Rigenerazione urbana | Riqualificazione immobiliare

L’edificio 4.0 nel manifesto di Federcostruzioni

L’esigenza di una diversa logica infrastrutturale negli edifici moderni, che passa dalla “riqualificazione digitale” del patrimonio immobiliare esistente, è ineludibilmente parte sostanziale della risposta del mondo delle Costruzioni al processo di digitalizzazione che sta interessando tutti i comparti industriali e che non può non riguardare anche esso stesso.

«Edificio 4.0costruire digitale per un’Italia più sociale, più sicura, più sostenibile» è il titolo dell’evento di Federcostruzioni durante il quale è stato presentato il manifesto associativo con le proposte per la rigenerazione urbana e la riqualificazione immobiliare del Paese.

Il presupposto del manifesto redatto da Federcostruzioni sta nella considerazione che l’edificio intelligente integrato in un quartiere intelligente, che fa parte di una città intelligente può consentire il monitoraggio e la raccolta di informazioni utili per una gestione più sostenibile di energia, mobilità, inquinamento, sicurezza sociale, sicurezza strutturale, servizi idrici, manutenzione privata e pubblica … con un risparmio per il cittadino che può essere anche molto importante.

In questo scenario l’applicazione del Bim (Building Information Modeling) in fase di progettazione e gestione dei cantieri, così come di tutte le tecnologie digitali, dal rilievo laser al monitoraggio tramite sensori di sicurezza, materiali e componenti, alla gestione delle macchine, fino all’esecuzione dei controlli tramite realtà aumentata, può consentire di ridurre in modo sostanziale gli errori di progettazione e costruzione, riducendo i tempi di realizzazione e i costi di un’opera e fornendo le basi per una migliore successiva gestione.

Inoltre l’uso di idonee piattaforme digitali e di standard di comunicazione riconosciuti possono poi essere gli elementi chiave per una gestione trasparente ed efficiente degli appalti.

Le 10 proposte di Federcostruzioni (QUI IL MANIFESTO)

1. Miglioriamo la sostenibilità urbana | Diamo l’avvio a un nuovo sviluppo delle Città, tenendo conto dell’evoluzione digitale e dei suoi riflessi sulla vita dei cittadini.

2. Riqualifichiamo il patrimonio immobiliare | Pianifichiamo un ammodernamento e rinnovo del patrimonio immobiliare con un’integrazioni dei sistemi di controllo e gestione intelligente degli edifici e che superi il concetto di micro interventi.

3. Miglioriamo l’efficienza e il comfort degli Edifici | Riduciamo i costi di gestione degli edifici e rendiamoli più confortevoli e attivi nel servizio dell’utente.

4. Rendiamo più Sicuro il Patrimonio Immobiliare | Avviamo una riqualificazione intelligente del patrimonio immobiliare dal punto di vista della sicurezza strutturale e sociale.

5. Riduciamo i costi della Pubblica Amministrazione | Ammoderniamo e rendiamo sostenibili gli edifici pubblici con progetti innovativi, sulla base di modelli costruttivi  e gestionali digitali per abbattere i costi delle inefficienze

6. Tuteliamo e Valorizziamo gli edifici storici | Realizziamo una mappatura digitale del patrimonio culturale per una migliore gestione e fruizione per il pubblico.

7. Riduciamo i costi di gestione degli Edifici | Attiviamo un controllo diffuso delle performance degli edifici attraverso infrastrutture digitali e figure competenti.

8. Diffondiamo l’uso del Bim (Building Information Modeling) | Creiamo i presupposti per una reale attuazione del Decreto Bim negli Appalti Pubblici e la diffusione nei lavori privati della digitalizzazione.

9. Promuoviamo una cultura del Riuso e del Costruire Sostenibile | Integriamo i concetti di Cam e Lca nei modelli digitali dei processi delle costruzioni, attraverso l’adozione del Bim e l’applicazione dei protocolli di Certificazione

10. Creiamo un quadro normativo a supporto della Digitalizzazione | Dare un supporto allo sviluppo e aggiornamento normativo per favorire un’evoluzione digitale degli edifici.

