Direttiva europea | Appalti pubblici

L’Europa chiede agli stati membri l’adozione del Bim per gli appalti pubblici

Gli operatori del sistema delle costruzioni hanno espresso il proprio sostegno alla decisione della Commissione Europea di rivedere le normative sugli appalti pubblici invitando gli stati membri a considerare l’utilizzo di strumenti informatici come il building information modeling (Bim) per i contratti pubblici e i concorsi di progettazione.

Il Building information modeling (Bim) permette ai team di progetto e realizzazione di edifici e infrastrutture di utilizzare modelli in 3D digitali per collaborare e supportare i progetti in tutto il loro ciclo di vita: dalla progettazione e documentazione alla costruzione, al supporto in cantiere.

A differenza dei disegni 2D tradizionali, i dati di un progetto realizzato utilizzando il Bim, sono più consistenti, coordinati e precisi, permettendo ai diversi stakeholder di essere costantemente aggiornati indipendentemente dal numero o dalla tipologia di modifiche apportate al progetto. In questo modo i progetti relativi ad edifici e infrastrutture vengono creati e completati più velocemente e risultano più economici e sostenibili.

Il ruolo dell’Unione europea. La direttiva European union public procurement directive (Euppd) chiede ai 28 stati europei membri d’incoraggiare l’utilizzo del Bim per i progetti edili finanziati con fondi pubblici nell’Unione Europea a partire dal 2016. Oggi è già previsto in Inghilterra, Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia e Norvegia.

Gli appalti pubblici svolgono, infatti, un ruolo importante nella performance economica generale della Comunità Europea, dove gli acquirenti pubblici spendono il 18% del Pil nelle forniture, nelle opere e nei servizi. Secondo uno studio del 2012 rilasciato dalla Commissione Europea, gli enti pubblici che hanno già implementato soluzioni di e-procurement hanno ottenuto un risparmio tra il 5% e il 20% per le spese di appalto.

La dimensione totale del mercato Eu degli appalti è stimato in oltre 2 trilioni di euro, quindi ogni 5 punti percentuali risparmiati si tradurrebbero in 100 miliardi di euro risparmiati all’anno, equivalente alla costruzione di 150 ospedali di grandi dimensioni. Il settore edile europeo genera il 10% del pil e 20 milioni di posti di lavoro, soprattutto nelle micro e piccole imprese. L’edilizia è anche una grande consumatrice di prodotti intermedi, come le materie prime, i prodotti chimici, le apparecchiature elettriche ed elettroniche, i servizi connessi.

A fronte della sua importanza economica, l’andamento del settore edile può influenzare significativamente lo sviluppo dell’economia europea in generale. In aggiunta ai benefici economici osservati con l’introduzione delle tecnologie per la costruzione, gli edifici esistenti contribuiscono al 40% di gas serra e di consumo di energia in proporzione simile.

Il settore italiano delle costruzioni fornisce 1,9 milioni di posti di lavori soprattutto nella micro e nella piccola impresa e il suo mercato è stimato in 250 miliardi di euro.

Roland Zelles | Vicepresidente Autodesk per Europa, Medioriente e Africa
«Per la prima volta, l’Unione Europea sta chiedendo ai propri stati membri di considerare l’utilizzo della tecnologia per modernizzare e migliorare i processi di appalti pubblici. L’ampia adozione del Bim da parte del mercato Aec europeo non solo ridurrebbe il costo dei progetti finanziati con fondi pubblici ma rafforzerebbe notevolmente la competitività globale del mercato europeo a livello internazionale».

Alberto Pavan | Polimi, resp. scientifico Innovance Baec
«Rapportando al sistema Italia una ricerca del Nist statunitense, nelle costruzioni si bruciano 500 milioni di euro ogni anno in extracosti dovuti a inefficienze nel flusso delle informazioni. I 2/3 dei tempi di produzione di un’opera pubblica sono dedicati ad aspetti burocratici e di progetto, solo 1/3 alla realizzazione, eppure, secondo l’Autorità dei lavori pubblici, la pubblica amministrazione è soccombente nel 99% degli arbitrati, con un costo per l’erario di 425 milioni di euro. Il Building information modelling, ma anzitutto management (Bim & M), può essere oggi l’unica vera risposta per la committenza, gli investitori, i progettisti e le imprese. Contrariamente a quanto si può pensare, grazie alla norma Uni 11337:2009 e le sue specifiche tecniche e, soprattutto, grazie al progetto Innovance, l’Italia potrà giocare un ruolo attivo verso questa vera rivoluzione, culturale prima ancora che tecnologica».

Angelo Ciribini | Dicatam, Università degli Studi di Brescia
«I vantaggi che il Bim potrebbe arrecare al mercato domestico sono direttamente proporzionali alla possibilità che gli operatori dello stesso trovino un sistema reciproco di convenienze impostato sulla trasparenza anziché sull’opacità. Ciò appare assai problematico e dipende essenzialmente da quanto le inefficienze sistemiche possano essere ancora tollerate in un contesto di profondo ridimensionamento e di grande riconfigurazione del mercato. Ciò detto, sul piano metodologico della gestione della conoscenza occorre una capillare e paziente azione formativa e addestrativa basata sul project management, mentre sul piano strumentale è opportuno che si diffondano le infrastrutture di clouding, i software service, le dotazioni di hardware adeguate. La direttiva comunitaria potrebbe avere un ruolo significativo in quei paesi che vedono nel Bim un fattore di politica industriale e che si sono dotati di una strategia di medio termine per l’ambiente costruito.
L’accelerazione dello sviluppo dell’Open Bim contribuirà all’adozione estensiva di strumenti di model e di code checking. Per quanto le committenze pubbliche siano fondamentali come apripista e cavie da laboratorio, la diffusione del Bim dipenderà essenzialmente da quanto banche e assicurazioni lo riterranno statisticamente affidabile come elemento di mitigazione dei rischi d’insuccesso
».

Carlo Alberto Bettini | Direttore sistemi informativi Cmb
«Con il Bim Cmb intende migliorare i processi di costruzione e gestione di un’opera, incrementando la qualità della progettazione attraverso un più efficace ed efficiente coordinamento interdisciplinare, riducendo gli errori e valutando rapidamente soluzioni alternative. Il Bim può migliorare la programmazione e la gestione del cantiere, anche attraverso una più fluida comunicazione con la direzione lavori e con i fornitori. Occorre prepararsi per un futuro dove l’utilizzo del Bim sarà un requisito primario».

Vittorio Caffi | Dipartimento Abc del Politecnico di Milano
«Le moderne tecnologie Bim sono un’occasione concreta per rimuovere le inefficienze tipiche del settore edilizio e sono una risorsa per l’innovazione del processo di produzione e gestione del costruito. Gli strumenti Bim, oggi giunti a un grado di maturità tale da consentire un controllo efficace dell’informazione dalla fase di concezione fino a quella di esercizio di un’opera, permettono economie di settore di rilievo. Per questo motivo da parte dei governi dei principali paesi industrializzati vi è una crescente attenzione verso l’adozione del Bim per le procedure di appalto pubblico: le esperienze internazionali mostrano che i processi produttivi basati sul Bim sono in generale più efficienti, forniscono un prodotto finale di alta qualità e garantiscono un controllo migliore dei costi».

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