ExpoTraining - Fiera Milano | Sondaggio Fonditalia 2018

Le aziende italiane hanno voglia di innovazione e di formazione

Il lavoro si trasforma e nelle aziende italiane c’è voglia di innovazione, ma servono risorse, informazione e supporto per passare all’azione. Questo trapela dal Sondaggio FondItalia 2018, realizzato con ExpoTraining e Fiera Milano condotto su un campione di 1115 professionisti di età compresa tra 35 e 54 anni. Per il 57,89% degli intervistati innovare e formare le proprie risorse rappresenta l’unica via per le imprese per competere nel mercato del lavoro.

«Nelle aziende italiane il bisogno di innovazione e formazione è ormai fortemente sentito, si è consapevoli di come possano essere le strategie principali per affrontare il mercato, ma anche per ridurre il rischio di esclusione occupazionale. Esiste però ancora un forte gap tra quello che si vorrebbe e quello che concretamente viene fatto e sembra mancare una adeguata informazione».

Questo il dato saliente che emerge dell’annuale sondaggio realizzato da FondItalia, il Fondo Paritetico Interprofessionale per la Formazione Continua (in collaborazione con ExpoTraining ed ExpoLavoro&Sicurezza, importante manifestazione italiana sul mondo del lavoro e della formazione) e Fiera Milano e promosso dai media partner (Money.it; Radio Kiss Kiss–play everywhere; Economiapertutti.com; Uomo & Manager; HT–Human Training e Oipa Magazine).

Sondaggio online con metodo Cawi

Sono 1115 le persone che hanno partecipato al sondaggio, realizzato con metodo Cawi online (dal 28 novembre 2017 al 30 aprile 2018). Si tratta soprattutto di consulenti, imprenditori, esperti di comunicazione (54,39%), residenti centro-nord (78,26%), di ambo i sessi, con un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (62,61%) e un titolo di studio elevato (laurea per il 59,65% dei partecipanti), provenienti soprattutto dal settore dei servizi (53,91%) sia rivolti alle imprese che alle persone.

Innovare come processo, unica via per competere

Nello specifico, il 57,89% dei partecipanti al sondaggio ritiene che innovare sia l’unica via per competere nel mercato del lavoro nazionale ed internazionale ed il 40,35% pensa che innovare rappresenti una leva per aumentare produttività e fatturato.

Solo il 6,14% si mantiene scettico, ritenendo che sia solo un modo per automatizzare il lavoro (6,14%) e ridurre il personale (6,14%). Solo il 5,26% dichiara che l’innovazione possa rappresentare solo un costo per le imprese.

A fronte di questa grande fiducia verso l’innovazione, vista come una grande opportunità di crescita e permanenza nel mercato per le imprese, solo la metà degli intervistati dichiara che la propria azienda innova costantemente (37,39%) o almeno ogni anno (15,65%), mentre l’altra metà dichiara che nella propria azienda accade ogni 2/3 anni (pe il 13,04%), ogni 5 anni (per il 5,22%), raramente (per il 21,74%) o addirittura mai (per il 6,96%).

Se consideriamo l’innovazione come un processo prima di tutto culturale dell’azienda, esso non può che essere continuativo e già innovare ogni 2/3 anni segnala un disastroso ritardo rispetto a scenari di mercato in continuo mutamento.

Domanda: secondo la sua esperienza professionale, ritiene che innovare rappresenti per le imprese…

Incrementare le competenze

Se innovare significa soprattutto realizzare azioni capaci di rendere più snelle ed efficienti le strutture organizzative e produttive delle imprese, l’80,17% dei partecipanti al sondaggio ritiene che tutto ciò può aumentare la necessità, per le risorse umane che vi lavorano, di incrementare le competenze tecniche e trasversali.

Interessante segnalare che solo una percentuale molto bassa di intervistati (il 3,45%) vive l’innovazione come una minaccia, capace di sostituire la componente umana con la tanto temuta robotica.

