Ingegneria Sismica Italiana | Proposte al Governo

Potenziare il Sismabonus nella Legge di Bilancio 2019

Ecco le proposte presentate da Isi al Governo su come stabilizzare e potenziare il quadro delle agevolazioni fiscali da inserire nella Legge di Bilancio 2019 per l’adeguamento sismico degli edifici. Le proposte riguardano l’applicazione del Sismabonus negli interventi su edifici a uso produttivo, uso residenziale e una strategia a lungo termine d'incentivi alla prevenzione.

Tra gli indirizzi d’azione del nuovo esecutivo (insediato nella primavera 2018) vi è stato quello di avviare un programma di robusti tagli alle aliquote fiscali sui redditi, cosa che ha suscitato più di una preoccupazione in merito alla sorte del pacchetto di detrazioni attualmente in vigore per gli interventi di adozione di misure antisismiche.

Per trovare un equilibrio tra nuove misure per la crescita e relative coperture di spesa, sono state le detrazioni per l’edilizia a essere additate tra quelle agevolazioni da sacrificare a beneficio di un taglio generalizzato dell’Irpef.

Per quel che riguarda il pacchetto Sismabonus, in particolare, si aggiungeva poi l’assenza, tra gli argomenti a suo favore, di una statistica a supporto di dati e investimenti effettivamente generati dalla sua entrata in vigore.

Per scongiurare il rischio che le detrazioni di cui agli articoli 16 e 14 del dl 63/2013 vengano annullate  – e con esse le relative potenzialità nonché le aspettative del settore – Ingegneria Sismica Italiana (Isi) ha segnalato presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti il proprio punto di vista e la preoccupazione per una misura che, anziché sacrificata, andrebbe perfezionata e potenziata.

Dossier per il Mit

Nella veste di associazione tecnica trasversale ai settori industriale e professionale, nonché forte di un ruolo scientifico e culturale che la caratterizza rispetto alle diverse organizzazioni di filiera, Isi ha prodotto per il ministero delle Infrastrutture e Trasporti e per la sua segreteria tecnica un articolato dossier, finalizzato a evidenziare e segnalare l’irrinunciabilità dello strumento, sul presupposto però di un’analisi critica ed oggettiva di quelle criticità, di sistema, e punti di debolezza, specifici della disciplina, che nel quadro attuale vanno pur riconosciute.

In attesa di conoscere il testo definitivo della prossima legge di stabilità, che non sembra non dover intervenire con modifiche sostanziali sul pacchetto di norme che regolano le agevolazioni fiscali per interventi di riduzione del rischio sismico sugli edifici, Isi ha confermato e ribadito le sue proposte, ordinate anche secondo una scala di priorità.

Facilitare l’applicazione del Sismabonus negli interventi su edifici a uso produttivo

Rimodulare l’importo della detrazione per gli interventi di messa in sicurezza sismica nel settore non residenziale, fissando un tetto massimo parametrato alla superficie dell’immobile.

Intervenire con un correttivo tecnico sul dm 68/2017, allineando la normativa in questione a quella in materia di sicurezza di macchinari, impianti e scaffalature industriali/commerciali.

Estendere il credito d’imposta (all’art. 16 comma 1-quinquies del dl n. 63 ) anche agli interventi eseguiti sulle unità destinate a uso produttivo.

Facilitare l’applicazione del Sismabonus nel settore residenziale

Estendere al Sismabonus (essendo già prevista per le detrazioni fiscali per interventi di efficientamento energetico) l’opzione riservata ai soli soggetti incapienti (ovvero ai contribuenti che rientrano nella no tax area e sono quindi esclusi dall’imposizione Irpef, per espressa previsione o perché l’imposta lorda viene assorbita dalle detrazioni previste dal Tuir) di cedere il credito d’imposta alle banche ed intermediari finanziari.

Ampliare la platea degli immobili su cui è consentita la fruizione del sismabonus nei casi di demolizione e ricostruzione senza aumento di volumetrie a quelli ubicati nelle zone 2 (che si configurano comunque come zona ad alta pericolosità) ed in zona 3 (in cui possono verificarsi forti terremoti ma rari, come riportato nella stessa relazione tecnica della legge 232 del 2016).

Estendere i benefici fiscali alle spese sostenute per l’effettuazione di studi ed indagini propedeutiche agli interventi antisismici, indipendentemente dall’effettiva realizzazione degli interventi stessi.

Strategia a lungo termine d’incentivi alla prevenzione

Garantire al dispositivo fiscale un periodo sufficientemente lungo per il suo rodaggio e per la sua sedimentazione nella sensibilità dei cittadini: dare pertanto certezza della sua conferma e stabilizzazione.

Coinvolgere i cittadini in un processo di conoscenza e condivisione degli strumenti attualmente in vigore, anche attraverso la predisposizione di apposita Documentazione divulgativa da inviare ai proprietari degli immobili, sottolineandone le ricadute in termini economici e sociali.

Nel contesto della campagna di comunicazione di cui sopra, sostenere e dare eco alle campagne di informazione organizzate dai principali attori della filiera (associazioni, ordini e collegi professionali, casse di previdenza dei professionisti …).

Studiare anche per l’Italia, come già è stato fatto in altri paesi, una strategia per lo sviluppo di una cultura della copertura del rischio con strumenti assicurativi, evitando imposizioni vessatorie nei confronti dei cittadini, ed evitando cioè meccanismi di obbligatorietà della copertura assicurativa dell’immobile, favorire la graduale diffusione e penetrazione nel mercato di polizze assicurative che associno alla sicurezza dell’immobile un tangibile e monetizzabile ritorno economico (in termini di valore dell’immobile e di certezza del danno rimborsato in caso di evento calamitoso).

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