Il messaggio del ministro Danilo Toninelli al convegno di Federcostruzioni

Senza una edilizia di qualità e senza buone opere pubbliche, il Paese non va avanti. Oserei dire che è come un corpo senza scheletro. La crisi è stata dura per il settore delle costruzioni. Alla sua vigilia, nel 2008, il comparto pesava per l’11% del Pil, oggi siamo intorno all’8%.

I posti di lavoro, tra dipendenti e indipendenti, sfioravano i 2 milioni e adesso sono meno di 1 milione e mezzo. Qualche segno di risveglio si vede e non mancano eccellenze diffuse. Ma il mercato stenta e l’area degli appalti pubblici non aiuta. Anzi, il committente pubblico è alquanto imballato.

Ci sono ancora troppe opere che stentano a partire o sono ferme. Passa ancora troppo tempo tra lo stanziamento dei fondi, le gare, l’affidamento dei lavori, la partenza e poi la chiusura dei cantieri. In tal senso, il mio ministero sta lavorando a correttivi sul Codice dei Contratti e sicuramente c’è molto da snellire anche quando pensiamo ai compiti e all’azione del Cipe.

Noi, come governo e come M5S, puntiamo molto sul rafforzamento degli investimenti pubblici in seno alla domanda aggregata. E pensiamo soprattutto alle piccole opere diffuse sul territorio, quelle che aiutano davvero la crescita.

Inoltre, osserviamo che le ristrutturazioni stanno allargando il loro spazio nel mercato edilizio. La mia forza politica ha sempre chiesto la stabilizzazione della leva delle detrazioni fiscali per le riqualificazioni. E posso anticipare che il mio ministero sta lavorando a innovazioni importanti anche sul fronte del sismabonus.

Tuttavia, oggi, il convegno di Federcostruzioni parte da un titolo: “Edificio 4.0”. E il tema del “costruire digitale” è tra i più interessanti e affascinanti per me. Non solo come ministro, ma anche come esponente di un soggetto politico, il MoVimento 5 Stelle, che nel digitale e nella condivisione trova una delle proprie ragioni d’esistere.

Stop al consumo di suolo. Sì alla gestione sostenibile del suolo occupato e alla rigenerazione urbana. Questo è il futuro, questa è la sfida di innovazione che potrà aiutare il settore a ripartire. Parliamo di sostenibilità finalizzata al benessere e a una maggiore qualità della vita dei cittadini.

Il Bim, Building information modelling, può far fare un salto di qualità agli appalti pubblici. Si possono ridurre drasticamente i tempi di progettazione e i costi di costruzione, ottimizzando la gestione delle infrastrutture realizzate. Ecco perché lavorerò duramente alla diffusione della digitalizzazione nel settore delle costruzioni.

E le proposte di Federcostruzioni in tal senso sono da tenere in debita considerazione.
Lo scambio di informazioni tra progetti è un valore aggiunto importantissimo. Da questo punto di vista la possibilità di lavorare su un principio di apertura come “Open Bim” rappresenta un vantaggio irrinunciabile.

Ora si tratta di spingere sul pedale dell’acceleratore per rendere il prima possibile operativa una piattaforma digitale di gestione del Bim e degli oggetti Bim. E il mio ministero sosterrà il ruolo dell’Italia nella realizzazione della piattaforma europea.

Ma è altrettanto fondamentale aiutare le amministrazioni pubbliche, le stazioni appaltanti a progettare in Bim, una sfida tanto difficile quanto irrinunciabile.
Perché, dopotutto, il ripensamento degli spazi urbani e del costruire in genere non può che avvenire tenendo conto, da una parte, della società che cambia e, dall’altra, del paesaggio e dell’ambiente, il cui valore costituzionale non è mai stato riconosciuto e difeso abbastanza nel nostro splendido Paese.

Su questo garantisco il massimo impegno da parte mia e del mio ministero.

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