Rigenerazione urbana | Ex Csac

Parma: verso la riqualificazione del comparto Pasubio

Gli architetti Ariolfo, Alessio, Barreri e Catino redigeranno la progettazione esecutiva del comparto Pasubio, in particolare del complesso industriale dismesso, già sede del Centro studi e archivio della comunicazione (Csac). 

Saranno gli architetti di un gruppo torinese, Cristiana Catino, Ilaria Ariolfo, Andrea Alessio, e Davide Barreri a redigere la progettazione esecutiva del comparto Workout Pasubio.

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Il gruppo degli architetti vincitori con le autorità locali.

Sono loro i vincitori del concorso indetto dall’assessorato ai lavori pubblici comune di Parma per la «rigenerazione» del complesso industriale dismesso già sede della ditta «Manzini», poi del «Centro studi e archivio della comunicazione» (Csac) detto «Padiglione Nervi» (in via Palermo) che ha visto partecipare ben 41 gruppi di progettazione, di cui 5 sono arrivati alla seconda fase.

Quartiere San Leonardo

A seguito di un lungo percorso di approfondimento, iniziato due anni fa, l’amministrazione ha deciso di andare verso il recupero funzionale ed edilizio della parte pubblica del complesso industriale dismesso.

Si è proceduto verso la ridestinazione dell’Ambito 2 – Ex Csac a centro socio-culturale, situato nella prima periferia della città, a nord della linea ferroviaria e all’interno del quartiere San Leonardo dentro il perimetro del programma di riqualificazione urbana denominato «Comparto Pasubio».

Studio di fattibilità

Il progetto, in stretta relazione agli esiti del processo partecipativo svolto nel novembre del 2014 denominato «Workout Pasubio», ha previsto il superamento del degrado dovuto al disuso e restituendo la struttura esistente quale memoria di archeologia industriale in un contesto rinnovato.

È stato perciò approvato uno studio di fattibilità dell’intervento denominato «Workout Pasubio – Distretto delle imprese creative e rigenerazione urbana – Progetto di riqualificazione ex Csac» suddiviso in due stralci e sottoposto a bando di concorso, per un importo complessivo di 4.300.000 euro cofinanziato per 2.050.000 euro dalla Regione Emilia Romagna e per 2.250.000 euro dall’amministrazione comunale.

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Il progetto vincitore.

Concorso di progettazione

L’assessorato ai Lavori pubblici e al territorio, ha bandito un concorso di progettazione per addivenire alla miglior proposta progettuale e successiva realizzazione della stessa. A luglio è stato approvato lo schema di bando del concorso che è articolato in due fasi:

  • nella prima fase è stata richiesta ai concorrenti la presentazione di un’idea progettuale relativa all’edificio che diventerà di proprietà pubblica (ex Manzini) e le aree confinanti, identificati quale ambito minimo d’intervento;
  • la seconda fase si è svolta tra 5 soggetti, individuati attraverso la valutazione delle proposte di idee presentate nella prima fase ed ammessi alla seconda, che hanno presentato alla giunta comunale un progetto preliminare.

A fine novembre è stata allestita e presentata la mostra di tutti i progetti pervenuti in prima e seconda fase e proclamato il vincitore del concorso al quale è stato affidato il progetto definitivo ed esecutivo dell’opera.

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Il gruppo degli architetti vincitori con le autorità locali.

I principali contenuti individuati, alla luce del processo partecipativo del novembre 2014, risultano essere i seguenti:

  • laboratorio di rigenerazione del territorio (cultura) che contempla: l’osservatorio permanente sui processi e sulle dinamiche di trasformazione urbana e rigenerazione sostenibile del territorio (urbano, rurale, sociale, economico); il luogo d’incontro e di apertura alle riflessioni sistematiche sui cambiamenti del territorio nelle sue varie declinazioni urbane, sociali ed economiche; la promozione e creazione ed organizzazione di eventi generati dalle attività di lettura delle dinamiche urbane, sociali ed economiche; il coordinamento di eventi formativi generati all’interno del laboratorio o anche indotti e proposti da enti esterni; il monitoraggio di cambiamenti del territorio; attività espositiva come luogo di promozione di mostre legate ai temi sviluppati dal «Laboratorio»;
  • distretto delle imprese creative (lavoro) che contempla: la gestione degli spazi mediante il principio di «cessione di spazio a favore di cessione di servizio»; promozione di spazi laboratoriali e di lavori innovativi contemporaneamente volti al proprio mestiere e al supporto delle attività promosse dal «Distretto»; l’incubatore di attività innovative inducendo la creazione di «artigiani digitali» affiancati da «artigiani analogici»; supporto formativo mediante creazione ed organizzazione di attività di tipo seminariale o corsi di approfondimento sulle dinamiche imprenditoriali innovative; co-working come modalità operativa fondata su criteri di rotazione per favorire la nascita e la crescita professionale;
  • organizzazione e promozione di eventi formativi che contempla: eventi come «prodotto culturale» derivato dalle attività promosse e ospitate all’interno del nuovo spazio sociale; attività e attrattiva di realtà economico-sociali innovative esterne capaci di fornire apporto costruttivo alle auspicate forme produttive di tipo inclusivo e socializzante; attività espositiva come luogo di promozione di mostre legate ai temi sviluppati dal «Laboratorio di analisi del territorio» e dell’attività volta dal «Distretto Creativo»; attività formativa mediante la costruzione e l’organizzazione di attività di tipo seminariale o corsi specialistici professionalizzanti.

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