Ordine ingegneri di Roma | Informatizzazione delle procedure

Pratiche informatiche «poco praticate»

L’Ordine degli ingegneri di Roma rende noto che solo il 3% dei progetti presentati al Genio civile sono stati effettuati attraverso modalità informatica. Alla Regione la richiesta per la reintroduzione del formato cartaceo e l’istituzione di un servizio assistenza per i professionisti.

La denuncia è partita dall’Ordine degli ingegneri di Roma, presieduto da Carla Cappiello, dove arrivano quotidianamente numerose richieste d’informazione sull’utilizzo del nuovo sistema informatizzato per l’attività edilizia (sismica).

Carla Cappiello, presidente Ordine Ingegneri Roma.

Come noto, la procedura ha avuto il via da una delibera della giunta comunale del gennaio 2012 che ha adottato il regolamento concernente lo snellimento delle procedure per l’esercizio delle funzioni regionali in materia di prevenzione del rischio sismico.
Questo procedimento fa si che i professionisti presentino i progetti di nuove costruzioni solo in via telematica tramite il sistema informatizzato Sitas evitando il ricorso alla documentazione cartacea. Il sistema però risulta imperfetto tanto da non poter essere utilizzato. Ad aggravare la situazione il fatto che la norma è retroattiva e deve riguardare anche le pratiche presentate in formato cartaceo prima di gennaio 2013.
Le procedure automatizzate differiscono a livello regionale e il professionista è costretto a inserire dati che hanno una specificità e un formato diverso da quello utilizzato nel processo progettuale, rischiando di commettere un errore che può portare anche alla bocciatura del progetto.
Gli ingegneri dell’Ordine di Roma hanno fatto richiesta alla Regione (assessorato alle Infrastrutture) di aprire un tavolo di confronto per approfondire i temi e le problematiche interne al regolamento: in particolare si chiede un immediato provvedimento regionale che deliberi la reintroduzione del formato cartaceo per le pratiche dei progetti presentate prima del gennaio 2013 e l’istituzione di un servizio assistenza per gli studi e i professionisti che necessitano d’informazione e supporto durante l’introduzione dei dati. Un dato comunque la dice lunga sull’utilizzo delle modalità informatiche: solo il 3%.

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