Governo Renzi | Linee programmatiche

Le misure del Governo Renzi tra soddisfazioni e ulteriori attese

Taglio dell’Irpef da dieci miliardi, bolletta energetica inferiore per le pmi, meno vincoli sull’apprendistato e sui contratti a tempo determinato, piano casa all’insegna del risanamento dell’edilizia sociale e della riqualificazione delle periferie. Sono questi alcuni dei punti programmatici del Governo Renzi. Indirizzi che arriveranno a compimento entro maggio attraverso appositi decreti.

È da considerarsi «a lungo respiro» l’elenco e il cronoprogramma degli atti programmatici del Governo Renzi che verranno tradotti nei prossimi mesi in specifici provvedimenti attuativi. Con una data, quella del 1° luglio prossimo, quando, secondo il premier, l’Italia sarà più competitiva grazie anche alla riforma della pa. E stando ai primi commenti delle rappresentanze sindacali, Renzi ha saputo partire bene con il suo programma per la ripresa dell’Italia e degli italiani, un programma che ha una sottile somiglianza e che ricorda molto il Contratto con gli italiani siglato a suo tempo dall’ex-premier Berlusconi.LavoroDicevamo dei commenti positivi dei sindacati che, è il caso di ricordare, appena tre mesi fa avevano scioperato e manifestato in tutt’Italia per sollecitare il taglio delle tasse sul lavoro bocciando la legge di stabilità del Governo Letta. Ora Bonanni, Angeletti e la Camusso hanno accolto positivamente l’annuncio che dieci milioni di lavoratori dipendenti riceveranno nelle loro buste paga i dieci milioni di taglio del cuneo fiscale.
Positivi i riscontri per l’abbassamento della tassazione sul lavoro dipendente, positiva la scelta di alzare la tassazione sulle rendite finanziarie portandola al 26% come si fa in altri paesi europei, un po’ meno è la soddisfazione per l’estensione a 36 mesi dei contratti a termine senza causale.

Il rimedio agli errori del duo Monti-Fornero. Soddisfazione di tutte le rappresentanze (sindacali e politiche) per il «rimedio» posto agli errori della Fornero e del Governo Monti: in particolare soddisfazione per aver abbandonato l’applicazione della legge Fornero che, introducendo rigidità nei contratti, ha fatto sì che si bruciassero migliaia di posti di lavoro. Un giudizio questo condiviso anche da Confindustria, che non è mai venuta meno nel contestare la riforma varata dal Governo Monti, una legge che ha di fatto ridotto le opportunità di occupazione ingessando il mercato del lavoro.

Giudizio in «attesa» dagli imprenditori. Molta attesa comunque rimane nel giudizio e nelle reazioni dei rappresentanti del mondo industriale e produttivo. Marco Venturi di Rete Imprese Italia e Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, hanno manifestato parziale soddisfazione. Questo è il loro commento: «sull’Irap c’era molta più attesa e restano penalizzati i redditi più bassi dei piccoli imprenditori.
Il commento degli esponenti delle pmi è positivo ma occorre attendere maggiori approfondimenti in particolare le disponibilità per le coperture dei provvedimenti. Il sostegno alle famiglie coi redditi più bassi e lo snellimento della burocrazia sono i primi passi che vanno nella giusta direzione, certo è che rimane l’errore dell’esclusione dai benefici sull’Irpef delle numerose partite Iva e dei lavoratori autonomi». Le vere preoccupazioni, spiega Giorgio Merletti, vertice di Confartigianato, «consistono nelle difficoltà della burocrazia che possa frenare il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione e nella mancata estensione del taglio dell’Irpef ai lavoratori autonomi».
Entrando nel merito dei provvedimenti, spicca subito la soluzione definita dallo stesso Renzi «strutturale» dei debiti della pubblica amministrazione.

