Pareti rinforzate con sistemi strutturali innovativi hanno resistito oltre due volte alle accelerazioni del sisma dell'Aquila del 2009. È quanto emerge dai risultati dei test alle tavole vibranti del Centro ricerche Enea Casaccia condotti con l'Università Roma Tre e Kerakoll su due muri tipici delle costruzioni dei centri storici dell’Appenino Centro Meridionale.
Per installare alcuni nuovi macchinari a quota pavimento è stato necessario ricollocare e ripristinare alcuni pilastri. Come conseguenza dello spostamento del pilastro si ha un aumento della luce della trave e quindi un aumento delle azioni flettenti in appoggio, in corrispondenza del nuovo pilastro, e nella mezzeria della campata che risulta accorciata e adiacente al nuovo pilastro.
La struttura, risalente agli anni ’50, interamente in cemento armato, soffriva di carenze sia statiche sia sismiche. I lavori hanno riguardato l’adeguamento statico, il ripristino delle sezioni degli arconi e dei piedritti, la ricostruzione delle geometrie con confinamento tramite il sistema Frcm Ruregold di Ruredil.