Innovare richiede che le persone abbiano maggiori e costanti opportunità di formazione (per il 70,18%), conoscano le lingue (per il 31,58) e possiedano competenze legate al web (per il 21,68%) cosicché possano anche essere a riparo da rischi di esclusione occupazionale.

Tra le competenze web individuate come più utili, il marketing digitale (per il 46,90%) e la gestione dei social (per il 15,04%). Ancora poca considerazione invece per l’e-commerce, visto come strategico solo dal 7,96% degli opinionisti.

Domanda: quanto innova l’impresa nella quale lavora?

Le opportunità del Piano industria 4.0

Una delle grandi opportunità di innovazione e formazione per le aziende, è certamente il Piano Industria 4.0, che mette a disposizione 13 miliardi di euro dal 2017 al 2020 per sostenere le aziende italiane nel processo di digitalizzazione e robotizzazione dei sistemi produttivi.

Se ne è parlato molto, ma continua ad esserci un 25,44% degli intervistati che non ne ha mai sentito parlare ed un 15,79% che ne ha sentito parlare ma non ha approfondito l’argomento.

Il 58,77% che ne ha sentito parlare, ritiene che il Piano Industria 4.0 possa rappresentare un’opportunità per le imprese solo se ben gestito sia dal Governo che dalle imprese (per il 58,77%). Solo il 7,02% lo ritiene uno spreco di energie e di denaro.

Domanda: il Piano Industria 4.0 è un super piano da 13 miliardi di euro dal 2017 al 2020 per sostenere le aziende italiane nel processo di digitalizzazione e robotizzazione dei sistemi produttivi. Ritiene che per le
imprese possa rappresentare…

Formazione e digitalizzazione

Sono ancora una volta gli enti di formazione (per il 26,32%) e le associazioni di impresa (per il 25,44%) i soggetti ritenuti più idonei per sostenere le aziende italiane nel processo di digitalizzazione e robotizzazione dei sistemi produttivi.

Solo il 35,40% degli opinionisti, infine, dichiara di conoscere ed usufruire delle opportunità di sostegno economico alla formazione fornite dai Fondi Interprofessionali, a fronte del 32,74% che le conosce ma non le ha mai utilizzate e del 31,86% che non ne ha mai sentito parlare.

Dalla lettura di questi dati emerge che è oramai riconosciuto il ruolo strategico rappresentato da innovazione e formazione per il futuro delle imprese sia in Italia che nei mercati internazionali e si è consapevoli che entrambe possano rappresentare uno scudo di fronte ai rischi di esclusione occupazionale.

Se è vero che il lavoro si trasforma così velocemente per via dell’innovazione tecnologica, allora anche la formazione deve sapersi trasformare altrettanto velocemente, adattandosi ai nuovi scenari di mercato, alle nuove forme organizzative, alle nuove forme di comunicazione.

Egidio Sangue | Vicepresidente Fonditalia.

Francesco Franco ed Egidio Sangue, rispettivamente presidente e vicepresidente di FondItalia hanno dichiarato congiuntamente che «enti di formazione, rappresentanze di imprese e lavoratori, Fondi Interprofessionali possono fare molto per sostenere le imprese di fronte a questo grande mutamento di scenari di cui è stata compresa la portata ma che si fatica ancora ad affrontare. La ‘rivoluzione tecnologica ed industriale’ a cui stiamo assistendo in questi decenni oltre ad essere compresa ed interpretata, va anche accompagnata con mezzi e modi consoni e FondItalia è pronta a fare la sua parte e rappresentare una concreta risorsa per le imprese ed i lavoratori in tal senso».

Carlo Barberis, presidente di ExpoTraining ha sostenuto: «l’iniziativa di FondItalia mi pare straordinariamente utile, perché ci permette di tracciare le strategie per non essere colti impreparati. Dobbiamo formare oggi le imprese ed i lavoratori che affronteranno il mercato tra 3/5 anni».

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