Ingegneria del sottosuolo | Expotunnel

Pietro Lunardi: «costruire in sotterraneo, modello chiave per il futuro»

A Bologna, in contemporanea con il Saie, si è svolta la prima edizione di Expotunnel, salone interamente dedicato all’ingegneria del sottosuolo. Da Pietro Lunardi è venuto l’invito a guardare con fiducia alle possibilità offerte dalle opere in sotterraneo per dare risposta al grande tema delle infrastrutture in Italia, anche come contributo per uscire dalla crisi delle costruzioni.

Le infrastrutture sono da tempo nel disegno della Ue «Connettere l’Europa» come ricorda il videomessaggio inaugurale di ExpoTunnel del 17 ottobre del prof. Carlo Secchi, coordinatore europeo dei Progetti Prioritari PP3 – PP19 (Ten –T Trans european transport network) e nell’ambito della programmazione finanziaria di sette anni 2014-2020, il fondo Connecting Europe facility ha una dotazione di 23,1 miliardi per i trasporti.E in Brasile lo scenario di crescita e spinta allo sviluppo può far invidia ai Paesi europei: l’investimento federale è significativo con oltre 200 miliardi di dollari per le infrastrutture urbane, di cui oltre 120 miliardi di dollari su strade, ferrovie in generale e alta velocita, porti e aeroporti; oltre 70 miliardi di dollari per l’aspetto energetico, dall’acqua alle energie alternative fino alla distribuzione energetica; circa 40 per oil&gas.
Ad Expotunnel si è fatto il punto sullo stato dell’arte anche della tecnologia: dai dispositivi di sicurezza e monitoraggio a distanza degli operai in galleria ai software per il calcolo emissioni di anidride carbonica nelle lavorazioni specialistiche, fino a nuove norme tecniche; dalla tecnologia trenchless ai macchinari unici al mondo per scavare le gallerie, soluzioni per il risparmio energetico e per la sicurezza come la prevenzione degli incendi. Senza dimenticare iniziative sociali dove istituzioni e aziende si mettono in sinergia col territorio e i cittadini nei momenti salienti della costruzione di una grande opera.Importanti anche due iniziative speciali: «Gallerie e spazio sotterraneo nello sviluppo dell’Europa», congresso internazionale della Societa Italiana Gallerie e «Infrastrutture e Paesaggio», workshop a cura del Dipartimento di Architettura e del Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e dei Materiali, sezione Strade (Dicam).
Pietro Lunardi, ex ministro delle infrastrutture e trasporti negli anni 2001-2006, fondatore della Rocksoil e presidente del Congresso Internazionale della Società Italiana Gallerie, che si è svolto nell’ambito di ExpoTunnel, ha sottolineato che negli anni dal 2001 al 2006 si sono aperti in Italia cantieri per 60 miliardi di euro e ancora si sta investendo grazie alla legge obiettivo. L’attenzione a questi temi è quindi importante anche dal punto di vista economico. Dal congresso internazionale è emersa l’importanza di collegare il salone tecnologico ExpoTunnel con il congresso scientifico che si pone di ragionare su più fronti. L’industrializzazione dei lavori nel sottosuolo, cioè costruire nel rispetto dei tempi e costi che in passato hanno avuto momenti drammatici che hanno squalificato in parte un settore, è fondamentale e necessario. La competenza dei costruttori e lo snellimento delle procedure burocratiche sono un altro punto focale insieme al consenso del territorio, cioè alla condivisione dei cittadini.

Pietro Lunardi
fondatore di Rocksoil, già ministro alle Infrastrutture
«Costruire in sotterraneo rappresenta un modello chiave per il futuro, al fine di tutelare la qualità della vita e il patrimonio culturale e paesaggistico in superficie. Nel mondo delle costruzioni, il settore delle gallerie è senza dubbio tra i più affascinanti. Invece di costruire per addizione, aggiungendo materia, come fa chi realizza le proprie opere in superficie, la nostra missione professionale di progettisti e imprenditori consiste nel costruire per sottrazione, sottraendo cioè materia al sottosuolo e facendo del terreno che lo costituisce il vero materiale da costruzione delle nostre opere. Questo congresso ha consentito di condividere le esperienze acquisite sino ad oggi nella realizzazione di numerose grandi opere realizzate negli ultimi anni nel nostro Paese e anche all’estero.
L’opera in sotterraneo, andando oltre i preconcetti consueti, oggi costa meno di quella in superficie. Dal punto di vista tecnico deve essere studiata tridimensionalmente e non solo nel suo piano trasversale come è stato erroneamente fatto fino a qualche decina di anni fa. L’applicazione di questa nuova maniera di interpretare e approcciare la progettazione delle opere nel sottosuolo ha portato a realizzare le opere in sotterraneo, qualsivoglia sia il tipo di terreno e la situazione tenso-deformativa da affrontare, nel rispetto dei tempi e dei costi di costruzione previsti in sede progettuale, non solo nel caso di scavo meccanizzato mediante scudi o frese, bensì anche quando l’avanzamento deve avvenire con sistemi tradizionali.
Investire nel sottosuolo in un momento di così grave crisi economica per il nostro Paese, un’occasione di rinnovo e di rilancio per superare questo momento delicato. È fondamentale il ruolo dei progettisti, dei costruttori e dei produttori di materiali, per l’organizzazione, la realizzazione e l’innovazione, e soprattutto quello degli amministratori della cosa pubblica, a cui è affidata poi la selezione e la valutazione dei progetti avendo come obiettivo lo sviluppo del Paese e il rispetto dei tempi e dei costi di realizzazione delle opere».

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