Osservatorio congiunturale Ance | Industria delle costruzioni

Ripresa in edilizia? 2016 occasione mancata e stesso scenario per il 2017 se mancano politiche adeguate d’investimento

L'anno in corso è ancora all'insegna dell'incertezza con l'indice di produzione sempre in fase altalenante. Considerate a ribasso le stime di crescita ipotizzate a dicembre 2015. Opere pubbliche a+0,4% e immobiliare con dati positivi. Rimane a rischio la liquidità delle imprese.

Il 2016 era iniziato all’insegna della speranza che, nel comparto delle costruzioni, si facessero scelte per favorire la tanto auspicata ripresa: a fine 2015 le previsioni davano un aumento del 1% degli investimenti. Ora, se continua così, l’aumento a fine anno sarà solo dello 0,3%. Nella prima parte del 2016 le aspettative di ripresa del comparto non hanno trovato conferma e l’indice di produzione (nei primi 4 mesi dell’anno) è stato caratterizzato da un continuo ‘sue e giù’. Anche l’occupazione (nei primi 3 mesi dell’anno) ha subito un ulteriore calo (3,5% rispetto allo stesso periodo del 2015). Le valutazioni sulle prospettive presentate dallo studio degli Affari economici (Centro studi) dell’Ance con gli interventi di Claudio De Albertis e Rudy Girardi sono all’insegna di un ulteriore peggioramento e secondo le nuove stime gli investimenti nel comparto per l’anno in corso segneranno solamente un +0,3%, dato ritenuto insufficiente a porre le fondamenta per una considerevole ripresa. E si che le previsioni a dicembre dello scorso anno davano per il 2016 un aumento del 1% netto degli investimenti.

Imprese e addetti nel settore delle costruzioni ( dati Istat)
Imprese e addetti nel settore delle costruzioni ( dati Istat)

Come si è arrivati a questa situazione? Per quanto concerne le opere pubbliche le previsioni di un aumento degli investimenti, a dicembre 2015, erano considerevoli di una stima di crescita dei lavori pubblici del 6%, dovuto all’aumento delle risorse (+9,2%) e alla cancellazione del Patto di Stabilità interno oltre alla clausola europea per gli investimenti disposte dalla Legge di Stabilità 2016.
Le difficoltà di un pieno utilizzo della clausola di flessibilità e l’entrata in vigore del nuovo codice hanno invece frenato la ripresa e le nuove stime per gli investimenti in opere pubbliche per l’anno in corso parlano di un +0,4%.

investimenti in costruzioni
Investimenti in costruzioni (dati Istat)

Calo dei bandi di gara. I primi tre mesi dell’anno parlano di un calo del 13,6% nel numero di bandi pubblicati e del 36,2% nell’importo posto in gara. Con l’entrata in vigore delle nuove norme del Codice degli appalti si è registrata nel mese di maggio una notevole flessione delle pubblicazioni: -26,7% in numero e del -75,1% in valore, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Capitolo a parte  è il mese di aprile, periodo in cui si è registrato un incremento nel numero dei bandi (+12,4%) e nel valore (+50,4%) rispetto allo stesso mese dello scorso anno, incremento dovuto alla corsa da parte delle stazioni appaltanti a pubblicare entro il 19 aprile i bandi secondo il vecchio codice degli appalti. Il dato relativo al mese scorso (al netto della pubblicazione di cinque bandi di concessione di costruzione e gestione della banda ultralarga i cui effetti sulla produzione si avranno solo a partire dai prossimi anni) conferma il calo del 34,9% rispetto a giugno del 2015 e conferma la preoccupazione di un rallentamento della domanda pubblica, in assenza di un adeguato periodo transitorio di applicazione del nuovo Codice.
Per quanto concerne le gare bandite dai comuni a giugno il calo è stato del 60,3%.
Mercato immobiliare: aumento della domanda e crescita dei mutui alle famiglie. Nel corso dell’anno gli investimenti in nuove abitazioni registreranno una diminuzione del 3,4% rispetto al 2015, per effetto principalmente della drastica riduzione dei permessi di costruire. Diverso, invece, il risultato degli investimenti in riqualificazione degli immobili che a fine anno dovrebbero aumentare di 1,3 miliardi, ossia l’1,9% in più rispetto al 2015: dato conseguito grazie al potenziamento fino a dicembre 2016 degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico.

