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Pubblico – privato: sinergia anche per i piccoli lavori

Al quinto convegno interregionale del gruppo Giovani Ance di Liguria, Piemonte, Lombardia e Veneto è emerso in tutta evidenza come la crisi della finanza pubblica renda irrinunciabile il ricorso ai capitali privati non solo per le infrastrutture ma anche per i progetti di riqualificazione urbana e social housing.

A Padova in occasione del quinto convegno interregionale dei Giovani di Ance Veneto insieme ai rappresentanti di Ance Lombardia, Liguria e Piemonte tenutosi a Villa Italia per sostenere la cooperazione tra capitali pubblici e privati, passo fondamentale nel processo di ammodernamento del paese, sono state presentate case history europee di notevole interesse.

Si tratta di storie di successo di partenariato pubblico privato, lontane dagli echi delle contestazioni italiane di chi, nel paese, considera il coinvolgimento dei privati nella realizzazione di opere e servizi pubblici solo un onere per i cittadini e un facile arricchimento per il privato.

Intanto … in Europa
A Londra nel quartiere di Brunswick, il pubblico è addirittura subentrato in un secondo momento in un’iniziativa di rigenerazione urbana nata inizialmente solo come investimento privato.
A Valladolid e Istanbul pubblico e privato hanno realizzato interi quartieri residenziali a consumo “quasi zero”.
Nei lavori di costruzione del Tunnel Eurasia sotto il Bosforo l’Unesco è intervenuta a salvaguardare la “città vecchia” senza fermare i lavori. A Grenoble, in Francia, la costruzione del nuovo campus universitario è stata preceduta da una lunga fase negoziale che ha portato alla scelta del progetto migliore sotto il profilo qualitativo e dei costi.

Alessio Pajaro, presidente gruppo giovani Ance Veneto.

Alessio Pajaro,  presidente del Gruppo Giovani di Ance Veneto
Alessio Pajaro, presidente del Gruppo Giovani di Ance Veneto, a nome dei giovani imprenditori dell’Ance ha considerato un forte errore porre freni alla cooperazione tra pubblico e privato nella gestione di opere e servizi pubblici, spiegando che essa va ampliata anche a interventi di portata minore rispetto alle applicazioni classiche (infrastrutture) quali la rigenerazione urbana e il social housing.
«Se non vogliamo rinunciare all’ammodernamento di infrastrutture e servizi, date le risorse sempre minori della finanza pubblica, il coinvolgimento dei capitali privati è indispensabile. Occorre una maggiore assunzione di responsabilità da parte di entrambe le parti. Da un lato la pubblica amministrazione dev’essere più preparata tecnicamente nell’analizzare le proposte dei privati e più coraggiosa nell’accettarle. Dall’altro lato necessita che gli imprenditori facciano un salto di qualità culturale: procedere ad aggregazioni, investire in nuove competenze sia manageriali sia finanziarie».

Sinergia per i piccoli lavori
Pajaro ha anche ricordato che il partenariato pubblico privato non è soltanto la finanza di progetto e che ci sono forme quali il leasing in costruendo e i contratti di mobilità, le concessioni e la valorizzazione dei fondi immobiliari, le Stu, società miste di trasformazione urbana. Nelle città si possono sviluppare molte tipologie di piccole interventi di riqualificazione o di manutenzione che il pubblico non può più fare.
Su 8,7 miliardi di investimenti nel 2012, soltanto 1,8 sono destinati a iniziative in ambito residenziale e di trasformazione urbana. La crisi della finanza pubblica ha spinto la pubblica amministrazione ad abbandonare il ruolo di operatore diretto per assumere quella di organizzatore, controllore e regolatore. Se prima della crisi (nel 2007) solo il 15,7% per cento delle opere pubbliche era costruita con formule di finanza di progetto, oggi questa percentuale tocca quasi il 50%. Il numero di gare pubbliche in Veneto si è nel frattempo dimezzato.

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