Edilizia di culto | Chiesa Confraternita della Misericordia, Torino

Opere di restauro e recupero luministico

Per l’aula centrale le opere di recupero e di restauro sono evolute secondo una programmazione pluriennale articolata in lotti successivi funzionali ed esaustivi per il recupero dell’immagine e dei valori artistico-architettonici delle singole parti. Tra i principali obiettivi la riconfigurazione luministica operata sul tamburo e sulla cupola sovrastanti l’area presbiteriale. Nuova è la distribuzione impiantistica con elementi radianti a bassa temperatura e impianto geotermico.

I lavori eseguiti alla chiesa Confraternita della Misericordia di Torino hanno riguardato le opere di restauro degli apparati decorativi sulle volte e su tutte le superfici laterali della chiesa, oltre a ciò si è operato il recupero dell’apparato luministico originario mediante un intervento sul tiburio e sulle coperture dell’aula.
Due le aree considerate, quella presbiteriale e quella centrale.

1)Tamburo e cupola sovrastante l’area presbiteriale prima dell’intervento di restauro .
Tamburo e cupola sovrastante l’area presbiteriale prima e dopo l’intervento di restauro.

ostorero

Area presbiteriale. L’area presbiteriale è sovrastata da un sistema costituito da un tamburo ellittico caratterizzato da 6 finestre comprese entro un sistema costolato aperto in sommità verso un cupolino che nel tempo fu completamente tamponato. L’intreccio delle costolature tamponate fu poi decorato con figure riproducenti putti alati che nella loro porzione superiore all’estradosso denunciavano la tamponatura in forma di pentagoni costituita da un foglio laterizio e malta di calce.

Volta sovrastante l’aula prima dell’intervento di restauro.
Volta sovrastante l’aula prima dell’intervento di restauro.

I pentagoni erano connessi visivamente e luministicamente con altrettante finestre comunicanti verso l’esterno e collocate nella parte sommitale del tamburo. La conformazione di questi ultimi varchi finestrati si presenta all’intradosso del cupolino a forma ellittica e sulla parte eterna del tamburo con una forma a semilunetta. Delle sei finestre tamponate sulla porzione sommitale del tamburo, quattro presentano una strombatura esterna e un tamponamento variabile tra i 14 e i 16 cm (un mattone accompagnato dallo spessore della malta).

Volta sovrastante l’aula dopo l’intervento di restauro.
Volta sovrastante l’aula dopo l’intervento di restauro.

Le due finestre rimanenti sono invece completamente tamponate sull’interno spessore del tamburo con valori variabili tra i 40 e i 42 cm (un mattone di fascia più uno di testa accompagnati dallo spessore della malta). Da qui in avanti si denomineranno per maggiore semplicità tamponatura di tipo A quella di 12/14 cm e tamponatura di tipo B quella di 40/42 cm.

Tamponatura di uno dei quattro abbaini sopra l’aula.
Tamponatura di uno dei quattro abbaini sopra l’aula.

Eliminazione di tamponature e superfetazioni in sicurezza. Per prevenire ogni possibile movimento incontrollato di assestamento degli elementi murari durante i lavori è stato adottato un sistema di elementi contenitivi a presidio strutturale con il posizionamento di una doppia cintura realizzata in piatti di acciaio sagomati previo rilievo topografico, all’esterno del tamburo, rispettivamente nella parte sommitale sotto cornice e nella parte basamentale del tamburo in prossimità delle falde.
Le cinture metalliche permettono una distribuzione dei carichi mediante elementi verticali costituiti da profili Upn 100.

Fase di liberazione dalla tamponatura di uno dei quattro abbaini sopra l’aula.
Fase di liberazione dalla tamponatura di uno dei quattro abbaini sopra l’aula.

Sia gli elementi verticali, completamente dissimulati dalla collocazione dei pluviali, sia le cinture sono poggiati su un letto di malta a basso ritiro con scopo di regolarizzazione degli sforzi. La malta è resa indistinguibile dallo sfondo in laterizio mediante opportuna e specifica colorazione. La fase di collocazione del sistema a presidio esterno del tamburo ha preceduto ogni operazione di eliminazione delle tamponature sulle finestre.

Finestra del tamburo liberata dalla tamponatura.
Finestra del tamburo liberata dalla tamponatura.

Liberazione dalla tamponatura di tipo A. Tracciamento mediante foratura con fioretto (punta 16/18) dall’interno verso l’esterno della sagoma di ogni finestra adeguandosi alla traccia ellittica riscontrabile e denunciata dalla cavillatura sugli intonaci.

Intervento di eliminazione della tamponatura:
2a. Taglio mediante flessibile della muratura dall’esterno seguendo la sagoma individuata dal tracciamento di cui al punto 1.
2b. Introduzione cornice in acciaio spessore 8/10 mm realizzata in piatto sagomato fuori cantiere su dima.
2c. Fissaggio e inzeppatura mediante malta a basso ritiro della cornice in acciaio per solidarizzarle e farla collaborare con la muratura.
2d. Asportazione della muratura di tamponamento e fissaggio di zanche consolidanti o mediante tassellatura “chimica” o con zanche saldate in opera.

