole ed ospedali. Come Filca – Cisl non siamo per cementificare ma per la ristrutturazione del patrimonio abitativo già esistente in una logica di risparmio energetico e di edilizia sostenibile».

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