Serramenti | Detrazioni fiscali

Bonus fiscali 2019: tutte le preoccupazioni della filiera del serramento

Undici anni di detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici hanno rappresentato per il settore industriale italiano dei serramenti l’unico fattore anticongiunturale in un quadro che dal 2008 al 2016 è stato caratterizzato da una contrazione del mercato stimabile attorno al 40%. Lo dimostra il 20° Rapporto Unicmi «Il mercato italiano dei serramenti e delle facciate continue». Le associazioni di categorie scrivono al Governo per chiedere il Bonus anche nel 2019.

Anfit (Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy), Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e  media  impresa),  Confartigianato  Imprese, LegnoLegno (Consorzio  Nazionale  Serramentisti),  EdilegnoArredo (Associazione  nazionale fabbricanti prodotti per l’edilizia e l’arredo urbano aderente a FederlegnoArredo), PVC Forum Italia (Centro  di  informazione  sul  pvc) e Unicmi (Unione  Nazionale  delle  Industrie  delle  Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei serramenti), rappresentano un settore che nel 2017 ha sviluppato un fatturato di 4,1 miliardi di euro impiegando oltre 200 mila addetti.

Le associazioni hanno inoltrato una lettera al Governo per segnalare i crescenti timori dell’intero settore italiano dei serramenti circa la conferma o meno, per il 2019, delle detrazioni per la sostituzione degli infissi nel quadro degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.

Le associazioni hanno puntualizzato al Governo come:

  • i serramenti, dopo undici anni di politiche di detrazioni, abbiano costituito il prodotto che più di ogni altro ha contribuito al raggiungimento di traguardi in termini di risparmio energetico degli edifici;
  • le detrazioni abbiano premiato sia costruttori di serramenti italiani sia installatori di serramenti, talvolta privi di personalità giuridica italiana, vale a dire non soggetti a oneri fiscali in territorio nazionale;
  • fino a oggi, accanto a una maggioranza d’interventi di posa in opera eseguiti a regola d’arte, la legislazione ha premiato anche messe in posa non perfettamente eseguiti e quindi inadeguati ai fini del risparmio energetico.

Al Governo si chiede che vengano riconfermate nel 2019 le detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici realizzati attraverso la sostituzione d’infissi, introducendo eventualmente, nella disciplina di riferimento ulteriori criteri che ne regolino l’accesso.

Riferimenti economici, energetici e normativi che motivano la proposta

L’impatto delle detrazioni sul mercato

Dal 20° Rapporto Unicmi «Il mercato italiano dei serramenti e delle facciate continue» si evince che gli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici hanno contribuito a sostenere in modo significativo la domanda di serramenti generando, nel 2017, vendite cumulate per oltre 1,36 miliardi di euro.

Unicmi ha stimato che circa il 60% delle vendite di serramenti in pvc sia realizzato con il contributo degli incentivi fiscali: si tratta di 660 milioni di euro. L’alluminio genera invece una domanda di circa 540 milioni di euro.

Gli incentivi sono dunque una componente strutturale della domanda di serramenti e il loro mantenimento è essenziale per accompagnare la modesta ripresa del mercato delle nuove costruzioni.

Dati Unicmi.

Semplicità e praticabilità

Il bonus per la riqualificazione energetica degli edifici 65% per gli interventi di sostituzione dei serramenti e delle schermature solari è prorogato fino al 31.12.2018 ma con la riduzione dell’aliquota dal 65% in vigore fino al 2017 al 50%.

Gli interventi di sostituzione degli infissi con serramenti performanti hanno rappresentato, fin dall’avvio delle detrazioni per la riqualificazione energetica degli edifici, la tipologia di intervento che ha coinvolto maggiormente le famiglie italiane. Questo, soprattutto, per una questione di semplicità e praticabilità dell’intervento. Semplicità perché la sostituzione dei serramenti non necessita di permessi condominiali o di autorizzazioni da parte di terze parti. Praticabilità perché la sostituzione dei serramenti ha un costo medio di 7.200 euro.

Impatto sull’ambiente

Dall’analisi degli ultimi report Enea in materia di detrazioni fiscali, considerando gli interventi di sola sostituzione dei serramenti esterni (comma 345b), emerge che:

gli investimenti attivati nel 2016 dagli interventi di sostituzione dei serramenti: 1.355,5 milioni di euro ovvero il 41% degli investimenti totali;

il risparmio energetico conseguito nel 2016 attraverso la sostituzione dei serramenti: 458,4 GWh/a , ovvero il 41,2% del totale;

il rapporto costo/efficacia: 0,10 euro/kWh (con ipotesi di durata di vita 30 anni).

Dati Enea.

Stime Cresme

Le ultime stime Cresme evidenziano un ciclo di vita medio del prodotto di 42 anni, che migliorerebbe ulteriormente il rapporto costo/beneficio degli interventi di sostituzione dei serramenti.

Premiare i serramenti performanti

Le associazioni di settore propongono d’individuare nuovi parametri per premiare esclusivamente i serramenti in grado di fornire tangibile contributo al risparmio energetico. Questi requisiti possono essere: l’introduzione di limiti sulla permeabilità all’aria dei serramenti  attraverso  la  norma  Uni 11173; la  conformità  dei  giunti  di installazione al requisito 5.3 della Uni11673-1.

Valutare quindi l’apporto offerto dai serramenti in termini globali cioè in termini di riduzione delle perdite energetiche sia per conduzione (trasmittanza termica) sia per ventilazione (permeabilità all’aria dei serramenti e dei giunti di installazione).

Per implementare ciò ai fini delle detrazioni fiscali per il risparmio energetico degli edifici all’atto pratico, sarebbe sufficiente introdurre nell’impianto legislativo che determinerà la conferma delle detrazioni:

Limiti sulla permeabilità all’aria dei serramenti (attraverso la norma Uni 11173 «Serramenti esterni e facciate continue – Criteri di scelta delle caratteristiche prestazionali di permeabilità all’aria, tenuta all’acqua e resistenza al carico del vento» che fornisce criteri per la scelta dei livelli prestazionali minimi di permeabilità all’aria (e  anche di tenuta all’acqua e resistenza al carico  del vento)  di serramenti esterni  (finestre, portefinestre, finestre  su  tetto, porte  esterne  pedonali) e  facciate continue. Tali livelli prestazionali minimi sono definiti in relazione al «carico di vento di progetto» che, a sua volta, è funzione del contesto ambientale e della morfologia dell’edificio.)

La richiesta di conformità dei giunti di installazione al requisito 5.3 della Uni 11673-1 «Posa in opera di serramenti – Parte 1: Requisiti e criteri di verifica della progettazione». La conformità rispetto alla norma può essere già oggi valutata attraverso un sistema di controllo che favorisce la piccola impresa attraverso degli strumenti di certificazione di seconda e di terza parte messi a disposizione dal dall’intero sistema industriale dei serramenti.

Con questi provvedimenti l’impianto legislativo delle detrazioni per la riqualificazione energetica degli edifici premierebbe esclusivamente gli interventi di sostituzione dei serramenti realmente in grado di fornire un apporto significativo al risparmio energetico. Premierebbe esclusivamente i costruttori di serramenti che eseguono una posa in opera a regola d’arte. Garantirebbe il consumatore italiano riguardo all’acquisto effettuato e alle prestazioni di tenuta nel tempo.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here