Professioni | Geologi, Epap - Tar Lazio

Resta al 2% il contributo integrativo

La legge Lo Presti aveva richiesto un adeguamento dell’aliquota integrativa, espressa nelle fatture emesse, portandola al 5% con relativo aumento dei versamenti ai fini pensionistici per i liberi professionisti. La nuova riforma delle pensioni la blocca per non gravare sugli oneri delle pa.

L’Ente di previdenza di geolgi, periti, agronomi, forestali, attuari insieme all’intera Adepp (associazione degli enti di previdenza dei liberi professionisti) ha presentato ricorso al Tar del Lazio per la mancata approvazione della riforma per l’adeguamento delle pensioni da erogare agli iscritti Epap.

In particolare, il ricorso viene presentato per il non recepimento della riforma sull’aumento del contributo integrativo ( presente nelle fatture per le erogazioni di prestazioni professionali e pagata dal cliente) dal 2% al 4 % ai sensi della legge n. 133/2011 ovvero la Riforma Lo Presti.
Il ricorso è stato rifiutato perché a detta del ministero di competenza, tale somma potrebbe essere pagata dai privati ma non dalla pubblica amministrazione. La riforma si rende possibile e può essere applicata solo nel caso che le casse previdenziali siano in accordo che l’aliquota del 4% si può richiedere ai committenti privati ma deve restare al 2% per i committenti pubblici: ciò, stabilito dal ministero del Lavoro, per non gravare ancora sulla finanza pubblica.
Viene così applicata dalle casse private di infermieri (Enpapi), di periti industriali (Eppi) e di biologi (Enpab) ma non trova consenso in Epap.

Sistema contributivo Lo Presti. Il decreto legge Lo Presti fu approvata alla Camera con maggioranza assoluta il 15 giugno 2011. Il decreto permetteva agli enti di previdenza privati di applicare il metodo contributivo e di elevare l’aliquota in fattura fino al 5%.
Le Casse interessate sono tutte quelle nate daldlgs 103/96 (tra cui biologi, agrotecnici e periti). Nella pratica, la Legge Lo Presti era entrata in vigore per dare alle Casse di Previdenza basate sul sistema contributivo (più contributi versi durante gli anni di lavoro più riceverai durante la pensione) la possibilità di aumentare al 5% l’aliquota integrativa presente nelle fatture emesse per aumentare la propria contribuzione soggettiva che era del 10%: il ragionamento era dunque di aumentare l’aliquota pagata dal cliente per poter aumentare la quota versata dal professionista alla propria cassa previdenziale con la conseguenza di arrivare dopo 40 anni di attività a una pensione calcolata in percentuale doppia.

Iniquità del sistema contributivo. Il presidente dell’Epap, Arcangelo Pirrello, ha voluto sottolineare che la Legge Lo Presti è stata l’unica a potenziare i fondi pensionistici privati per poter poi elargire pensioni decorose: a oggi un professionista del settore dopo 37 anni di lavoro può avere una pensione pari al 20% calcolato sull’ultimo reddito dichiarato. Il presidente Pirrello invita dunque « lo Stato a vigilare sull’equità delle pensioni che, come da art. 38 della Costituzione, non può permettere una così ingiusta e iniqua interpretazione».
Ugo Ciacci

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