Edificio storico a Bergamo | Intervento su facciata decorata

Restauro dell’affresco e ripristino dell’apertura ad arco ribassato

I lavori hanno restituito al fronte dell’edificio la sua composizione architettonica originaria e riconsegnato a una complessiva lettura l’importante impianto decorativo allegorico racchiuso tra lesene e cornici. Contestualmente all’intervento di restauro dell’affresco si è provveduto al ripristino di una delle due aperture ad arco ribassato con rosta in ferro collocata a sinistra del portale in bugnato.

L’intervento ha per oggetto la facciata dell’edificio storico (XVI secolo) inserito nella cortina edificata fronteggiante la Chiesa di San Michele a Bergamo.

L’immobile è appartenuto in successione alle famiglie Passi (metà del XV secolo), Passi Preposulo, Da Terzi o Terzi (attestato con sicurezza nel 1555 con Maffeo e il figlio Giovan Giacomo entrambi notai), Ortelli; attualmente risulta frazionato a titolarità diverse.

La facciata com’era e com’è.  Lo stato di conservazione della facciata era precario, dovuto a diverse sovrapposizioni d’intonaco.

Si tratta di un edificio residenziale tipico nel tessuto urbano della città antica di Bergamo, costituito da un corpo di fabbrica principale a pianta rettangolare a tre piani e un mezzanino finale, con fronte compatto che accentua il senso di verticalità dell’edificio.

La costruzione, già esistente a metà del Quattrocento solo per i primi due piani, nel corso del Settecento viene ristrutturata e sopraelevata di due piani.

La porzione affrescata presentava patologie gravi dovute all’esposizione solare e ai dilavamenti delle acque meteoriche. L’umidità aveva creato ampi sollevamenti dell’intonachino.

La facciata decorata

La facciata presenta tre ingressi a tutto sesto con ghiera a conci squadrati, uno a tutto sesto e uno ribassato; due finestre al piano primo ubicate alle estremità e quattro per i piani successivi, tutte profilate in arenaria.

La parte bassa della facciata, corrispondente al primo piano, è decorata con un affresco rappresentante una scena di battaglia con figure di guerrieri tra i quali il condottiero bergamasco Bartolomeo Colleoni. L’autore dell’affresco resta ignoto, ma presumibilmente di ambito lombardo.

Per la datazione sono state formulate alcune ipotesi in base alla ricostruzione delle vicende storiche della famiglia: l’esecuzione potrebbe essere post 1467, anno in cui la famiglia ottiene l’esonero delle tasse, oppure post 1475, anno di morte del Colleoni, eseguita in segno di stima e ammirazione per il condottiero, plausibile anche post 1481, anno dell’incisione Prevedari di Bramante a cui rimanda la colonna a candelabro sulla destra della scena, ma addirittura inizi del Cinquecento per l’uso della prospettiva.

Nel 1839 la facciata venne interamente intonacata; a seguito dei lavori di risanamento e rinnovamento strutturale degli anni Settanta, si procedette al restauro dei fronti riportando in luce la decorazione.

Gli interventi eseguiti sono stati effettuati sugli intonaci neutri e su quelli affrescati.

Il restauro

Lo stato di conservazione dell’intera facciata si presentò molto precario a causa delle diverse sovrapposizioni d’intonaco sia nelle porzioni definite da intonaci neutri, sia in quelle affrescate.

La porzione affrescata, in particolare, presentava patologie estremamente gravi dovute in buona parte alla continua esposizione solare e ai dilavamenti delle acque meteoriche che, caricandosi d’inquinanti, sciolgono il legante naturale dell’intonaco provocando decoesione della pellicola pittorica.

L’umidità, inoltre, accompagnata da migrazioni di solai solubili, aveva creato ampi sollevamenti dell’intonachino di supporto del colore ed alterazione cromatica dei neutri adiacenti provocando la perdita di lettura dell’insieme.

