Ance| Prospettive del comparto delle costruzioni

Rudy Girardi «fa ben sperare il rinnovato interesse per il bene casa »

Oltre ai segnali incoraggianti provenienti dal fronte delle opere pubbliche il vicepresidente Ance evidenzia come «…i dati Istat confermano che le intenzioni di acquisto da parte delle famiglie tornano a salire posizionandosi tra i livelli più alti degli ultimi anni testimoniando un rinnovato interesse per il bene casa. Un dato che è frutto non solo del desiderio d’investire i risparmi in qualcosa di sicuro o della fiducia che la ripresa sia ormai alle porte, ma anche di condizioni fiscali più favorevoli e meno penalizzanti. È qui, infatti, che sta la svolta...».
Rudy Girardi | Vicepresidente Ance.
Rudy Girardi | Vicepresidente Ance e presidente Federcostruzioni.

«Il 2016 potrebbe essere l’anno della svolta per l’edilizia.
Dal mercato provengono segnali positivi che fanno guardare con ottimismo al prossimo futuro. Mi riferisco in particolare ai dati relativi alle compravendite di abitazioni, che nel terzo trimestre 2015 sono aumentate del 10,8% rispetto all’anno precedente e ai mutui alle famiglie, che hanno avuto un vero e proprio boom facendo registrare un +52,8% nei primi sei mesi del 2015.
Questi numeri evidenziano un’inversione di tendenza in atto nel settore, un primo segnale positivo dopo anni di crollo degli investimenti, che ha prodotto la perdita di 780mila posti di lavoro. Ma soprattutto testimoniano un rinnovato interesse per il bene casa, così come confermato dai dati Istat relativi alle intenzioni di acquisto da parte delle famiglie che tornano a salire, posizionandosi tra i livelli più alti degli ultimi anni.
Un dato che è frutto non solo del desiderio di investire i risparmi in qualcosa di sicuro o della fiducia che la ripresa sia ormai alle porte, ma anche di condizioni fiscali più favorevoli e meno penalizzanti. È qui, infatti, che sta la svolta. Finalmente, il Governo ha dimostrato di voler tornare a credere nel nostro settore per dare una spinta alla crescita economica del Paese».
Così Rudy Girardi, vicepresidente Ance nell’esprimere alcune considerazioni relative alle misure adottate dal Governo e alla Legge di Stabilità, misure che contengono elementi fondamentali per il rilancio dell’edilizia privata. Il presidente di Federcostruzioni non ha tralasciato di porre l’accento sui segnali decisamente più incoraggianti che in passato provenienti dal fronte delle opere pubbliche.
«La legge di stabilità per il 2016, infatti, contiene misure importanti per il rilancio dell’edilizia privata, a cominciare dall’abolizione dell’Imu sulla prima casa, dalla detrazione Irpef del 50% dell’Iva per l’acquisto di case ad alta efficienza energetica, fino alla proroga degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e all’ecobonus, con effetti positivi per il mercato e per le casse dello Stato. Si passa in tal modo da un fisco estorsivo a una politica fiscale per lo sviluppo del settore.
Non solo, ma segnali incoraggianti anche sul fronte delle opere pubbliche dopo aver assistito per anni al calo inesorabile degli investimenti, finalmente la legge di stabilità per il 2016 segna un aumento degli stanziamenti per nuove infrastrutture (+4,5% nel 2016 dopo -43% nel periodo 2008-2015).
Ma la misura più importante, contenuta nella manovra, riguarda il superamento del Patto di stabilità interno che ha rappresentato, negli ultimi anni, un vero e proprio freno agli investimenti locali, con conseguenze disastrose per la salute del nostro territorio e delle infrastrutture di collegamento. Si tratta, quindi, di un cambio di paradigma nelle scelte economiche, evidenziato inoltre dalla richiesta, avanzata dal Governo all’Ue, di poter sfruttare la clausola europea per gli investimenti. Tale meccanismo può liberare 3,5 miliardi di spesa aggiuntiva nel 2016 per interventi infrastrutturali».
tabella investimentiSin qui i fattori di spinta del comparto anche se qualche perplessità rimane ugualmente in materia di liquidità delle imprese e, con la pubblica amministrazione rimane quasi sempre pesante il blocco dei meccanismi autorizzativi che, fra l’altro, fungono da freno per il comparto delle costruzioni. Che fare dunque?
«Tutte queste misure produrranno per il prossimo anno, secondo le nostre stime, un aumento di 2 miliardi di euro d’investimenti in opere pubbliche, pari a una crescita in termini reali del 6% rispetto al 2015. Una stima prudenziale che tiene in considerazione delle incertezze e delle inefficienze della pa che possono rallentare i processi di spesa. Ma per ottenere tali risultati le pubbliche amministrazioni dovranno dimostrare di saper giocare al meglio e nel modo giusto queste carte offerte dalla legge di stabilità, non ripetendo gli errori del passato, dove i tagli della spesa pubblica sono stati concentrati sulle infrastrutture, che sono gli investimenti produttivi, mentre la spesa corrente ha continuato la sua inesorabile ascesa. Oggi, con il passaggio al pareggio di bilancio, vengono meno, infatti, i vincoli e gli alibi dietro cui spesso la pa ha nascosto le proprie inefficienze. Accanto a questi elementi positivi permangono però ancora alcune preoccupazioni. Se il mercato dei mutui alle famiglie è ripartito, stessa cosa non si può dire per il credito alle imprese. Gli ultimi dati relativi al primo semestre 2015 mostrano ancora un calo del 13% dei finanziamenti nel comparto residenziale, mentre segnali di ripresa si hanno nel non residenziale. Il risultato è che la liquidità delle imprese rimane ancora un nodo da sciogliere. In questi anni abbiamo infatti visto aziende economicamente sane morire solo per crisi di liquidità, stritolate dalla mancanza di credito da una parte e dai ritardati pagamenti della pa dall’altra. È quindi fondamentale, per la ripresa dell’economia italiana, concentrare gli sforzi sul settore dell’edilizia. Bisogna, infatti, accelerare la capacità di spesa, sbloccare i meccanismi autorizzativi e investire tutte le risorse disponibili nel settore: ben consapevoli che 1 miliardo di euro investito nelle costruzioni genera una ricaduta complessiva sull’intero sistema economico di 3 miliardi e mezzo e produce oltre 15.000 posti di lavoro. I segnali di un cambio di rotta sono sempre più evidenti. Siamo fiduciosi, dunque, che la ripresa sia a portata di mano e che si possa finalmente lasciare alle spalle una crisi senza precedenti».

Fattori di spinta

  • +10,8% compravendite terzo trimestre 2015
  • +52,8% richiesta mutui primi sei mesi2015
  • abolizione Imu prima casa
  • detrazione Irpef 50% dell’Iva per l’acquisto di case ad alta efficienza energetica
  • proroga incentivi fiscali per le ristrutturazioni ed ecobonus
  • +4,5% nel 2016 investimenti in infrastrutture
  • superamento patto di stabilità interno
  • previsione: 2 miliardi di euro d’investimenti in opere pubbliche per il prossimo anno

Fattori frenanti

  • liquidità delle imprese, nodo ancora da sciogliere
  • accelerare la capacità di spesa
  • sbloccare i meccanismi autorizzativi

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