Guida pratica | Conservazione

Leggibilità del mosaico

Lo scopo dell’intervento di restauro nella Rotonda di Salonicco è stato quello di garantire l’autenticità storica del mosaico e fare in modo che questa potesse essere compresa anche dal grande pubblico. Le operazioni effettuate hanno riqualificato e reso più leggibile l’immagine del decoro musivo, assicurato il consolidamento della superficie del mosaico e contributo ad una maggiore limpidezza della visione d’insieme pur nel rispetto delle diverse tracce storiche.

Sono terminati gli interventi di restauro nella Rotonda di Salonicco, in cui appare in tutta la sua bellezza uno dei mosaici più impressionanti dell’arte della tarda antichità.   La Rotonda di Salonicco, uno dei monumenti più splendidi della Grecia, ha aperto le sue porte al pubblico dopo un lungo periodo di restauro. Ad oggi, è considerato come uno degli edifici appartenenti al complesso imperiale di Galerio costruito all’inizio del IV secolo. Negli anni di Teodosio I la chiesa è convertita in tempio cristiano e le superfici sono decorate da mosaici risalenti probabilmente dal IV al VI secolo d.C. mentre dal 1524 al 1912 è stata convertita in mausoleo dagli ottomani.
Il monumento, consiste in una struttura cilindrica sormontata da una cupola di diametro 24.5 m; la massima altezza dal pavimento fino la chiave di volta della cupola è di 29.8 m. Il muro di sostegno di diametro 6.3 m. Alla sommità vi era un oculo che in occasione della realizzazione dei mosaici è stato occultato.

Prima fascia, scena nord. Pulizia del vecchio intervento e applicazione d’intonaco marrone-rosso. (Per l’immagine si ringrazia l’Archivio della Soprintendenza dei Beni archeologici della città di Salonicco. Direzione generale dei Beni archeologici e del Patrimonio culturale. Ministero della Cultura e dello sport).
Prima fascia, scena nord. Pulizia del vecchio intervento e applicazione d’intonaco marrone-rosso. (Per l’immagine si ringrazia l’Archivio della Soprintendenza dei Beni archeologici della città di Salonicco. Direzione generale dei Beni archeologici e del Patrimonio culturale. Ministero della Cultura e dello sport).

Una recente teoria proposta da prof. Sl.Ćurčić sostiene che il monumento fosse stato costruito probabilmente tra 322 e 323 a.C., da Costantino I destinato a essere il suo (terzo) mausoleo, quando la città stava per diventare la nuova capitale del Impero. Questa teoria esaminata da Ch.Bakirtzis e P.Mastora della Soprintendenza di Salonicco è stata da loro confermata (Ch.Bakirtzis. P.Mastora, N.Pitsalides, 2014). Gli studiosi di tale teoria sostengono che nell’ampliamento strutturale effettuato per la conversione del tempio a chiesa, non è presente il decoro musivo mentre le immagini possono essere collegate anche all’iconografia della tarda antichità. Inoltre questa teoria si basa su aspetti di tecnica figurativa che collega i volti e i colori del mosaico della Rotonda a dei nobili dell’epoca di Costantino I a Trier, ai ritratti di Costantino I ma anche al decoro mosaico del mausoleo di Centcelles in Spagna e conferma la coesistenza dell’arte imperiale e dell’inizio dell’arte cristiana.

Prima fascia. Scena nord. Pulizia del vecchio intervento e applicazione d’intonaco marrone-rosso. Vista dell’interno.
Prima fascia. Scena nord. Pulizia del vecchio intervento e applicazione d’intonaco marrone-rosso. Vista dell’interno.