Entro luglio saldati i debiti della Pa. Verranno sbloccati 68 miliardi di euro anche se il ministro dell’economia Carlo Padoan non ha ancora totalmente quantificato a quanto ammonta il debito. In particolare per questo provvedimento si fa leva su un piano delineato da Banche e Cdp per rendere più facile la gestione dei crediti delle imprese in modo pro-soluto. Le cessioni saranno coperte dalla garanzia statale.
Gli istituti bancari che si troveranno a gestire i debiti della pubblica amministrazione morosa potranno cederli di conseguenza alla Cdp (con un plafond annuo). Un altro provvedimento fa leva sul patto di stabilità interno con allentamenti per il pagamento dei debiti di parte capitale accumulati al dicembre 2013 ed è stato istituito il piano di rifinanziamento del Fondo per la liquidità (già previsto con il decreto legge 35/2012) e quello per il ripiano dei debiti dei ministeri. Per quanto concerne il futuro, e soprattutto per evitare che si formino nuovi arretrati, è stato introdotto l’obbligo di registrazione delle fatture: sono previsti incentivi legati agli obiettivi di finanza pubblica per chi è rispettoso dei tempi e, di contro, il divieto di assunzione per chi sfora la tempistica. Diventerà obbligatoria la certificazione del credito con risposta entro i 30 giorni.

Edilizia scolastica. Per quanto concerne l’edilizia scolastica, la scelta, condivisa d’intervento è da ritenersi strategica: si tratta di 3,5 miliardi reperiti attraverso gli stanziamenti degli anni scorsi mai utilizzati. Gli interventi che ne derivano verranno coordinati da un’apposita unità di missione della presidenza del consiglio dei ministri guidata da Graziano Delrio. Questo provvedimento comunque è collegato anche alla concessione agli enti pubblici degli spazi finanziari per l’utilizzo delle risorse che hanno nelle casse pubbliche per i progetti pronti da avviare con i cantieri. Si tratta di una spesa che fino a oggi era stata bloccata dal patto di stabilità: patto che Renzi vuole eliminare a vantaggio dei centri di spesa locali virtuosi.

Difesa del territorio. 1,6 miliardi sono stati assegnati a lavori di difesa del territorio dal rischio idrogeologico. Un’apposita unità di missione, sempre coordinata da Graziano Delrio, guiderà gli interventi.

Piano Casa. Riduzione della cedolare dal 15 al 10% per chi affitta la casa di proprietà a canone concordato: questa è la principale leva del Governo per rimettere in moto il mercato degli affitti calmierati. Detrazione fiscale portata fino a 9mila euro annui in favore degli inquilini sempre a canone concordato con reddito inferiore a 15.493 euro.

Riqualificazione alloggi. Il programma prevede anche un piano di riqualificazione degli alloggi Iacp (468 milioni che dovrebbero permettere il recupero di 17mila alloggi ogni anno). Per quanto concerne i piani di vendita degli alloggi popolari agli inquilini, sarà previsto un apposito decreto interministeriale tra i ministeri dell’Economia, delle Infrastrutture e degli Affari Regionali per riavviare una legge risalente al 2008 che dovrebbe permettere sconti a chi acquista. Sempre per gli inquilini che acquistano sono previste nuove agevolazioni in conto interessi in caso di sottoscrizione di un mutuo. Viene rifinanziato per 100 milioni il Fondo affitti e per 226 milioni il Fondo di morosità incolpevole, che aiuta chi, a livello temporale, non è stato in grado di pagare la rata dell’affitto.

Pmi e bolletta energetica. Già dal prossimo 1° maggio il costo dell’energia per le pmi (14 miliardi di euro) verrà ridotto del 10% attraverso un’apposita rimodulazione del paniere della bolletta energetica. L’avviamento del piano avrà necessità di alcune tempistiche anche se è stato stimato di rendere operativo il taglio completo entro l’anno dopo la consultazione pubblica con tutti gli operatori, dai produttori delle rinnovabili agli energivori, ai gestori di rete.

Attività produttive. Sempre a partire da maggio verrà effettuata un’operazione sull’Irap che si finanzierà con l’aumento della tassazione sulle rendite dal 20 al 26% (si tratta di 2,6 miliardi) e l’Irap si ridurrà del 10%. Questa si può considerare un’autentica novità anche perché Renzi era più propenso a ridurre l’imposta sulle persone fisiche piuttosto che l’imposta regionale sulle attività produttive.

