Finiture decorate | Castello Sforzesco

Restauro conservativo per la Sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano

Nel 2006, a causa della situazione di degrado in atto, è stata avviata una campagna di studio per l’analisi dello stato di conservazione delle pitture che ha evidenziato la necessità di un rapido intervento, è stato perciò messo a punto un progetto di restauro conservativo.

La sala al primo piano del torrione nord-est del Castello Sforzesco, o Sala delle Asse, prende il nome dalle assi di legno che si ritiene un tempo rivestissero le pareti, probabilmente a difesa contro l’umidità.
Si trattava di un ambiente importante in cui ospiti e ambasciatori erano accolti dagli Sforza.

CASTELLO SFORZESCO Sala-Asse

La decorazione pittorica. Per questo motivo, Leonardo Da Vinci, chiamato a Milano da Ludovico Sforza detto il Moro, realizzò nel 1498 la decorazione pittorica, impegnandosi a finirla entro pochi mesi. Leonardo (probabilmente con il concorso di aiuti) ideò e dipinse sulla volta della sala un finto pergolato costituito da una serie di rami e da corde dorate e annodate che s’intrecciano.
Non sappiamo se la decorazione fu completata. Quando poi a partire dal 1499 il Ducato di Milano venne conquistato dai francesi, iniziò un periodo di decadenza per il Castello che fu addirittura trasformato in caserma e la Sala delle Asse fu adibita a stalla. Sopra la pittura di Leonardo fu steso un intonaco di calce bianca, rimosso solo alla fine dell’Ottocento.

L’ultimo restauro della Sala delle Asse risale agli anni ‘50 del Novecento. Nel 2006, a causa della situazione di degrado in atto, è stata avviata una campagna di studio per l’analisi dello stato di conservazione delle pitture che ha evidenziato la necessità di un rapido intervento. È stato perciò messo a punto un progetto di restauro conservativo con un triplice obiettivo: indagare ed eliminare le cause del deterioramento delle pitture; identificare attraverso indagini gli strati di ridipintura e gli interventi che si sono succeduti nel tempo e valutare la possibilità di un recupero della leggibilità della decorazione nel rispetto della storia conservativa dell’opera.

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