I mosaici. La decorazione dell’interno era composta di rivestimenti marmorei e da un complesso musivo. Il mosaico copriva l’intradosso della cupola, le lunette e le volte a botte dei nicchioni ricavati nello spessore del muro. I mosaici a diretto contatto con la luce, cioè lunette e volte, permettevano la diffusione della luce in modo da creare la sensazione di un mondo distinto, sublime e immenso. Le tessere musive colorate definiscono forme, oggetti e lettere mentre quelle d’oro e argento creano una fusione tra luce terrestre (oro) e luce divina (argento). Cerchi intersecati, cassettoni perforati, scaglie e forme geometriche ripetute creano nelle volte dei nicchioni una sorta di frontiera dalla quale si possono intravedere uccelli, frutta e fiori e trasmettono una sensazione di benessere e pace verso l’al di là.
Le tessere d’oro presentavano nel loro supporto due diverse tonalità di ocra a seconda dell’oggetto raffigurato. Una ocra gialla veniva usata come sfondo di un’immagine iconografica mentre una ocra marrone-rosso per lo sfondo dorato. Questo differenzia il riflesso luminoso dello spazio architettonico dall’illuminazione del soggetto in modo da permettere che esso risalti dallo sfondo. La vivacità e la diversa prospettiva proviene dalla stessa applicazione delle regole di luce-ombra che si presentano in tutto il sontuoso sfondo architettonico (Ch.Bakirtzis. P.Mastora, N.Pitsalides, 2014).

La decorazione dell’interno era composta di rivestimenti marmorei e da un complesso musivo parzialmente salvato.
La decorazione dell’interno era composta di rivestimenti marmorei e da un complesso musivo parzialmente salvato.

Il restauro dei mosaici. Il progetto di restauro dei mosaici della Rotonda è stato avviato per rimediare ai danni provocati dai terremoti del 1978. I lavori sotto la direzione della Soprintendenza dei beni bizantini di Salonicco, partirono immediatamente e furono sviluppati in tre fasi. Dal 1978 al 1994 sotto la direzione della soprintendente E.Kourkoutidou-Nikolaidou e dal 1995 al 1999 e 2002 al 2008 sotto la direzione del soprintendente Ch.Bakirtzis.
Le ragioni del dissesto statico riscontrati all’inizio del primo progetto di restauro erano dovute a tre cause diverse. La prima riguardava il degrado naturale della struttura, la seconda gli effetti aggiuntivi dei continui terremoti e la terza la perturbazione dell’equilibrio statico provocata dal interruzione della pianta circolare originaria. Per soddisfare le esigenze del nuovo culto cristiano il nicchione est è stato ampliato in altezza e larghezza, oltre che nel suo prolungamento, per costruire l’abside che ospiterebbe il bema (presbiterio). Questa somma di problematiche strutturali ha influenzato anche la parte del decoro mosaico. Inoltre, per la particolare geometria di ogni superficie coperta da tessere musive sono state adottate diverse metodologie d’intervento.

Prima fascia. Scena nord. Pulizia delle tessere, fase d’integrazione con nuova malta. (Per le immagini si ringrazia l’Archivio della Soprintendenza dei Beni archeologici della città di Salonicco. Direzione generale dei Beni archeologici e del Patrimonio culturale. Ministero della Cultura e dello sport).
Prima fascia. Scena nord. Pulizia delle tessere, fase d’integrazione con nuova malta. (Per le immagini si ringrazia l’Archivio della Soprintendenza dei Beni archeologici della città di Salonicco. Direzione generale dei Beni archeologici e del Patrimonio culturale. Ministero della Cultura e dello sport).

La prima fase di restauro 1978-94. Nell’intradosso della cupola e per proteggere il mosaico dalla pressione delle operazioni di consolidamento della struttura portante fu applicata una garza in strisce verticali e orizzontali. Nei casi di mancanta adesione delle tessere sono state effettuate iniezioni di caseina seguite da limitate pressioni della superficie. Per mettere in sicurezza i frammenti del mosaico con rischio di caduta si è provveduto a un distacco dell’elemento, al suo restauro e a una nuova posa in opera. Questa problematica si presentava più spesso in prossimità delle fessurazioni. Una situazione molto distinta si presentava nella parte dei vani a volte a botte. Le profonde lesioni in evoluzione non davano molte possibilità d’intervento. I mosaici dovevano essere staccati dalle volte. Dopo il consolidamento della struttura e l’analisi mineralogica delle malte, per creare un impasto coerente a quello antico iniziarono le operazioni di riposizionamento. Al posto dei chiodi di ferro ossidati usati per fissare l’intonaco sono stati usati chiodi di titanio.
Un ultima operazione d’intervento riguardava la riadesione della «cartolina» delle tessere musive d’argento. Le operazioni di questa fase erano limitati nel restauro conservativo, mentre quello estetico fu confrontato in fase successiva e in modo completo.

