Edilizia Residenziale | Favaro Veneto, Mestre, Venezia

Prove tecniche d’industrializzazione del cantiere

Esempio di sostituzione edilizia. L’abitazione preesistente non aveva valore compositivo nè tecnologico quindi la scelta della ricostruzione agevolata dalla legge regionale 14/2009 «Piano casa» che con una serie di semplificazioni normative ha consentito la realizzazione di un manufatto contemporaneo. La scelta su sistema costruttivo e materiali utilizzati ricalca la mission dello studio di progettazione che negli ultimi dieci anni si è dedicato alla ricerca di materiali quanto più possibile industrializzati per ridurre l’incidenza della manodopera sempre meno qualificata, l’attenzione della traspirabilità delle interfacce esterne, l’utilizzo consapevole delle fonti rinnovabili facendo molta attenzione alla loro facilità di utilizzo da parte degli utenti.

L’intervento è consistito nel rifacimento di un edificio abitativo unifamiliare costruito negli anni ’50 nella zona pericentrale di Mestre nella frazione di Favaro Veneto ora di fatto saldata in un unico organismo urbano.

La zona si è sviluppata priva di indirizzi urbanistici, in maniera semispontanea del tutto priva di parcheggi pubblici e di marciapiedi, gli strumenti urbanistici attuali hanno messo a punto alcuni strumenti per il recupero anche ambientale, ma non vengono applicati demandando la soluzione al buon senso dei singoli progettisti che intervengono sui lotti privati con interventi analoghi a quello descritto.

Le preesitenze non avevano alcun valore compositivo nè tecnologico, la scelta della completa ricostruzione era quindi una via obbligata agevolata dalla legge regionale 14/2009 Piano casa che con una serie di semplificazioni normative ha consentito la realizzazione di un manufatto contemporaneo.

Il progetto ha previsto la realizzazione di un edificio su due livelli con un patio poco visibile dalla strada, molto vicino al perimetro dell’edificio, che consente di espandere lo spazio verso l’esterno almeno durante la buona stagione.

Ricostruzione di un edificio anni ’50 su due livelli

Il progetto ha previsto la realizzazione di un edificio su due livelli connotato da un patio poco visibile dalla strada, molto vicino al perimetro dell’edificio, che consente di espandere lo spazio verso l’esterno almeno durante la buona stagione.

In fase progettuale si sono tenute presenti anche le norme sul ridisegno urbano, malgrado non vengano diffusamente applicate, studiando il sistema distributivo affinché non si risenta di un’eventuale esproprio della parte del lotto confinante con la strada carrabile per creare i marciapiedi di quartiere.

Edificio preesistente e demolizione.

Il piano terra è organizzato con la zona giorno che si affaccia su patio protetto anche da una profonda pensilina, consistente in una zona cottura e una zona pranzo-soggiorno. Verso l’esterno dell’edificio è invece organizzata la zona notte matrimoniale, mentre al primo piano è organizzata una camera di più piccole dimensioni dotata di bagno.

Il corpo superiore è arretrato rispetto all’impronta planimetrica del piano terra e termina con una copertura a un’unica falda destinata a ospitare i recettori fotovoltaici che diventano anche elemento di copertura integrato nel disegno dell’edificio.

Pur non essendo in zona sismica si è scelto di utilizzare strutture orizzontali leggere, che utilizzano il polistirolo in luogo delle pignatte in laterizio, con la finalità di ridurre le masse soggette alle sollecitazioni orizzontali tipiche degli eventi sismici.

Il sistema costruttivo

La scelta su sistema costruttivo e materiali utilizzati ricalca la mission dello studio negli ultimi dieci anni, la scelta di materiali quanto più possibile industrializzati per ridurre l’incidenza della manodopera sempre meno qualificata, l’attenzione della traspirabilità delle interfacce esterne, l’utilizzo quanto più possibile consapevole delle fonti rinnovabili facendo molta attenzione alla loro facilità di utilizzo da parte degli utenti.

È stato quindi ridotto al minimo l’utilizzo di estrusi plastici come il polistirene a favore di conglomerati di cemento cellulare monostrato ad alta traspirabilità. Le strutture sono in cemento armato, solo puntualmente integrate da strutture metalliche, eseguite con tecniche tradizionali.

Le strutture di tamponamento sono state eseguite in cemento cellulare Ytong Climagold nella sua eccezione più leggera e performante dal punto di vista della coibentazione termica integrate dal sistema Multipor, sempre prodotto da Ytong, come soluzione ai ponti termici, in particolare quelli relativi alle travi di bordo.

Per la messa in opera del sistema, oltre alla sorveglianza della direzione lavori, è stata molto utile la collaborazione dell’ufficio tecnico Ytong che ha ispezionato passo passo le fasi di costruzione con suggerimenti e valutazione delle situazioni particolari, che sempre si vengono a creare in cantiere.

Questo doppio sistema di verifica ha consentito di ridurre al minimo fisiologico gli errori di posa a favore della qualità costruttiva finale dell’edificio.

Le strutture di tamponamento sono state eseguite in cemento cellulare Ytong Climagold nella sua eccezione più leggera e performante dal punto di vista della coibentazione termica integrate dal sistema Multipor, sempre prodotto da Ytong, come soluzione ai ponti termici, in particolare quelli relativi alle travi di bordo.

Attenzione alla sismica

Pur non essendo in zona sismica si è scelto di utilizzare strutture orizzontali leggere, che utilizzano il polistirolo in luogo delle pignatte in laterizio, con la finalità di ridurre le masse soggette alle sollecitazioni orizzontali tipiche degli eventi sismici.

