Osservatorio | Dipartimento delle Finanze

Nuove partite Iva: immobiliare -15%

Confermata l’aggravarsi della crisi: in Italia sono state 50.759 le partite iva aperte a febbraio, quasi 5 mila in meno rispetto a febbraio 2012. Lo scorso anno 6mila dipendenti di studi professionali in cassa integrazione in deroga per oltre 2 milioni di ore pagate.

I dati mensili diffusi dall’Osservatorio sulle partite iva del Dipartimento delle Finanze confermano l’aggravarsi della crisi che sta assediando l’Italia in questi primi mesi dell’anno: nel febbraio scorso le partite iva aperte su tutto il territorio nazionale sono state 50.759, quasi 5mila in meno rispetto allo stesso mese del 2012.

Il calo del 9,4% accentua la tendenza già registrata a gennaio 2013, dove si era calcolato un decremento sul 2012 del 4,7%.
Complessivamente nel bimestre di quest’anno sono state aperte 135mila attività contro le 144mila dello scorso anno. A risentire principalmente della congiuntura negativa sono le persone fisiche: artigiani, professionisti, lavoratori autonomi hanno accusato un calo del 13% mentre un dato positivo emerge per le società di capitali, trainate dalla possibilità di costituire srl semplificate o a capitale ridotto (l’aumento rispetto al 2012, nello stesso mese, è del 8,6%).

Aree geografiche. Per quanto concerne la geografia delle nuove attività nessuna zona italiana è restata immune dal peggioramento: il 43%delle aperture di posizioni iva si è concentrato al nord, il 34% al sud e sulle isole, il 23% al centro Italia. Per quanto concerne i settori di attività subiscono cali rilevanti le attività immobiliari (-15%), gli studi di architettura e tecnici (-25%), gli ingegneri civili (-37%), le attività editoriali (-32%).

Studi professionali, dipendenti in cassa integrazione. C’è da registrare che sono elevati i numeri della crisi che lo scorso anno hanno colpito gli studi professionali: la contrazione del lavoro e i ritardi nei pagamenti delle prestazioni professionali da parte di imprese, famiglie ed enti pubblici stanno imponendo notevoli sacrifici ai professionisti che a loro volta si vedono costretti a ridurre i costi.
La crisi economica non ha trascurato nessun comparto facendo registrare un calo del fatturato pari al 29% per architetti, ingegneri, geometri e periti tecnici.
Il quadro congiunturale degli studi è aggravato anche dalle difficoltà che le diverse aree professionali affrontano per l’incasso della parcella: mediamente i ritardi nel pagamento si attestano intorno ai 6 mesi ma a volte arrivano anche a 10-12 mesi.
Per far fronte alle difficoltà aumenta il numero dei professionisti che fa ricorso alla cassa in deroga. È questo un fenomeno relativamente nuovo per il settore degli studi professionali introdotto per la prima volta con il decreto legge 158/2008 e che Confprofessioni ha iniziato a monitorare. Secondo i dati forniti dall’Inps emerge come nel corso dello scorso anno 6mila dipendenti siano stati messi in cassa integrazione registrando un aumento del 40% rispetto al 2011.
Secondo Confprofessioni nell’area tecnica e in particolare negli studi di architettura e ingegneria risultano 375 i dipendenti in cassa.

Gaetano Stella
presidente di Confprofessioni
ha considerato che si tratta «di un trend preoccupante anche se i numeri sono contenuti rispetto ad altri comparti produttivi. I dati rappresentano comunque un segnale di allarme per un settore che dà lavoro a un milione di persone su tutto il territorio nazionale. Se poi consideriamo che gli studi professionali occupano mediamente 2-3 dipendenti emerge la difficoltà dei professionisti-datori di lavoro di fronte a una crisi che non accenna ad allentare la morsa».

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