XIX Rapporto Centro Einaudi - Ubi Banca | Economia globale e l’Italia

L’export non basta per la crescita, occorre rilanciare l’edilizia

Alla presentazione del rapporto, Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia, ha ritenuto che è «un ulteriore autorevole riscontro a quanto affermiamo da tempo. Occorre però intendersi bene su cosa fare per rilanciare l'edilizia. Perché «edilizia» non significa solo appalti, costruzioni o operazioni di nicchia, ma vuol dire soprattutto sostegno al mercato immobiliare e all’investimento del risparmio diffuso».

Se si dovessero mettere insieme tutte le ricette proposte per risolvere i problemi dell’ammalato Paese Italia ne uscirebbe un librone che neanche Pellegrino Artusi… La più recente è dell’economista Mario Deaglio alla presentazione del XIX rapporto Einaudi-Ubi dal titolo «Un disperato bisogno di crescere», redatto con i contributi di Giovanni B. Adornino, Giorgio Arfaras, Anna Caffarena, Anna Lo Prete, Paolo Migliavacca, Anna Paola Quaglia, Giuseppe Russo.

Da sinistra: Achille Colombo Clerici, Alfio Noto, Michele Perini, Federico Falck
Da sinistra: Achille Colombo Clerici, Alfio Noto, Michele Perini, Federico Falck

A seguire i lavori in Assolombarda parterre qualificato di imprenditori, economisti, finanzieri, tra cui il presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici.

Secondo Deaglio, se il bonus di 80 euro in busta paga dato dal Governo Renzi fosse andato ai giovani, sarebbe stato utilizzato per i consumi facendo ripartire l’economia. Ma sarebbe bastato? Come risulta dallo stesso rapporto, non c’è ripresa se non c’è fiducia.

L’Italia è un Paese ricco. La ricchezza finanziaria delle famiglie è di 3.500 miliardi, 6.500 (circa quattro volte il pil) se si considera anche il patrimonio immobiliare. Ma non c’è voglia di investire: 100 miliardi di investimenti domestici in meno a fronte di investimenti italiani all’estero per 50 miliardi. Si preferisce tenere i soldi sotto il materasso a causa del pessimismo: nei confronti dell’Europa (siamo i più critici, 60%, nel continente, eravamo i maggiori estimatori), dei politici, dei burocrati, della giustizia… Un pessimismo che dura da almeno vent’anni. Non che sia ingiustificato, vista la non ottimale prova fornita dalle categorie sopracitate, di cui va radicalmente cambiata la cultura (non basteranno i decreti legge a farlo).

Anche se, va detto a parziale scusante di noi italiani, la crescita rallenta ovunque nel mondo, un clima meno collaborativo che nel passato percorre l’economia globale (che ha cessato di essere globale ed è diventata un reticolo di rapporti preferenziali), mentre gli ostacoli al libero commercio continuano ad aumentare, la spinta all’innovazione trasforma i modi di produrre e di consumare generando incertezza tra gli imprenditori. Pochissimi «poteri realmente forti» manipolano i mercati, accrescendo l’instabilità.

Cambia anche la struttura sociale: la classe media si espande in Oriente, Sud America, persino in Africa, ma è in trincea in America e in Europa, dove il «precariato» potrebbe avere una funzione fortemente destabilizzante. Si prevede che nel 2030 America ed Europa registreranno solo il 30% della classe media.
Ma resta il fatto che il nostro Paese declina rispetto ai parametri internazionali. Anche quando l’Italia fa un passo avanti, i Paesi con cui compete ne fanno due. I giovani laureati se ne rendono conto e infatti emigrano (sono il 18%, dati del 2012).
Non basta l’export (siamo il quarto Paese al mondo in classifica) per far riprendere i consumi.

Colombo Clerici accoglie con soddisfazione l’idea del rapporto, che mette il rilancio dell’edilizia alla base della ripresa del Paese, in quanto in grado di trascinare molti altri comparti economici e produttivi: «Un ulteriore autorevole riscontro a quanto affermiamo da tempo. Ma occorre intendersi bene su cosa fare per rilanciare questa benedetta edilizia. Per ora non sembra che circolino idee chiare in proposito. Perché «edilizia» non significa solo appalti, costruzioni o operazioni di nicchia, ma vuol dire soprattutto sostegno al mercato immobiliare e all’investimento del risparmio diffuso».

Gli interventi.

  • Saluti introduttivi di Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda e di Franco Polotti, presidente del Consiglio di gestione Ubi Banca
  • coordinamento di Salvatore Carrubba, presidente del Centro Einaudi
  • Carlotta De Franceschi, consigliere economico del presidente del Consiglio e di Action Institute
  • Sandro De Poli, presidente e ad di Ge Italia e Israele
  • Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi Banca.

Benito Sicchiero

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