Irpef. Dal prossimo maggio ci saranno dunque mille euro netti all’anno per chi guadagna meno di 1500 euro al mese. Il limite di reddito per la riduzione dell’Irpef è infatti di 25mila euro lordi. I contribuenti interessati al taglio dell’Irpef grazie a maggiori detrazioni sono stati in dieci milioni di unità (tra lavoratori dipendenti e assimilati). Per quanto concerne la scansione degli sconti per le diverse fasce di reddito, bisognerà attendere una prossima comunicazione del Governo. Il taglio del cuneo fiscale sui lavori dipendenti varrebbe 10 miliardi di euro una volta a regime e 6 miliardi quest’anno.

Apprendistato e lavori a tempo. Per quanto concerne il contratto di apprendistato (che dopo il varo della legge Fornero è stato reso più difficile sino al punto di essere poco utilizzato da parte delle imprese), il Governo ha chiarito che il ricorso alla forma scritta vale solo per il contratto e il patto di prova e non quindi come ora è previsto anche per il relativo piano formativo individuale. Sono stati abrogati dei commi del dlgs 167 del 2011 (Sacconi) introdotti dalla legge Fornero, eliminando le previsioni secondo cui l’assunzione dei nuovi apprendisti è condizionata alla conferma in servizio del 30% degli apprendisti dipendenti al termine del percorso formativo.
Per quanto concerne l’apprendistato di primo livello, il Governo ha dato risposta alle esigenze imprenditoriali deliberando che la retribuzione dell’apprendista per la parte riguardante le ore di formazione sia pari al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento. Sempre per quanto concerne il datore di lavoro, è stato eliminato l’obbligo di integrare la formazione di tipo professionalizzante e di mestiere (che sarebbe poi l’apprendistato di secondo livello) con l’offerta formativa pubblica. Entrando nel merito del lavoro a tempo, sarà un apposito decreto legge a semplificare i contratti a termine.
Dopo le modifiche apportate dalla legge 92 e dal decreto Giovannini, ora è prevista la possibilità per il datore di lavoro di non illustrare le motivazioni tecniche-organizzative-produttive che lo portano ad apporre un temine al rapporto per il solo primo contratto (della durata massima di 12 mesi).
Con il decreto legge questo termine è portato a 36 mesi facendo coincidere l’assenza di causale con la durata massima di tre anni del contratto a termine previsto dal dlgs 368/2011. Annullato anche il distacco di dieci giorni tra un contratto a termine e l’altro: si potrà quindi prorogare anche più volte il contratto a tempo determinato entro il limite di tre anni purché sussistano ragioni oggettive e si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa. È stato introdotto un limite massimo di utilizzo del contratto a termine e non si potrà superare il 20% dell’organico complessivo per l’utilizzo di tale contratto.

Cassa integrazione. Sei mesi di tempo per riformare gli ammortizzatori sociali e rivedere i criteri di concessione e di utilizzo delle integrazioni salariali escludendo i casi di cessazione aziendale. Questi alcuni provvedimenti in discussione tra i ministri compresa la possibilità di prevedere che l’accesso alla cassa integrazione possa avvenire solo a seguito di esaurimento di altre possibilità di riduzione dell’orario di lavoro.
Non vi sarà più la cassa integrazione in deroga secondo quanto previsto dalla legge Fornero e le risorse (a carico della finanza pubblica) verranno utilizzate per il nuovo sussidio universale che, secondo il Governo, dovrà proteggere tutti i lavoratori in caso di disoccupazione involontaria. Questo sussidio dovrà essere legato alla storia contributiva dei lavoratori.

Agenzia nazionale per l’impiego. L’istituzione di un’agenzia nazionale per l’occupazione (partecipata da Stato, Regioni, Provincie autonome) verrà vigilata dal ministero del Lavoro. A questa agenzia verranno trasferiti enti e uffici del dicastero che si occupano di politiche attive. L’agenzia dovrà lavorare in sinergia con l’Inps, che diventa ente pagatore delle prestazioni di politica attiva. La volontà principale è quella d’inserire in una struttura nazionale un monitoraggio e un controllo sui trasferimenti e sulle politiche per l’occupazione che restano di competenza delle regioni per quanto riguarda la programmazione.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here