Fissaggio del telaio strutturale di cerchiaggio della finestra sul tamburo .
Fissaggio del telaio strutturale di cerchiaggio della finestra sul tamburo.

Liberazione dalla tamponatura di tipo B
Tracciamento come al punto 1 precedente e fasi 2a, 2b, 2c come al punto precedente.
2b. Realizzazione di cornice metallica su dima ricavata dalle sagome esterne delle tamponature di tipo A. La cornice presentava una profondità di 12-15 cm ed è stata posizionata secondo un perimetro più largo di circa 2 cm rispetto agli originali per consentire una sua mascheratura, mediante intonaco che la rendesse omogenea con gli alti profili strombati delle finestre di tipo A.

Seguendo la sagoma data dal tracciamento si è ripetuta l’operazione di collocazione di una seconda cornice partendo dall’interno e vincolandola alla prima nei punti di tangenza con saldatura in opera. Le due sagome delle cornici per le tamponature di tipo B sono diverse: a mezzaluna quelle esterne ed ellittiche quelle interne.

Serramento e telaio strutturale delle finestre sul tamburo.
Serramento e telaio strutturale delle finestre sul tamburo.

Serramenti. Tutti i serramenti sono stati realizzati mediante un profilo a L saldato e solidale con le cornici ellittiche lungo l’intero perimetro. La specchiatura è poi stata divisa in quattro campi da un profilo a T in ferro finestra rivolto con la battuta all’interno.

La sigillatura delle vetrature è collocata all’interno per ritardarne il degrado dovuto agli Uv e agli agenti atmosferici, le vetrature sono conformi alla campionatura selezionata dalla Soprintendenza con la collocazione di uno strato di separazione in neoprene tra le lastre in vetro e la porzione orizzontale del profilo a T per consentire un maggior gioco e dilatazione degli elementi.

Corridoio dei ritratti durante il risanamento dalle malte cementizie e dopo il restauro.
Corridoio dei ritratti durante il risanamento dalle malte cementizie e dopo il restauro.

ostorero

Aula centrale. L’aula centrale presentava, in corrispondenza dei quattro settori di vertice angolare posti in zona meridiana della calotta, 4 tamponature di forma ellittica. Tali tamponature sono a loro volta collocate sulla trama di un preesistente serramento comunicante attraverso un volume a tronco di cono direttamente verso l’esterno della copertura.

L’eliminazione delle tamponature per ristabilire il flusso luminoso anche a questa porzione della struttura voltata, si effettuerà a valle delle operazioni di ‘strappo’ delle superfici decorative da parte dell’impresa di restauro. Le operazioni di collocazione dei nuovi serramenti hanno verificato la possibilità di conservazione e recupero dei telai e controtelai posizionati sotto lo strato d’intonaco decorato.

La collocazione dei serramenti esterni in ferro finestra e vetro ha seguito le medesime modalità descritte per la liberazione delle tamponature sul tamburo dell’area presbiteriale.

Posa degli elementi del riscaldamento radiante nella sacrestia.

Parallelamente alle opere di eliminazione delle tamponature e superfetazioni presso il tiburio e l’aula si è contemporaneamente operato con un’attenta rimozione delle patine e delle tinteggiature incongrue, per lo più risalenti al primo dopoguerra del ‘900, di tutto l’apparato decorativo verticale della chiesa.

Le opere di recupero e di restauro sono evolute secondo una programmazione pluriennale articolata in lotti successivi funzionali ed esaustivi al recupero dell’immagine e dei valori artistico architettonici delle singole parti.

Vista della sacrestia dopo il restauro.
Vista della sacrestia dopo il restauro.

Nella prima fase del Lotto A, sopradescritta, si è operato per attuare un’azione onnicomprensiva di recupero filologico storicamente fedele alle vicende occorse al monumento. In particolare si è intervenuti sui cicli pittorici e decorativi delle cupole e delle pareti costituenti inquadramento e delineazione architettonica dei dipinti degli arredi sacri e degli apparati decorativi a essi collegati.

Il principale obiettivo raggiunto nella prima fase è sicuramente la riconfigurazione luministica operata sul tamburo e sulla cupola sovrastanti l’area presbiteriale mediante la liberazione delle superfetazioni e delle tamponature che ne impedivano una chiara percezione e comprensione fedele rispetto al progetto originale di Filippo Nicolis di Robilant.

Fase di “strappo” delle superfici decorate precedente all’apertura della finestra di collegamento luministico con l’abbaino sovrastante la volta.
Fase di ‘strappo’ delle superfici decorate precedente all’apertura della finestra di collegamento luministico con l’abbaino sovrastante la volta.

Nel lotto B si è operato maggiormente nella direzione del recupero di tutte le superfici a pavimento con la contemporanea realizzazione di una nuova distribuzione impiantistica consistente in elementi radianti a bassa temperatura a pavimento alimentati da una centrale geotermica. Il consolidamento strutturale e il restauro delle balaustre marmoree ha anticipato gli interventi che verranno effettuati in futuro sugli altari laterali e su quello principale.

