Consiglio nazionale degli ingegneri | Infrastrutture

Zambrano: «per le infrastrutture perdiamo 60 miliardi ogni anno»

Il presidente del Cni ha inviato l’ennesimo appello alle istituzioni affinchè si metta mano alle infrastrutture che scontano un ritardo di investimenti pubblici e privati superiore ai 200 miliardi di euro.

I dati illustrati dal presidente del Cni Armando Zambrano sono, a dir poco, preoccupanti e per questo occorre attuare quanto prima iniziative che permettano di superare questa pesante situazione di crisi.
I commenti ai dati Zambrano li ha evidenziati con i colleghi del Consiglio nazionale discutendo il tema Riprogettare l’Italia. Innovazione, ricerca, infrastrutture: gli ingegneri oltre la crisi.

Armando Zambrano | Presidente Cni

Attenzione a queste cifre: la carenza delle infrastrutture fa perdere ogni anno all’Italia 60 miliardi in termini di competitività e di crescita, mentre un altro miliardo e mezzo è l’investimento speso fino a oggi per opere pubbliche rimaste incompiute. Infatti l’Italia sconta un ritardo infrastrutturale dell’ordine di 200 miliardi di euro per scarsi investimenti pubblici e strutturali, oltre a palesare le difficoltà di attivazione di risorse private. A queste negatività si aggiunge la generale instabilità del quadro normativo.
Spiega Fabio Bonfà, vicepresidente del Cni: «solo negli ultimi sette anni ci sono state nove disposizioni legislative che hanno portato modifiche e integrazioni al codice dei contratti, con tutte le difficoltà delle stazioni appaltanti di garantirne la corretta applicazione. Situazione che alimenta un contenzioso che costituisce un ulteriore ostacolo al corretto svolgimento delle procedure per la realizzazione delle opere pubbliche».

Giorgio Squinzi | Presidente Confindustria

Tra aprile e ottobre di quest’anno, dicono i dati del Cni, la quasi totalità dei bandi di progettazione non riporta l’indicazione del massimo ribasso consentito. Una situazione che dovrebbe essere sanata dal decreto sui parametri alla base degli appalti, che dopo due anni di attesa sembra essere in dirittura di arrivo.
Per questi motivi gli ingegneri chiedono al Governo d’invertire questo generale trend, andando così a investire sul sistema infrastrutturale che, se reso efficiente e competitivo, rappresenta uno dei principali fattori di maggiore possibilità per la crescita economica.
Le richieste di Zambrano alle Istituzioni. Il presidente Zambrano è tornato a chiedere alle rappresentanze delle istituzioni di scommettere sulle competenze e le professionalità degli ingegneri: «il 90% degli iscritti è disposto ad assumersi responsabilità per l’avvio di interventi di media complessità, secondo quel principio di sussidiarietà già applicato in altri paesi. Chiediamo al Governo di essere ascoltati anche perché riteniamo di poter giocare un ruolo da protagonisti».
Effettivamente le parole del vertice del Cni fanno davvero meditare sulle possibilità operative per l’intervento della categoria. Basti pensare al ruolo che potrebbero ricoprire i professionisti nell’operazione di censimento di tutte le opere incompiute, per valutare e progettare i possibili recuperi.
Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria nel suo breve ma completo intervento ha rilevato come il compito del professionista vada valorizzato e riconosciuto, soprattutto rispetto alla pubblica amministrazione che «non sempre si è rivelata all’altezza di un compito così importante».

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