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Ostica l’autorizzazione sismica

I fattori che rendono la procedura di rilascio dell’autorizzazione sismica discretamente ostica, per quasi metà degli ingegneri (45,7%), sono da individuarsi nella mancanza di congruità tra l’intervento da realizzare e la complessità della procedura stessa.

Il Centro Studi del Cni ha elaborato una ricerca dal titolo «Per il rilancio del Paese: sussidiarietà e semplificazione. Le opinioni degli ingegneri», si tratta di uno studio basato su una serie di questionari sottoposti a 8421 ingegneri. Particolarmente rilevanti sono state le risposte relative alle procedure che i professionisti sono tenuti a seguire nell’esercizio della loro attività e, una di queste, è relativa alla denuncia dei lavori e deposito progetti per la realizzazione di costruzioni in zone sismiche.
Questa procedura autorizzativa risulta abbastanza conosciuta tra gli ingegneri: uno su tre ne ha presentato, infatti, almeno una durante gli ultimi 12 mesi. Le domande, anche per tale procedura, sono per la maggior parte richieste per autorizzare interventi nei comuni inferiori a 100.000 abitanti (78,7%). La gran parte delle domande, il 63%, riguarda la richiesta di autorizzazione per realizzare nuove costruzioni di cui residenziali il 48,7% e non residenziali, per il restante 14,1%.
Un indicatore sulla «complessità» della procedura è la quantità di tempo necessaria per l’elaborazione e la raccolta dei documenti da allegare alla domanda. Si stima che in media gli intervistati impieghino 29 giorni, dato che colloca la procedura tra le più “veloci”, almeno nella fase di preparazione. La procedura risulta più veloce nel caso delle opere di ristrutturazione urbanistica (26,5 giorni) e di nuove costruzioni residenziali (26,6) e meno nel caso delle costruzioni non residenziali (32,3) e nelle demolizioni (35,8).
Nel 36% dei casi le amministrazioni, durante l’esame della domanda, richiedono ulteriori documenti per la sua integrazione. Questo è un passaggio che rappresenta un sicuro aggravio di tempi e costi per i professionisti e per i loro committenti. Infatti, per il 59,7% degli intervistati servono almeno altri 20 giorni per presentare la documentazione aggiuntiva, che diventano fino ad un mese per un altro 18,7% del campione, e tra i 50 e i 100 giorni per il 6,8%. Inoltre, anche per l’“autorizzazione sismica” non agevola il compito dei professionisti il fatto che solo nel 14% dei casi sia possibile presentare la domanda online.
La legge prevede che l’autorizzazione sia rilasciata dal Genio Civile regionale entro 60 giorni dalla presentazione della domanda, cui deve far seguito l’immediata comunicazione al Comune dopo il rilascio. Tale tempistica spesso non è rispettata (in media sono necessari 84 giorni), con il 39,1% degli ingegneri che dichiara di non aver ricevuto l’autorizzazione entro i termini previsti: il 17,8% ha dovuto attendere fino a tre mesi, l’8,7% anche 5 mesi, con incredibili punte fino ad un anno per il 2,5% degli intervistati.
La procedura di rilascio dell’autorizzazione sismica viene valutata in maniera non particolarmente positiva dagli ingegneri. Infatti, nella scala che va da 1 (poco) a 5 (molto) essi assegnano una valutazione media di 2,35. E i fattori che la rendono discretamente ostica, per quasi metà degli ingegneri (45,7%), sono da individuarsi, come già visto in precedenza per gli altri procedimenti, nella mancanza di congruità tra l’intervento da realizzare e la complessità della procedura stessa.

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