Produzione | Rubner Haus

Rubner Haus Spaceship: legno, progettazione parametrica generativa e bio-costruzione

Durante la Milano Design Week verrà esposto il modulo abitativo Spaceship realizzato da Rubner Haus con la collaborazione degli studenti di ‘Smart Buildings and Sustainable Design’ dello Ied: si configura come modulo passivo, implementabile con tecnologie bio-responsive che gli consentano di reagire attivamente agli stimoli ambientali del contesto ospitante.

Rubner Haus e l’Istituto Europeo di Design di Torino (Ied) presentano Rubner Haus Spaceship, un modulo abitativo in legno che poggia su piedi metallici, a cui accedere attraverso un portellone-rampa.

Il progetto sarà visibile durante la Design Week in piazza Castello a Milano dal 17 al 22 aprile: l’idea è di realizzare un organismo autosufficiente capace di sfruttare il sole e la fotosintesi per produrre energia, cibo, ossigeno e acqua necessari al supporto vitale di chi lo occupa.

Si tratta della tappa finale di un percorso che ha visto gli studenti del Master ‘Smart Buildings and Sustainable Design’ dello Ied impegnati nella progettazione di soluzioni innovative da applicare a uno dei più antichi metodi di costruzione in legno, il sistema Blockhaus.

Oskar Schenk | Direttore vendite Rubner Haus

«Il sistema Blockhaus è una tecnica di costruzione in legno antica che prevede che, in cantiere, le assi in legno di abete massiccio o lamellare vengano impilate orizzontalmente una sull’altra, fissate da scanalature e da linguette di giunzione per poi essere unite negli angoli con incastri a pettine. L’obiettivo della partnership tra Rubner Haus e Ied era quello di sviluppare una ricerca formale e tecnologica che potesse arricchire il sistema Blockhaus con contenuti di innovazione. Quel che ne è venuto fuori, Rubner Haus Spaceship, rappresenta la visione di Rubner Haus rispetto all’architettura del futuro, una visione che coniuga l’utilizzo di un materiale millenario come il legno secondo i codici di una progettazione parametrica generativa, con le più innovative strategie e tecnologie di bio-costruzione».

Paolo Scoglio e Cesare Griffa | Progettisti e docenti Ied

«Compito dei 9 studenti internazionali del Master, divisi in 3 team, era quello di progettare un modulo abitativo in legno che fosse ecosostenibile e che utilizzasse la tecnologia Rubner secondo nuovi parametri di innovazione. I risultati proposti al termine del Master sono stati veri e propri riflettori accesi sul potenziale di questa tecnologia: connessione angolare libera a due e a tre incastri, connessione parete-copertura piana, connessione parete-copertura inclinata, zona buffer, lavorazione di superficie interna ed esterna degli elementi lignei orizzontali, integrazione con l’arredo ligneo. Rubner Haus Spaceship dimostra quindi come un sistema costruttivo tradizionale possa essere re-interpretato con gli strumenti della progettazione e della lavorazione più evoluti, realizzando architetture in legno con repertorio formale illimitato».

Un sistema vitale e autosufficiente

Rubner Haus Spaceship è stato ideato come contenitore intelligente di processi vitali e si configura come modulo passivo, implementabile con tecnologie bio-responsive che gli consentano di reagire attivamente agli stimoli ambientali del contesto ospitante.

Orto verticale. Le pareti laterali sono rivestite internamente da un orto verticale in cui si coltivano verdure, fonte di proteine vegetali dall’alto valore nutritivo (fagioli, zucche, soia) e ricche in aminoacidi, vitamine e pigmenti antiossidanti (carote, zucchine, spinaci).

È presente anche un sistema per la coltivazione di micro-alghe edibili (spirulina e chlorella) anch’esse ricche di proteine vegetali e di acidi grassi polinsaturi come gli Omega 3, una tipologia di cibo è raccomandata anche dall’Oms, in quanto alla base di una alimentazione equilibrata indispensabile per una vita in salute.

Le piante e le alghe presenti in un ambiente così ristretto sono peraltro elementi fondamentali per la rigenerazione dell’aria attraverso l’assorbimento dell’anidride carbonica prodotta dalla respirazione, e la produzione di ossigeno. La serra solare presente sulla coda della nave permette inoltre un sistema di purificazione naturale.

Raccolta acqua piovana. L’acqua necessaria perché tutto ciò possa avvenire è raccolta dalla pioggia e conservata in un serbatoio posizionato sotto la navicella, che viene poi incanalata in un sistema di irrigazione automatizzato da piccole pompe a consumo ridotto. La luce, altra componente fondamentale dei processi fotosintetici, è quella naturale del sole integrata da sistemi puntuali a Led nelle zone meno illuminate e nel setup notturno.

Serra solare. La quantità di energia richiesta per il funzionamento della Rubner Haus Spaceship è ridotta al minimo indispensabile grazie a una serie di attenzioni indirizzate per ottimizzare il comportamento passivo della struttura.

La serra solare posta sulla coda diventa, in caso di necessità, una fonte di calore che può essere usata per climatizzare, attraverso un sistema di ventilazione naturale, il resto dell’abitacolo. Una coppia di estrattori di aria air exaust posizionati in copertura alle due estremità del modulo hanno invece il compito di evacuare l’aria calda in caso di sovra riscaldamento. Rubner Haus Spaceship utilizza unicamente energia elettrica prodotta dal sole grazie a un sistema di pannelli fotovoltaici ad alto rendimento integrati in copertura e viene raccolta da una batteria domestica tipo Tesla Powerwall.

L’obiettivo è quello di raggiungere il 100% di autoalimentazione prodotta interamente da energia solare rinnovabile: di giorno, i pannelli producono l’energia necessaria al funzionamento dei sistemi attivi, e l’energia in eccesso è immagazzinata nella batteria per essere utilizzata di notte o in periodi di maltempo.

Chi ha fatto Cosa

Costruzione: Rubner Haus
Design: Paolo Scoglio, Cesare Griffa
Collaboratori: Davide Iannici, Gaetano Di Fede, Andrea Vissio
Studenti Master in Smart Buildings and Sustainable Design, Ied Torino: Shadi Abou Samra, Gaetano Di Fede, Beatrice Feneri, Davide Iannici, Filippo La Placa, Maria Lucia Raiola, Giulia Roccasalva, Daria Taeb, Yury Gabriela Espinoza Lopez
Docenti Master in Smart Buildings and Sustainable Design, Ied Torino: Cesare Griffa, Paolo Scoglio, Andrea Graziano, Marco Palma, Carlo Micono, Guido Zanzottera

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