Puliture

Rimozione con gel di Agar

Puliture con gel di Agar sulle tempere della chiesa di S.Vincenzo in Urzano, Neviano degli Arduini, Parma.
I gel, presi in esame fin dagli anni ‘60 per le loro potenzialità nella pulitura e negli interventi strutturali sulle opere d’arte, risultano idonei alla rimozione di sostanze idrofile da opere costituite da materiali suscettibili all’apporto d’acqua.

La chiesa di Urzano, iniziata nel 1656 fu terminata nel 1661. Di epoca posteriore sono le bifore della cella campanaria e la facciata, rifatta nel 1935. Anche nell’interno diverse sono le operazioni succedutesi nel tempo, specialmente a livello dei rivestimenti.

L’intervento qui descritto riguarda l’altare della cappella di destra. La chiesa di S. Vincenzo è costituita da volte a botte e archi in mattoni, le pareti sono in muratura di pietra. L’interno è completamente intonacato; si rilevano diversi strati di intonaco e altrettante tinteggiature anche con materiali molto diversi. Di seguito vengono forniti, a questo proposito, alcuni dettagli.

Intonaci e coloriture
È stato identificato un intonaco aereo più antico, di buona consistenza e spessore, resistente alla compressione e ancora ben aggrappato, steso in due riprese (rinzaffo e finitura), di colore chiaro e tono giallo rosato. Quest’ultima caratteristica potrebbe indicare una modesta presenza di cocciopesto fine, mentre l’aggregato è dato da pietra macinata. A carico di quest’intonaco non si sono rilevate finiture pittoriche, ma solo un paio di mani di scialbo bianco di calce e la riquadratura in nero della porta a levante, nel presbiterio.
La diffusione residuale di quest’intonaco non è omogenea. In ordine temporale, è presente un secondo intonaco aereo, di colore grigio, di bassissima resistenza alla compressione, composto di calce magra e sabbia, con frammenti di calcinaccio pestato in dimensioni irregolari, provenienti dall’intonaco precedente.
La stesura del secondo intonaco ha spessori diversi, poiché va a colmare anche lacune provocate dalla caduta degli strati precedenti. Nella volta l’intonaco chiaro è stato martellinato parzialmente e, in alcuni casi, totalmente. Lo spessore del secondo intonaco è cospicuo in rene; essendovi una continuità planare con le pareti, ove è ancora presente il primo intonaco, si potrebbe ipotizzare che l’imbotte avesse un’imposta arretrata, poggiante su una cornice, ora rimossa, dato che non esiste un quadro fessurativo a segnalare una difformità nel supporto murario.
L’intonaco grigio è stato scialbato con grassello, con una stesura di almeno due mani; sull’ultima sono presenti scarse tracce di colori squillanti, fortemente adese alle finiture successive tanto quanto scarsamente aderenti allo scialbo sottostante; non è possibile quindi conservarle, né ipotizzare quale fosse il tipo di decorazione relativa. Sulla parete a ponente del coro è stata trovata una decorazione a tempera a righe orizzontali. Questo livello di finitura è stato coperto da un tinteggio in due toni di grigio in tutta l’area del coro, più scuro in volta e più chiaro sulle pareti.
Questi due colori sono stati stesi anche sulle mancanze d’intonaco. Trattandosi di uno strato omogeneo su superfici caratterizzate da una varietà di cromie e di materiali, si è valutata la possibilità che questi toni scuri siano stati applicati come preparazione di fondo su cui eseguire la più recente decorazione: tuttavia, l’osservazione a luce radente ha mostrato il disinteresse dell’ultimo decoratore verso la necessità di colmare le perdite d’intonaco e i dislivelli di finitura. Un saggio di descialbo eseguito in una di queste zone poco curate ha mostrato come l’ultimo tinteggio sia stato steso sia sul grigio, sia sui livelli precedenti di scialbatura ai quali è fortemente adeso.
Contemporaneamente all’applicazione dei toni grigi nell’area presbiteriale, nella volta del presbiterio è stata creata una decorazione a tempera, dominata da una campitura blu, nella quale sono stati enucleati in chiave uno Spirito Santo, e in rene due coppie di evangelisti. È probabile che questi due interventi siano relativi al periodo 1929-1930, a séguito di una visita pastorale nella quale era stato registrato lo stato di degrado dell’area. Un altro intonaco a base di gesso è in corrispondenza delle finestre.

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