Integrazioni

Invecchiamento cromatico

Restauro conservativo delle superfici marmoree, a intonaco e bronzee della cappella funeraria dei conti Benso di Cavour a Santena (To).

La facciata a intonaco è stata sottoposta a pulitura al fine della completa eliminazione dei depositi superficiali. Le lacune più profonde sono state stuccate con impasto di grassello di calce steso a due o più mani successive, caricate da inerti tipo terre naturali, polvere di marmo o di pietra e i sali solubili sono stati eliminati tramite l’applicazione di compresse assorbenti. La superficie a intonaco è stata reintegrata nelle porzioni mancanti o fortemente distaccate e la decorazione finale è stata eseguita con tinta a calce. Il restauro ha previsto inoltre il trattamento finale contro gli attacchi biologici mediante l’applicazione a pennello di biocida. Per evitare il ripresentarsi dei fenomeni di degrado legati alla forte presenza di umidità, l’intervento ha compreso la bonifica del terreno di tutta la zona limitrofa, attraverso la formazione di scannafossi e pozzetti e la sistemazione e sostituzione di gronde e tubazioni.

Riflessioni a margine dell’esperienza
Uno dei problemi maggiori che i progettisti hanno dovuto affrontare nel restauro della tomba è stato quello relativo all’umidità che in un periodo di tempo, anche piuttosto contenuto, aveva comunque prodotto danni e che, aveva richiesto, a più riprese, interventi di riparazione. Nel restauro attuale si è cercato per prima cosa di rimediare alle cause e successivamente agli effetti. Un altro elemento da sottolineare riguarda il progressivo scolorimento che in 150 anni si è verificato sulle lastre di marmo saltrico: da nero a grigio. All’originaria tonalità si accostavano altri elementi quali le superfici intonacate. Nell’intervento, quindi, il problema è stato quello, da una parte, di rispettare il naturale invecchiamento cromatico di un materiale che, peraltro, non corrispondeva a nessun peggioramento delle sue caratteristiche, e, dall’altro, armonizzare l’insieme considerando anche quegli elementi che, realizzati in materiale diverso, non avevano subito lo stesso effetto del tempo. Si è scelta la via della conservazione dello stato esistente, anche con le sue difformità, cercando solamente di attenuare le disarmonie più evidenti. La stessa attenzione al dettaglio e alla conservazione ha riguardato anche tutte le tracce di interventi passati (vedi per esempio «integrazione a farfalla», chiodini nella scritta). La filosofia generale è stata quella di un mantenimento del segno e solo se necessario, una leggera attenuazione del contrasto.

Chi ha fatto Cosa
Committente
Consulta per la valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.
Progetto di restauro
Studio di architettura f.lli Vinardi, Gianfranco Vinardi, Carlo Vinardi, Barbara Vinardi, Monica Fantone.
Consulenti per le metodologie del restauro
prof. arch. Maria Grazia Vinari prof. arch. Luciano Re
Direzione lavori
Gianfranco Vinardi
Impresa esecutrice Cooperativa per il restauro scpa
Restauratrice
Simona Offredi
Sotto l’alta sorveglianza
della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Piemonte, e della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantrpologici del Piemonte.

Autori: Barbara Vinardi, libera professionista; Monica Fantone, libera professionista; Daniela Pittaluga, UniversitĂ  di Genova

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