Su intonaci neutri oltre alla pulitura e il fissaggio delle superfici, è stata effettuata la stesura d’intonachino. Su quelli affrescati, lavori di pre-consolidamento della pellicola pittorica, pulitura delle superfici con prodotti e tecniche campionati in sito, integrazione delle lacune del corpo d’intonaco per caduta dello stesso con calci idrauliche prive di sali solubili e sabbie selezionate.

Gli interventi eseguiti

  • intervento sugli intonaci neutri
  • rimozione delle porzioni decoese dal supporto con operazione meccaniche
  • pulitura e fissaggio delle superfici
  • stesura d’intonachino definito da preventive campionature in modo da ottenere impasti che meglio si accompagnassero per composizione e cromia all’affresco presente
  • intervento sugli intonaci affrescati
  • verifica delle superfici affrescate e messa in sicurezza mediante velinatura e sigillature salvabordo
  • preconsolidamento delle pellicola pittorica
  • consolidamento dei corpi d’intonaco con difetti di adesione al supporto mediante iniezioni di calci idrauliche prive di sali solubili e additivate a resine acriliche
  • pulitura delle superfici con prodotti e tecniche campionate in sito
  • consolidamento della pellicola pittorica e dell’intonachino di supporto del film con esteri silicici
  • integrazione delle lacune del corpo d’intonaco per caduta dello stesso con calci idrauliche prive di sali solubili e sabbie selezionate
  • esecuzione d’integrazioni pittoriche sulle superfici neutre atte a facilitare la lettura d’insieme dell’impianto decorativo originario.

Contestualmente all’intervento di restauro dell’affresco si è provveduto al ripristino di una delle due aperture ad arco ribassato con rosta in ferro collocata a sinistra del portale in bugnato parzialmente tamponata nel corso della seconda metà del XX secolo per la formazione di una cabina Enel, eliminando i tamponamenti recentemente realizzati.

Vennero così messi in luce anche gli sfondati originari, non leggibili, che ospitavano gli antoni di chiusura risalenti al XVI secolo. Le parti murarie impropriamente lasciate prive d’intonaco furono risarcite dell’intonaco mancante.

Insieme all’intervento di restauro dell’affresco è stato effettuato il ripristino di una delle due aperture ad arco ribassato con rosta in ferro posta a sinistra del portale in bugnato.

L’intervento ha così restituito al fronte dell’edificio la sua composizione architettonica originaria, caratterizzata da due aperture ad arco ribassato corrispondenti alle volte interne, oltre ad aver riconsegnato a una complessiva armoniosa lettura l’importante impianto decorativo allegorico racchiuso classicamente tra lesene e cornici nel tentativo, riuscito, di sfondare prospetticamente la parete, come usuale nel periodo decorativo rinascimentale.

Arch. Leonardo Angelini.

Arch. Leonardo Angelini | Salvaguardia e conservazione
«Tra le varie attività dell’architetto, vie è anche quella del tutto particolare che concerne il restauro di affreschi presenti sulle facciate di edifici. Nel caso dell’edificio di Bergamo non si è trattato di recuperare alla visibilità elementi pittorici celati, in quanto si trattava di elementi già venuti alla luce negli anni ’70, ma d’intervenire per salvaguardare la loro conservazione».

Fasi di lavoro

  1. indagini – analisi – linee guida
  2. progetto di massima e definitivo
  3. progetto esecutivo e campionature preliminari
  4. intervento di restauro

Chi ha fatto Cosa

Luogo: via Porta Dipinta 18, Bergamo
Denominazione: abitazione privata
Committente: ing. Aldo Castoldi, Bergamo
Progetto e direzione lavori: arch. Leonardo Angelini, Bergamo
Responsabile sicurezza: arch. Andrea Alessandro Carrara, Alzano Lombardo (Bg)
Impresa esecutrice: impresa Edil 66 di Bacuzzi e Valsecchi snc, Sorisole (Bg)
Impresa responsabile del restauro: Arco di Virotta M. e P., Bergamo

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