Edilizia storica | Recupero e Ristrutturazione Ca’ Bottacin, Venezia

Ventilazione naturale in copertura e stabilità dei coppi

L’intervento su Ca’ Bottacin, edificio vincolato dalla Soprintendenza, era necessario perché i prospetti dell’edificio presentavano distacchi superficiali e ammaloramenti e i manti di copertura in coppi erano soggetti a danneggiamento, a fenomeni di scivolamento degli elementi e infiltrazioni. I lavori sulla copertura, con utilizzo della tecnologia Aercoppo, hanno quindi riguardato la stabilità strutturale, la tenuta del pacchetto di copertura e la ricostruzione del manto.

I lavori su Ca’ Bottacin erano necessari a causa di un generale problema di decadimento dei materiali, relativo in particolare alle facciate e alla copertura. Per quanto concerne i prospetti dell’edificio, in particolare, era necessario intervenire sui decori e sugli elementi in pietra che presentavano ammaloramenti e distacchi superficiali e sui serramenti, non più in grado di soddisfare le richieste prestazionali previste dall’attuale utilizzo della struttura. Trattandosi di edificio vincolato dalla Soprintendenza, qualsiasi tipo d’intervento è stato concordato con l’ente pubblico, sia per quanto riguarda i materiali e le tecnologie utilizzate, sia per garantire la perfetta adesione del nuovo impianto formale ai caratteri architettonici originali.

Vista dall’alto di ca’ Bottacin.

I lavori sono iniziati nel secondo semestre del 2016 come conferma l’arch. Gian Antonio Manzoni, Rup del progetto, spiegando la copertura presentava un manto di coppi in cattivo stato di conservazione. I coppi erano in parte danneggiati e in parte non allineati, così da non assicurare la corretta prestazione del tetto. I serramenti erano da restaurare e in piccola parte da sostituire e un complesso lavoro di restauro era necessario sugli apparati decorativi di facciata.

Arch. Gian Antonio Manzoni.

«A questo punto è stato deciso di prevedere il restauro di tutti i serramenti, ove possibile, e di procedere alla sostituzione solamente di quelli non recuperabili, sempre in accordo con la Soprintendenza e nel rispetto delle dimensioni e dell’estetica storica delle aperture, mentre tutti i decori marmorei sono stati restaurati e ripuliti dalle croste di sporco accumulate negli anni, pur conservandone la patina del tempo – conferma l’arch. Manzoni evidenziando che – marcapiani, architravi, balaustre, colonne delle quadrifore e tutti gli altri elementi in pietra naturale, sono tornati a disegnare una facciata elegante e raffinata».

Alcune delle fasi d’intervento dell’inserimento della tecnologia Aertetto.

Verifica strutturale sul manto di copertura

Massima attenzione è stata dedicata alla copertura, elemento indispensabile per recuperare quel comfort complessivo necessario per ripristinare il corretto funzionamento dell’edificio come sede universitaria. Il direttore dei lavori, arch. Jacopo Fusaro, ha raccontato che le condizioni della copertura e le prime ipotesi d’intervento, come spesso accade sui tetti storici della laguna, riguardavano i manti di copertura in coppi che nel corso degli anni subiscono danneggiamenti e fenomeni di scivolamento degli elementi.

Dopo aver recuperato molti elementi in laterizio, si è preferito non sostituire parte dei tavelloni forati, posti in opera in occasione di recenti interventi di restauro della copertura, con altri elementi in laterizio.

Nel caso di Ca’ Bottacin questi episodi erano abbastanza frequenti e, uniti alla ovvia mancanza di uno strato impermeabilizzante, hanno comportato la presenza di numerose infiltrazioni dal tetto. Occorreva pertanto un intervento complessivo sulla copertura per verificarne la stabilità strutturale, esaminare l’efficienza e la tenuta complessiva del pacchetto e ricostituire un manto continuo e performante, soprattutto in corrispondenza delle converse che risultavano notevolmente danneggiate. Un’operazione piuttosto complessa visto il numero di falde di altezza diversa e l’articolata planimetria della copertura.

L’inserimento della tecnologia Aercoppo

Sopra le tavelle è stato steso un doppio strato di guaina impermeabilizzante a freddo e si è provveduto poi al posizionamento di Aercoppo.

Il tetto è stato perciò smontato rimuovendo interamente il manto in coppi e parte del manto sottotegola. Sotto le tavelle in laterizio, in gran parte costituite da tavelloni forati risalenti a recenti interventi di restauro, la struttura portante è costituita da travi lignee originali che sono state consolidate dal punto di vista strutturale laddove necessario.
Si è provveduto poi a ripristinare lo strato di laterizi, focalizzando l’attenzione sui punti nei quali erano evidenti mancanze o si segnalavano problemi gravi e rotture. Dopo aver recuperato molti elementi in laterizio, si è preferito non sostituire parte dei tavelloni forati, posti in opera in occasione di recenti interventi di restauro della copertura, con altri elementi in laterizio. In accordo con l’impresa che ha realizzato la copertura si è optato per l’inserimento di tavolati in legno, che è stato reputato un supporto migliore per l’appoggio del sistema proposto da Aertetto.

