Associazione delle società di ingegneria e architettura | Codice dei contratti pubblici

Scicolone (Oice): «no all’appalto integrato generalizzato»

L’Oice si dice contraria all’ampliamento dell’appalto integrato e della semplificazione degli affidamenti di servizi di ingegneria e architettura. Le proposte di Anci e Ance che puntano a innalzare da 100mila a 221mila euro la soglia per affidare progettazioni e direzioni lavori con procedure negoziate, rappresentano un pericoloso passo indietro sul fronte della trasparenza e della concorrenza.

L’Oice prende posizione sulle proposte di modifiche al codice dei contratti pubblici e in particolare sul tema dell’ampliamento dell’appalto integrato e della semplificazione degli affidamenti di servizi d’ingegneria e architettura.

Gabriele Scicolone | Presidente Oice

Gabriele Scicolone | Presidente Oice.

«Le modifiche al codice dei contratti pubblici devono essere funzionali a rilanciare la capacità di spesa e gli investimenti, ma rimaniamo fermamente convinti che la centralità del progetto esecutivo sia uno degli elementi di maggiore rilievo contenuti nel codice, che ha peraltro determinato un forte aumento della domanda pubblica di ingegneria di cui hanno beneficiato tanti professionisti, studi e società di ingegneria, oltreché la collettività per effetto di un miglioramento della qualità della progettazione. Allo stesso tempo, proposte come quelle di Anci e Ance che puntano a innalzare da 100mila a 221mila euro la soglia per affidare progettazioni e direzioni lavori con procedure negoziate, rappresentano un pericoloso passo indietro sul fronte della trasparenza e della concorrenza e possono aprire le porte a derive non controllabili, anche sul fronte della spesa pubblica. Stiamo parlando di eliminare le vere e proprie gare, e quindi la possibilità per tutti i progettisti di avere una chance di affidamento in un aperto confronto concorrenziale, per una fascia di mercato rilevante e sulla quale la concorrenza deve essere la più ampia possibile nell’interesse delle stesse stazioni appaltanti, senza scorciatoie e ritorni ad un opaco passato. Evitiamo di risolvere i problemi delle pubbliche amministrazioni con inopportune formule magiche che nulla di positivo hanno portato nei due decenni passati».

Antonio Decaro | Presidente Anci.

In merito alle esternazioni del presidente dell’Anci Decaro, secondo cui «se non si riesce a fare i progetti esecutivi bisogna darli alle imprese anche perché non ci sono risorse», Scicolone ha precisato: «premesso che gli appalti di progettazione degli enti locali nel 2017 sono risultati in aumento del 15% in numero e in valore, nel merito vorrei porre in evidenza come, per risolvere un problema, si rischi di smontare una delle misure più giuste di tutto l’impianto del nuovo codice ed alla quale proditoriamente si vuole affibbiare l’etichetta di freno all’investimento, spostando l’obiettivo dalle vere cause che determinano la farraginosità di messa in atto della spesa in opere pubbliche. Una cosa è il tema del reperimento delle risorse per progettare e delle procedure approvative farraginose, altro è, se ci sono problemi, pensare di risolverli spostando sull’impresa il progetto esecutivo che, comunque, sempre costerà alla stazione appaltante. Si dia quindi seguito a quanto sta studiando il Mef per rendere più gestibili le spese di progettazione, ma non è corretto, a nostro avviso, incidere sul principio generale della separazione dei ruoli fra progettista e costruttore che rappresenta un elemento di assoluta trasparenza, a garanzia del committente e della comunità e a presidio della qualità del progetto, oltre che del ruolo e della dignità del progettista. Per l’Oice l’appalto integrato non è però un istituto inutile, noi ci opponiamo a una generalizzazione dell’applicazione dell’appalto integrato; ciò non vuole dire che non possano esserci delle eccezioni e l’attuale disciplina già contempla proprio tali ipotesi (prevalenza della componente tecnologica e innovativa). Il problema semmai deriva dall’applicazione dell’Oepv sugli appalti derivanti da progetti esecutivi: in alcuni casi i margini di proposta di migliorie per le imprese sono effettivamente ristretti e allora si pensi al recupero dell’affidamento al prezzo più basso con metodo antiturbativa».

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