Compravendita immobiliare dati dellAgenzia delle Entrata)
Compravendita immobiliare dati dellAgenzia delle Entrata)

Il mercato della casa, però, continua a segnare dati positivi. Il 2015 si è chiuso con un incremento del 6,5% delle compravendite, che quindi riguardano il mercato dell’usato, pari a 445mila abitazioni, e nel primo trimestre 2016 si conferma questo trend con una crescita del 20,6% degli alloggi compravenduti. L’aumento registrato nel primo trimestre di quest’anno (+20,6%) coinvolge sia i comuni capoluogo che i comuni non capoluogo ed è esteso a tutte le aree geografiche.
Motivi della ripresa del mercato immobiliare:  

  • sensibile riduzione dei prezzi delle abitazioni: per il 2016 si prevede però una stazionarietà dei prezzi che riprenderanno ad aumentare nel 2017.
  • aumento della domanda, testimoniata dalla crescita del numero di famiglie (+13% tra il 2003 e il 2015) e delle intenzioni di acquisto.
  • crescita dei mutui alle famiglie: il 2015 si è chiuso con un aumento del 70,6% dei mutui concessi dalle banche e nel primo trimestre 2016 la crescita è del +55%.

Mancanza di liquidità. L’accesso al credito rimane per i costruttori uno dei principali problemi da affrontare anche perché a fronte di una riduzione dei finanziamenti la domanda di credito da parte degli imprenditori è in continuo aumento.
Nel settore abitativo, il primo trimestre 2016 ha visto una riduzione dei finanziamenti per investimenti dell’11,1%, che si va ad aggiungere al -10,6% del 2015. Complessivamente, si è passati dai 31,5 miliardi di euro erogati nel 2007 ad appena 8 miliardi erogati nel 2015, una diminuzione che supera il 70%. Oltre il 32% delle imprese aderenti all’indagine Ance ha registrato una crescita del fabbisogno finanziario per sostenere gli investimenti e la mancanza di liquidità diventa un problema ancora più rilevante soprattutto per le imprese che operano con la pa, che continua a pagare in ritardo nonostante gli impegni fissati dalla Direttiva europea. Nei primi sei mesi del 2016, infatti, le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate mediamente dopo 168 giorni, contro i 60 giorni previsti dalla normativa. Questo dato, inoltre, interrompe un trend di diminuzione dei tempi di pagamento in atto dal 2014 per gli sforzi fatti dalle istituzioni.

Andamento dei finanziamenti oltre il breve termine in Italia.
Andamento dei finanziamenti oltre il breve termine in Italia.

E il prossimo anno? Forse arriva….’la decima’
Stando alla situazione attuale il prossimo anno si prospetta con una nuova flessione flessione dei livelli produttivi dell’1,2% in termini reali su base annua, con una riduzione del 3,6% delle opere pubbliche, del 3% della nuova edilizia residenziale e dello 0,2% nel comparto delle ristrutturazioni.
E, se così fosse, sarebbe quindi il decimo anno di crisi. I costruttori, già da tempo hanno richiesto di intervenire con soluzioni politiche adeguate per risollevare il settore, politiche che Girardi e De Albertis hanno sintetizzato in:

  •  un periodo transitorio del nuovo Codice degli appalti;
  • la messa a regime degli incentivi potenziati per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, rimodulati, questi ultimi, in modo da premiare gli interventi che consentano di ottenere i migliori risultati in termini di risparmio energetico;
  • norme finalizzate a favorire interventi di ‘sostituzione edilizia’, che implicano la demolizione e ricostruzione dell’esistente, anche con incrementi volumetrici, le agevolazioni per la permuta tra vecchi edifici e immobili con caratteristiche energetiche completamente rinnovate;
  •  la proroga, per un ulteriore triennio, della detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B, introdotta dalle legge di Stabilità 2016 ed in scadenza al 31 dicembre 2016.

In questo scenario ipotizzato, la previsione Ance per il prossimo anno parla quindi di una crescita dei livelli produttivi dell’1,1% in termini reali su base annua. In particolare, considerati i singoli comparti, si osserverebbe una crescita dello 0,5% rispetto al 2016 per gli investimenti in opere pubbliche, un ulteriore aumento dell’1,7% per gli investimenti in manutenzione straordinaria e un incremento per gli investimenti in nuove abitazioni dell’1,8%.

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