Volta sud-est. Cassettoni perforati e forme geometriche ripetute creano nelle volte dei nicchioni una sorta di frontiera dalla quale si possono intravedere uccelli, frutta e fiori e trasmettono una sensazione di benessere e pace verso l’al di là.
Volta sud-est. Cassettoni perforati e forme geometriche ripetute creano nelle volte dei nicchioni una sorta di frontiera dalla quale si possono intravedere uccelli, frutta e fiori e trasmettono una sensazione di benessere e pace verso l’al di là.©Daniel Diffendale.

La seconda fase di restauro 1995-99. Nella seconda fase di interventi oltre al proseguimento dei lavori e alla documentazione delle operazioni effettuate vi è stata un’analisi critico- scientifica sui lavori precedenti. Il progetto di restauro, finanziato dal secondo quadro comunitario di sostegno, riguardava la prima banda della cupola, le lunette e il vano ovest. Operazioni più attente di pulizia meccanica e idraulica con sapone naturale e spazzole, hanno portato in luce tessere coperte da malte oppure da colori ad acqua. Per le operazioni di consolidamento delle tessere è stato introdotto il Ledan Tb1 che al contrario della caseina si solidificava più rapidamente con limitata contrazione, utilizzabile tutto l’anno. Per il consolidamento dello sfondo delle tessere è stato introdotto l’uso dell’emulsione acrilica Primal Ac33 in forma di iniezioni. Nei casi di distacco della superficie d’argento oppure oro delle tessere di vetro, l’adesione è stata effettuata con uso di resina acrilica Paraloid B72. Particolare attenzione è stata data alla documentazione dei lavori (attuali e precedenti) e della condizione del mosaico, mentre è stata effettuato del rilievo in scala 1:1. (Ch.Bakirtzis, P.Mastora, 2005).

Dettaglio volta sud-est.
Dettaglio volta sud-est.©Daniel Diffendale

Le prime due fasi di restauro hanno offerto una nuova lettura del monumento. Le operazioni di restauro degli anni 2002-2007 sono state completate con successo. Negli anni successivi e prima dell’apertura del monumento al pubblico a dicembre del 2015 la commissione preposta alla revisione dei lavori ha confermato un comportamento positivo del mosaico alle operazioni di restauro sia conservativo che figurativo. In scala limitata sono state effettuate procedure di risarcimento. Sebbene in ogni intervento di restauro dei mosaici della Rotonda venissero effettuate delle puliture degli intonaci applicati in interventi precedenti, residui di tali intonaci erano rimasti a partire da quelli del 1889. Di conseguenza lo stato degli stessi era caratterizzato da eterogeneità al livello di composizione oltre che di colore superficiale.

Intradosso cupola. Le tessere d’oro presentavano nel loro supporto due diverse tonalità di ocra a seconda dell’oggetto raffigurato allo scopo di far risaltare gli oggetti dallo sfondo.
Intradosso cupola. ©Daniel Diffendale

Le operazioni effettuate.

