Inquinamento indoor | Tecniche e tecnologie d'intervento

7 novembre, giornata europea del Radon

Un'opera capillare di sensibilizzazione sul tema dell'inquinamento da gas Radon è svolta in Italia dall'Associazione nazionale Donne Geometra che coordina per conto del Consiglio Nazionale Geometri il progetto formativo «Esperti Edificio Salubre».

gas-radonGli studi compiuti negli ultimi anni hanno messo in evidenza gli effetti sulla salute dell’esposizione al radon, particolarmente negli ambienti chiusi, come le abitazioni e i luoghi di lavoro. Nel  2014 l’Unione Europea ha emanato la Direttiva 2013/59/Euratom sulla protezione dalle radiazioni ionizzanti che contiene importanti novità riguardo la protezione dai rischi connessi all’esposizione al radon.

La stessa Unione ha riconosciuto il 7 novembre come Giornata Europea del Radon invitando gli organi preposti, gli ordini professionali, le associazioni del settore, a svolgere attività di sensibilizzazione al pubblico in considerazione del dato che il gas Radon è un killer e che solo in Italia il numero di morti è compreso tra i 3500 e i 6000, spesso per cancro del polmone.

Paola Allegri | Presidente Associazione Nazionale Donne Geometra, Consiglio Nazionale Geometri.

Un’opera capillare di sensibilizzazione sul tema è svolta in Italia dall’Associazione nazionale Donne Geometra che coordina per conto del Consiglio Nazionale Geometri il progetto formativo «Esperti Edificio Salubre». E proprio Donne Geometra, per voce della presidente Paola Allegri fa sapere che «in Italia le tecniche costruttive e le tecnologie per il contenimento del gas radon sono prese in considerazione quando si tratta di opere di una nuova costruzione ma molto poco quando si tratta di ristrutturazioni, soprattutto di piccola entità, che pure potrebbero portare a buoni risultati di mitigazione del radon. Le tecniche di mitigazione sono basate principalmente sulla riduzione dell’ingresso del radon nelle abitazioni più che sulla sua eliminazione e possono essere utilizzate singolarmente o in combinazione all’interno del medesimo edificio. La scelta dei sistemi da adottare dev’essere valutata in base al livello d’inquinamento da radon già presente, dalle caratteristiche dell’immobile (in particolare se è già presente sotto il pavimento un vespaio), dalla fattibilità tecnica, dalla disponibilità dei proprietari a interventi più o meno consistenti e dal costo dell’intervento».

COME RIDURRE IL RADON NEGLI EDIFICI ESISTENTI

1. Sigillatura delle canalizzazioni verticali, crepe, giunti, impianti; pavimentazione delle cantine e/o impermeabilizzazione della pavimentazione esistente. Il radon che proviene dal sottosuolo trova spesso vie d’ingresso alla casa attraverso crepe nella pavimentazione, fessure negli impianti o attraverso i giunti. Sigillare queste vie di accesso con sigillanti elastici o con malta per le crepe ne permette permette una riduzione variabile tra il 10% al 60% a seconda dei casi.

2. Ventilazione naturale o forzata del vespaio. Se l’immobile è dotato di un vespaio, ossia una camera d’aria tra la soletta del piano terra e il terreno si può favorirne la ventilazione e quindi la dispersione del radon che vi si accumula attraverso bocchette che collegano il vespaio con l’ambiente esterno. La ventilazione può avvenire in modo naturale, ma qualora non si mostri abbastanza efficace si può ricorrere a degli aspiratori.

3. Ventilazione delle cantine e dei locali interrati non occupati. Per evitare che il radon passi ai piani superiori abitati dell’edificio è sempre buona cosa ventilare bene gli spazi non abitabili sottostanti, come ad esempio le cantine. Se sono già presenti finestre, la soluzione è a costo zero. In caso contrario si possono prevedere nuove prese d’aria, eventualmente integrate con ventilatori elettrici.