A tal fine è stato scelto il sistema solaio a pannelli prefabbricati Termodalle. Il sistema prevede elementi non strutturali in polistirolo estruso, estremamente leggeri da mettere in opera anche senza la gru, attrezzatura che non era proprio possibile prevedere in cantiere per via delle dimensioni del lotto estremamente contenute.

Il sistema garantisce anche ottime caratteristiche di coibentazione termica sia acustica, per via della particolare stratigrafia che si viene a creare, caratterizzata dall’alternanza di materiali ad alta densità come il cemento a quelli a bassa densità come il polistirolo estruso.

Le strutture di tamponamento sono state eseguite in cemento cellulare Ytong Climagold nella sua eccezione più leggera e performante dal punto di vista della coibentazione termica integrate dal sistema Multipor, sempre prodotto da Ytong, come soluzione ai ponti termici, in particolare quelli relativi alle travi di bordo.

Riscaldamento – raffrescamento

Il sistema di riscaldamento dell’abitazione nonché quello di produzione dell’acqua calda sanitaria non utilizza gas metano per il funzionamento, tanto che l’allaccio alla rete di ditribuzione non è neanche stato previsto.

Si è infatti deciso di utilizzare una caldaia in pompa di calore monovalente dotata di doppio serbatoio per l’acqua calda sanitaria e per l’impianto di riscaldamento a pannelli radianti.

Questi ultimi sono stati utilizzati anche nella variante a parete per garantire l’integrazione nei locali bagno, evitando l’installazione di altri sistemi di produzione di calore tipicamente poco efficienti come gli scaldasalviette elettrici. La scelta ha consentito di ridurre a zero la produzione locale di Co2, per altro in contesti ambientali che negli ultimi anni sono gravemente interessati dall’inquinamento atmosferico.

Il sistema di raffrescamento è autonomo, ovvero utilizza manufatti di produzione del freddo e terminali propri, per rendere meno complessa la gestione all’utente, che presumibilmente ha già dimestichezza con questo tipo di sistemi climatizzazione, e per semplificare anche tecnicamente la costruzione dei sistemi viste anche le dimensioni dell’intervento.

Il corpo superiore è arretrato rispetto all’impronta planimetrica del piano terra e termina con una copertura a un’unica falda destinata a ospitare i recettori fotovoltaici che diventano anche elemento di copertura integrato nel disegno dell’edificio.

Pannelli fotovoltaici

L’integrazione dell’impianto di energia rinnovabile a pannelli fatovoltaici è stato un elemento valutato in maniera approfondita in fase di progetto. Il risultato finale è stato quello di estendere la pannellatura su tutta l’unica falda inclinata del tetto dell’edificio, dando valenza architettonica agli elementi tecnologici.

L’inquadramento nella superficie inclinata dei pannelli è stato ottenuto con una lattoneria di rifinitura verniciata con lo stesse colore dei pannelli utilizzati, cromia che poi è stata estesa a tutte le finiture in lattoneria dell’abitazione.

Il sistema prescelto per l’impianto fotovoltaico è in tecnologia Cis, con pannelli e inverter prodotti da Salor Frontier, controllabile in remoto dall’installatore che garantisce il monitoraggio consapevole dell’impianto ottimizzandone i vantaggi.

La potenza dell’impianto è di 3,06 Kwp ed è dotato di Powerwal, la batteria domestica prodotta da Tesla che può immagazzinare energia durante il giorno per riutilizzarla durante le ore serali e notturne, ottenendo il massimo dello sfruttamento del sistema solare, essendo vietata in Italia la possibilità di non essere connessi alla rete elettrica (offgrid).

Il piano terra è organizzato con la zona giorno che si affaccia su patio protetto anche da una profonda pensilina, consistente in una zona cottura e una zona pranzo-soggiorno.

Finiture interne

Le finiture interne hanno previsto la pavimentazione in cemento industriale con legante bianco al piano terra, che si estende anche nelle zone esterne del patio e di una pavimentazione in parquet ligneo per il primo piano. La scelta del pavimento in cemento industriale è particolarmente efficace anche per la resa dell’impianto di riscaldamento a pavimento.

Intonaci esterni e interni sono stati realizzati con l’intonaco rasante per blocchi di calcestruzzo, sempre prodotto da Ytong. Il materiale, a base di calce, viene applicato a strati fino a uno spessore di 5 millimetri e garantisce un’alta permeabilità al vapore alle murature sottostanti. La cromia di finitura è bianca con l’amplificazione di alcuni dettagli architettonici grigio scuro.

Il progetto della casa unifamiliare a Mestre è stato selezionato da Iuav, Biennale Architettura e Regione Veneto e pubblicato nel volume «Novecento. Architetture e città del Veneto».

Chi ha fatto Cosa

Stefano Ragazzi | Progettista.

Committente: sig.ra Eliana Tiveron
Progetto architettonico: arch. Stefano Ragazzi
Assistente progetto: arch. Pierluigi Vettorello
Direttore lavori: arch. Pierluigi Vettorello
Progetto strutturale: ing. Alberto Minato
Controllo qualità per sistema murature in Ytong: ing. Matteo Carnevarolo, Xella
Impresa appaltatrice: Tecnica Edile Project srl
Impianti elettrici: Vecchiato Guido sas di Vecchiato Alessandro
Impianti termoidriosanitari: Agnoletto E. & Santello C. snc
Impianto fotovoltaico: Frigotermica di Gazzetta Livio & Valter snc
Serramenti: Soluzioni Casa di Andrea Collodo
Cancelli e recinzioni: Officina Meccanica Fabbrile Picchetti srl

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