  • Individuazione di singole tessere oppure di piccoli parti del mosaico coperte da interventi precedenti.
  • Dettagliato controllo della stabilità della superficie di supporto e operazioni complementari di fissaggio. Per alcune tessere posizionate in punti critici come ai limiti delle lesioni è stato necessario intervenire con iniezioni di resina acrilica (di tipo Primel 40% soluto in acqua) e argilla, poi attentamente rimossa, per la parte in eccedenza, con lancette e spazzole.
  • Distacco, restauro e nuova posa in opera delle scoperte sotto intonacature precedenti oppure, in numero più contenuto, tessere staccate dalle operazioni di pulitura che sono state consolidate con l’uso di resina acrilica Primal.
  • Saldatura della «cartolina» per le tessere d’oro e d’argento.
  • Operazioni di pulitura meccanica del mosaico con uso di sapone di ph neutro (Texapon), acqua deionizzata, spugne e stoffe assorbenti. Le intonacature di colore marrone rosso (intervento di restauro 1953), colle di pesce e fibre di garza (usata come fissaggio temporaneo nel 1978), malte in base di calce e colla di caseina (usate nel periodo 1978-94) sono stati rimossi. In altri casi di residui di colore sono stati usati impacchi ad acqua deionizzata prima delle opere di pulitura suddette.
  • Pulitura delle stuccature neutre. Questo progetto doveva risanare le superfici dalle sostanze inquinanti e macchie di colori vari provenienti da operazioni di restauro precedenti (per esempio macchie di colore dal restauro del 1978-94 e caseina di calce e Ledan Tb1 dal consolidamento del 1995-99).
  • Restauro estetico. Lo scopo era quello di eliminare gli effetti ottici eterogenei salvaguardando i disegni preparativi dove sono stati individuati. Esaminando gli interventi precedenti è stato notato che il colore marrone-rosso colmava la sensazione di vuoto e degrado mentre i colori più chiari la esaltavano. Per gli interventi in aree limitate, piccole lesioni e giunti, è stata usata una «soluzione di cassia», che oltre alle sue capacità fisiche si avvicina molto al colore del supporto (sinopia) permettendo la lettura degli interventi distinti. L’applicazione è stata effettuata a strati per garantirne il controllo, dato che si applicava in una superficie eterogenea per materiale e per colore. Per le aree estese è stato scelto l’uso di marmorino per la sua ottima capacità di adesione con le superfici sottostanti; esso permette la coloritura, è reversibile e coerente con le intonacature precedenti. In aree molto limitate è stato sostituito l’intonaco neutro da uno nuovo in base di calce (9° Soprintendenza dei Beni Bizantini, 2007).
Partizione sud.
Partizione sud. Le tessere d’oro presentavano nel loro supporto due diverse tonalità di ocra a seconda dell’oggetto raffigurato allo scopo di far risaltare gli oggetti dallo sfondo.©Daniel Diffendale

Chi ha fatto cosa.

Responsabile di cantiere: Ch.Bakirtzis, soprintendente dei Beni archeologici
Archeologo: P.Mastora
Conservatori di mosaici: N.Pitsalides, S. Marmara
Ingegnere civile: V.Xanthos
Tempistiche del restauro: 2002-2008

Ringraziamo per il gentile rilascio del materiale il soprintendente St. Chondrogiannis e P.Mastora, St.Tzevreni e M. Kyranoudi della Soprintendenza dei beni archeologici della città di Salonicco.

Maria Tzaneti, architetto e libero professionista 

Daniela Pittaluga, Università di Genova, Scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio

PER SAPERNE DI PIÙ
Ch. Bakirtzis, P. Mastora, N. Pitsalidis. «The Conservation of Rotunda’s Mosaics in Thessaloniki: An Act of Discovery» D. Michaelides (ed.) in collaboration with A.M.Guimier and R.Nardi.
Proceedings of the 10th Conference of the International Committee for the Conservation of Mosaics (Iccm), «Conservation, an Act of Discovery» Palermo, 2008.
Palermo 2014 Ch.Bakirtzis, E.Kourkoutidou-Nikolaidou, Chr.Mavropoulou-Tsioumi. «Mosaics of Thessaloniki, 4th-14th century». Kapon Editions 2014.
Ch.Bakirtzis, P.Mastora. «The conservation of the Rotunda’s mosaics.1995-1999» Proceedings of the 8th Conference of the International Committee for the Conservation of Mosaics (Iccm), «Wall and Floor Mosaics: Conservation, Maintenance, Presentation» Thessaloniki October 29-November 3, 2002. Ch.Bakirtzis(ed.) in collaboration with K.Raptis and P.Mastora Thessaloniki 2005.
9a Soprintendenza dei Beni Bizantini. Relazione di Progetto: Restauro estetico degli mosaici di Rotonda(2002-2007)». Ministero dei Beni culturali 2007.
E.Kourkoutidou Nikolaidou.«I mosaici di Salonicco e Giannis Colefas». Ministero dei Beni culturali 1990.

Per maggiori informazioni sul complesso imperiale clicca qui

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