4. Estrazione dell’aria dall’intercapedine sotto il pavimento. Si tratta della realizzazione di un’intercapedine d’aria sotto il pavimento mediante l’applicazione di una stuoia in plastica con struttura alveolare dello spessore di 10-20 mm. La stuoia è poi collegata a una tubazione che sfocia alla sommità dell’edificio dotata di un sistema di aspirazione che convoglia l’aria aspirata all’esterno. In questo caso si rende necessario il rifacimento totale del pavimento.

5. Depressurizzazione del suolo mediante pozzetti radon collocati sotto l’edificio. Si realizzano sotto l’edificio dei pozzetti cavi (demolendo il pavimento controterra dove questi vengono posizionati) e si collegano a un condotto di estrazione che aspira forzatamente l’aria piena di radon e la disperde alla sommità dell’edificio.

6.  Depressurizzazione del suolo mediante pozzetti radon collocati esternamente all’edificio. Operazione come la precedente, ma collocando i pozzetti sul perimetro del fabbricato e non sotto. L’efficacia è inferiore rispetto all’intervento sotto il fabbricato, ma sicuramente salva dalla necessità di demolire alcuni punti del pavimento interno. Si può aumentarne la resa inserendo più pozzetti attorno alla casa.

7. Ventilazione delle condutture di drenaggio. Quando l’edificio è già dotato di un sistema di drenaggio dell’acqua collocato sotto il pavimento si possono utilizzare le tubature di questo impianto per estrarre con una ventola l’aria carica di radon che vi passa e portarla verso l’esterno della casa.

8. Pressurizzazione del suolo sotto l’edificio. Consiste nell’immettere nel sottosuolo l’aria prelevata dall’interno dell’edificio per mezzo di un ventilatore creando una sovrappressione che contrasti l’infiltrazione del radon. Si possono utilizzare come punti d’ingresso dell’aria dei pozzetti oppure un sistema di drenaggio già presente nell’immobile. La differenza con le misure di prevenzione analizzate precedentemente è che l’aria non viene più aspirata dal suolo e dispersa nell’ambiente esterno ma immessa nel suolo per contrastare l’arrivo del radon.

9. Pressurizzazione dell’intero edificio. Questo metodo è un po’ più complesso e necessita di un edificio che disponga già di una buona tenuta all’aria come serramenti senza spifferi ecc. Si tratta di generare una leggera sovrappressione all’interno degli ambienti abitati in modo da contrastare l’ingresso del radon. Questa sovrappressione è creata mediante un ventilatore che preleva aria dall’esterno e che la immette costantemente nell’ambiente interno.

10. Ventilazione naturale o forzata degli ambienti interni. Aprire spesso le finestre per cambiare l’aria aiuta certamente ad allontanare il radon che si accumula negli ambienti abitati. In alternativa si può installare un sistema di ventilazione meccanica che, senza dover aprire le finestre, assicuri un costante ricambio d’aria di tutte le stanze.

11. Ventilazione forzata degli ambienti interni con l’impiego di sistemi di climatizzazione e recupero del calore. Per contrastare la dispersione energetica della ventilazione meccanica per il ricambio d’aria costante negli ambienti abitati, è possibile installare un recuperatore di calore, soprattutto nelle zone con clima rigido. Le descrizioni fornite per ogni intervento sono indicative, giusto per dare un’idea della varietà di misure correttive che si possono mettere in atto.

Ogni intervento andrà poi valutato con un tecnico di fiducia, analizzando non solo i vantaggi ma anche le possibili problematiche che potrebbe comportare. Una fra queste ad esempio è che alcuni interventi potrebbero causare dispersioni energetiche maggiori per l’edificio. Quindi bisogna sempre capire quali sono le priorità e le soluzioni migliori.

La redazione di Impresedilinews.it ringrazia l’Associazione Nazionale Donne Geometra per la preziosa collaborazione.

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