Sopra le tavelle è stato steso un doppio strato di guaina impermeabilizzante a freddo e si è provveduto poi al posizionamento di Aercoppo. Una scelta condivisa da tutti i protagonisti dell’intervento, sia dai progettisti, sia dall’impresa. Gli obiettivi erano evidenti. Utilizzare un sistema efficace e leggero, che consentisse, allo stesso tempo, di garantire uno strato di ventilazione naturale alla copertura e consolidasse la stabilità dei coppi. Si è optato per il sistema Aercoppo perché le condizioni del contesto e la particolarità della laguna, con i suoi continui assestamenti naturali o dovuti al passaggio di grandi navi lasciavano dubbi sulle prestazioni dell’ancoraggio classico dei coppi con schiuma o malta.
Il sistema di Aertetto al contrario si è ritenuto che potesse assicurare stabilità e ancoraggi più sicuri dei coppi, oltre ovviamente alle qualità del sistema dal punto di vista della ventilazione.

Geom. Sandro Giambartolomei .

Il geom. Sandro Giambartolomei che ha seguito i lavori per la committenza ha confermato che: «… il sistema consente un ancoraggio perfetto dei coppi, senza che debbano essere forati. L’aggancio robusto con i profili a S, assicura più stabilità agli elementi e al loro allineamento. Inoltre la straordinaria leggerezza del sistema e la facilità di essere rimosso sono due caratteristiche molto importanti in questo tipo d’intervento. Spesso si hanno delle perplessità sull’impiego di supporti in materiale plastico, ma le rassicurazioni e le garanzie fornite dal produttore Aertetto, ci hanno tranquillizzato sulla scelta effettuata. Inoltre la possibilità di poter creare un’intercapedine nella quale possa circolare l’aria, permette di raffreddare in modo naturale, nei mesi estivi, l’intradosso della copertura e gli spazi sottostanti». Una scelta che è stata anche concordata con l’impresa esecutrice che ha provveduto all’installazione del sistema in totale sicurezza.

Il geom. Sarino Reina dell’impresa esecutrice ha raccontato di aver già utilizzato con successo Aercoppo e che anche in questo caso lo hanno applicato per il ripristino del manto di copertura con estrema soddisfazione. Il sistema infatti è leggero, facile da posare e consente un perfetto allineamento dei coppi, con una contemporanea maggiore flessibilità per i punti di ancoraggio. Ciò permette d’interpretare meglio le specificità della copertura e di posizionare correttamente sia i coppi nuovi sia gli elementi originali che sono stati recuperati in gran parte. Oggi il tetto di Ca’ Bottacin è tornato alla perfetta funzionalità e si stanno rapidamente concludendo anche i lavori sulle facciate.

Cristiano Gatto | Titolare Aertetto
«A conclusione dei lavori posso dire che il sistema Aercoppo ha soddisfatto gli obiettivi che gli operatori si erano prefissati. In questo modo l’università può continuare la sua attività all’interno di uno dei palazzi più importanti e ‘delicati’ di Venezia, palazzo restituito anche con la nostra tecnologia alla sua piena efficienza».

Chi ha fatto Cosa

Area Servizi Immobiliari e Acquisti (Asia): ing. Tiziano Pompele, Università Ca’ Foscari Venezia
Responsabile unico del procedimento: arch. Gian Antonio Manzoni, Università Ca’ Foscari Venezia
Direttore lavori: arch. Jacopo Fusaro, Università Ca’ Foscari Venezia
Collaboratore direttore lavori: geom. Sandro Giambartolomei, Università Ca’ Foscari Venezia
Impresa esecutrice: Cantieri edili srl, Favara (Ag)

Ca’ Dalla Frescada, un bene fragile in laguna

È uno dei palazzi simbolo del sestiere Dorsoduro ed è uno degli edifici più significativi di un’area della città che sta riscoprendo vitalità e recuperando il ruolo che da sempre gli compete all’interno del tessuto urbano: la trecentesca Ca’ Dalla Frescada, sulla quale svettano eleganti comignoli a forma circolare, meglio conosciuta come Ca’ Bottacin, ha ospitato il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Il casato dei Dalla Frescada, che diede il nome al rio, giunse a Venezia dall’Istria e si estinse alla fine del XIV secolo. L’edificio passò di proprietà a un ramo dei Corner e da questo ai Loredan. Dal 1567 al 1570 fu infatti la dimora del doge Pietro Loredan. Importanza sottolineata dal ricco apparato decorativo e dalla scansione dei prospetti che esprimono in modo evidente in caratteri di nobiltà dell’edificio. Il palazzo presenta una bella quadrifora al piano nobile ed altri elementi del suo primitivo splendore al secondo piano e negli interni. La pianta di tipo «U» con cortile e ingresso verso la Crosera San Pantalon verosimilmente non è una situazione originale. Nell’interno l’androne e il «portego» sono conservati senza suddivisioni. Alcune stanze hanno soffitti affrescati di datazione e qualità ignota.

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