Sempre nel lotto B si è operato sulla parete laterale esterna prospicente l’edificio di civile abitazione al numero civico 39 di via Barbaroux con una rimozione delle porzioni in malta a base cementizia e con la stesura di un ciclo di risanamento della linea Ex Novo a base di calce idraulica naturale della ditta Fassa Bortolo. Lo stesso ciclo è stato applicato in ogni porzione d’intervento sulle superfici a intonaco interessate dal restauro.

Facciata esterna laterale prima del restauro.
Facciata esterna laterale prima del restauro.

Nel lotto C si è intervenuti presso le aree attigue e di servizio all’aula chiesa e più precisamente presso il vestibolo di accesso alla sala capitolare (stucchi e apparato decorativo volta e pareti), presso la sala capitolare medesima (stucchi, affresco e apparato decorativo della volta, apparati lignei di conservazione dei paramenti sacri, pavimentazione con implementazione impiantistica) presso il ‘corridoio dei ritratti’ ovvero il corridoio di collegamento tra il vestibolo e l’altare del crocefisso nell’aula chiesa (superfici a intonaco e pavimentazione) e presso il terrazzo esterno di copertura del vestibolo (impermeabilizzazione delle superfici e collocazione di pavimentazione lapidea).

Facciata esterna laterale dopo il restauro.
Facciata esterna laterale dopo il restauro.

Le opere del lotto C, una volta ultimate, hanno consentito, con l’indispensabile aiuto dei volontari e dei confratelli della Confraternita, d’inserire la chiesa nei percorsi devozionali di visita collegati alla recente (giugno-ottobre 2015) ostensione straordinaria della Sacra Sindone nel Duomo di Torino. Parallelamente alle opere di recupero e di restauro sopra descritte, la Confraternita procedeva, supportata da autorevoli consulenti, alla catalogazione e al riordino di tutti i suoi fondi archivistici rendendone possibile un’agevole consultazione agli studiosi.

Mancando però uno spazio fisico dedicato alla conservazione di reperti e fondi storici così importanti, la Confraternita sta sviluppando un progetto di riordino degli spazi del piano interrato accessibili dalla chintana a fianco della chiesa.

La prima fase di tale progetto prevede la sperimentazione e il monitoraggio a cura del Dipartimento di ingegneria strutturale edile e geotecnica del Politecnico di Torino di una tecnologia di contrasto del fenomeno di risalita capillare con un sistema definito ‘a neutralizzazione di carica’ Domodry brevettato dalla società Leonardo Solutions.

Ing.Carlo Ostorero | Progetto e direzione lavori restauro
Ing.Carlo Ostorero | Progetto e direzione lavori restauro

Ing. Carlo Ostorero | La nostra idea di restauro
«Intervenire ‘a un certo momento’ della storia di un monumento significa instaurare un dialogo che possa contenere ‘le storie’ che hanno contraddistinto varie fasi della vita del monumento. Significa riflettere sugli eventi che ne hanno segnato il crescere e il mutarsi, ma altrettanto significa trascriverne i pensieri dei protagonisti che hanno plasmato prima dell’immagine, ‘l’aura’ del monumento, il suo spirito fatto di sogni, di delusioni individuali e collettive, di frustrazioni, di crolli, di oblio, d’interruzioni per mancanza di fondi e di nuove rinascite sino all’attimo in cui, perché nel flusso infinito del tempo di attimo si può parlare, interveniamo noi, ovvero la nostra idea di progetto di restauro con la sua scientificità, il suo rigore e la sua dose di arbitrarietà, di rischio più o meno calcolato, di scommessa verso un futuro che si vuole ridare a ciò che vive soprattutto grazie alla propria immagine passata. Ripercorrere la storia nei suoi aspetti tecnico-costruttivi, di magistero, materiali e infine luministici è stato l’obiettivo e il risultato del restauro».

Premio Internazionale Domus Restauro e Conservazione 2016 – cerimonia di consegna della medaglia d’oro ai progettisti: ing Patrizia Bagliano, ing phd Carlo Ostorero, prof arch Marcello Balzani.
Premio internazionale Domus Restauro e Conservazione 2016, cerimonia di consegna della medaglia d’oro ai progettisti: ing. Patrizia Bagliano, ing. phd Carlo Ostorero, prof. arch Marcello Balzani.

Chi ha fatto Cosa
Progetto e direzione lavori restauro:

  • Lotto A: arch. Loredana Jacopino, ing. Patrizia Bagliano, ing. Phd. Carlo Ostorero (Studio Dedalo Architettura)
  • Lotto B: ing. Patrizia Bagliano, ing. Phd. Carlo Ostorero
  • Lotto C: ing. Patrizia Bagliano, ing. Phd. Carlo Ostorero

Impresa general contractor, esecutrice dei restauri e coordinamento delle opere eseguite: Rosellini Restauri, Cherasco, To

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