Descrizione degli elementi. La pietra di rivestimento di colore bianco e rosa è tratta dalla vicina cava di Genzano di Sassa. Nei mascheroni allegorici, tutti diversi l’uno dall’altro, si riconoscono fattezze di monaci, cavalieri, dame, forse caricature di personaggi noti; questi sono tutti intervallati da formelle rettangolari, novantatré delle quali contenenti un fiore in rilievo e un rosone, mentre le rimanenti cinque sono vuote. Queste ultime rappresenterebbero le piaghe del Cristo, mentre il rosone è a simboleggiare il ciclo della vita e quindi l’eternità. Un mistero legato all’opera riguarda la sorgente di alimentazione, tenuta volontariamente segreta per evitare che un castello piuttosto che un altro ne rivendicasse la paternità, tanto da spingere a giustiziare il progettista affinché non la rivelasse a nessuno. Oggi sappiamo che sicuramente l’acqua arriva dalla zona soprastante, quella cioè nei pressi del convento dei frati cappuccini e della chiesa di S. Chiara, sul lato nord-orientale della zona della Rivera. Stato di conservazione. Nel 2009, a seguito del sisma del 6 aprile la fontana ha subito danni, soprattutto per quanto riguarda il fronte destro che si appoggia sul perimetro murario della città.
Descrizione dell’intervento. Curati dalla ditta aquilana Edimo Restauri, i lavori sono stati organizzati in tre fasi distinte.
1 Fase. Consolidamento di tipo strutturale del monumento
- risanamento delle perdite d’acqua;
- consolidamento strutturale della fontana, delle mura della città e di Porta Rivera;
- impermeabilizzazione del pavimento.
Risanamento delle perdite d’acqua. Le infiltrazioni dovute alla falda acquifera presente nella zona posteriore, aggravata dal terremoto, erano arrivate all’interno della muratura e, di conseguenza, è risultato inevitabile incanalare il flusso e deviarlo da un’altra parte. Da diverse ricerche effettuate all’interno dei cunicoli delle sorgenti è stata verificata la provenienza di differenti direttrici dell’acqua del muro di controterra. Queste sono state quindi opportunamente regimentate e incanalate. Consolidamento strutturale. In questa fase i lavori si sono concentrati soprattutto nella parte laterale di destra della fontana. In questa zona è stato necessario smontare le parti sconnesse e riallineare sia le paraste che si erano distaccate dal resto delle murature, sia le antiche mura della città indebolite dalla scossa. Si è intervenuto sul consolidamento strutturale recuperando parti delle mura di Borgo Rivera danneggiate dal sisma, che interessano la struttura della stessa fontana, e ricucendo il punto di unione tra la porta del Borgo e le mura. I contrafforti interni ed esterni sono stati smontati e rimontati dopo catalogazione numerica e fotografica. L’operazione di rimontaggio degli elementi delle paraste nella loro collocazione originaria è stata effettuata con malte Mape Antique strutturale Nhl. Per quanto riguarda l’intervento sulla Porta della Rivera si è operato in maniera differente nelle diverse zone. Nella parte del fornice le operazioni sono state:
- smontaggio e rimontaggio dei conci previa numerazione degli elementi in funzione del successivo intervento di smontaggio;
- rilievi grafici e fotografici;
- smontaggio completo degli elementi con relativo immagazzinamento;
- rimontaggio nella collocazione originaria utilizzando malte Mape Planitop Hdm restauro; • rete bidirezionale in fibre di carbonio e vetro (Mape Grid G220).
2 Fase. Consolidamento delle superfici.
- pulitura dei licheni;
- pulitura delle macchie nelle vasche;
- stuccatura di finitura dei giunti;
- restauro elementi decorativi-consolidamento delle superfici della muratura.
Pulitura dei licheni. Trovandosi in zona umida e quindi soggetta all’aggressione massiccia di muschi e licheni, la pulitura e la disinfestazione della patina biologica, svolta in due cicli, ha portato un notevole miglioramento della superficie, che era quasi sparita sotto la vegetazione. Durante i lavori di pulitura dei conci in pietra i restauratori hanno scoperto che gli stessi sono stati siglati singolarmente con le iniziali f-m-a dagli scalpellini che li realizzarono.
Stuccatura di finitura dei giunti. I restauratori hanno deciso di rimuovere i materiali incoerenti usati in precedenti lavori di restauro dovuti a crolli e terremoti avvenuti nel corso dei secoli, ed eseguire iniezioni di consolidamento della muratura con la successiva stuccatura di profondità per rinforzare gli elementi lapidei. Negli interventi effettuati in questo restauro, a differenza dei precedenti, si è cercato di utilizzare materiali che più si avvicinano agli originali, come la calce idraulica mista alla sabbia calcarea locale. In questa fase dell’intervento sono state effettuate colature a caduta di malta per iniezione Mape Antique.
Restauro elementi decorativi-consolidamento delle superfici. In particolare si è intervenuti sulla lapide commemorativa che si trova al centro della parete frontale, sulla quale sono incisi, oltre allo stemma delle città, il nome dello scultore e forse architetto, Tancredi Da Pentima e altri elementi grafici. Grazie alla rimozione delle malte cementizie che erano state utilizzate in precedenti restauri e che ne deterioravano la conservazione, e alla conseguente reintegrazione delle parti mancanti, oggi l’elemento risulta leggibile e comprensibile in tutti i suoi aspetti.