Area archeologica di Pompei | Progettazione definitiva, rilievi e indagini

A B5 srl la gara per l’intervento di restauro e messa in sicurezza dell’Insula dei Casti Amanti

L’opera fa parte del ‘Grande Progetto Pompei’, programma straordinario teso a rafforzare la tutela e la valorizzazione del sito archeologico. L’intervento riguarderà la riconfigurazione delle scarpate e il restauro dell’Insula, la messa in sicurezza e il restauro del sito concorreranno alla riapertura dell’area ai turisti.

La società di ingegneria B5 srl con sede in Napoli, associata Oice, i cui direttori tecnici sono i fratelli Francesca Brancaccio, architetto e amministratore unico, e Ugo Brancaccio, ingegnere, entrambi specialisti in Restauro dei monumenti, ha sottoscritto, in qualità di capogruppo, in data 14/04/2016 il contratto con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Soprintendenza Pompei per le attività di progettazione definitiva, di rilievi e di indagini per i lavori riguardanti i beni del patrimonio culturale, relativa all’intervento denominato «Riconfigurazione delle scarpate e restauro dell’Insula dei Casti Amanti» nell’area archeologica di Pompei (Na) e che ha come responsabile unico del procedimento l’arch. Michele Granatiero. L’intervento rientra tra i lavori compresi nel «Grande Progetto Pompei», un programma straordinario inteso a rafforzare la tutela e la valorizzazione del sito archeologico campano.

La maggior parte degli edifici della città antica di Pompei sono esposti da secoli ad un’usura lenta ma costante determinata dagli agenti atmosferici, cui si aggiungono gli eventi eccezionali legati al rischio idrogeologico e sismico e ad interventi di restauro invasivi.

L’intervento riguarderà la ‘Riconfigurazione delle scarpate e il restauro dell’Insula dei Casti Amanti’, ossia dell’Insula 12 della Regio IX. La messa in sicurezza e restauro del sito, concorrerà alla riapertura dell’area ai turisti ed alla valorizzazione della stessa. È d’uso comune identificare col nome di ‘Casti Amanti’ una intera Insula che però, di fatto, è costituita da più unità abitative e commerciali, tra le quali la domus dei ‘Casti Amanti’.

Francesca Brancaccio | Direttore tecnico B5 srl
arch. Francesca Brancaccio | Direttore tecnico B5 srl

Arch.Francesca Brancaccio | Direttore tecnico B5 srl
«La maggior parte degli edifici della città antica di Pompei, costituenti testimonianza di valenza emblematica del patrimonio culturale mondiale, sono esposti da secoli ad un’usura lenta ma costante determinata dagli agenti atmosferici, cui si aggiungono gli eventi eccezionali legati al rischio idrogeologico e sismico e ad interventi di restauro invasivi. I gravi problemi di dissesto geologico e idrogeologico, i cedimenti strutturali, il crollo delle murature e il distacco degli intonaci, il degrado delle creste murarie hanno reso improcrastinabile l’attuazione di nuove strategie d’intervento basate su:

  • la realizzazione di un monitoraggio permanente sull’intera città antica;
  • l’individuazione e la misurazione dei fenomeni di degrado;
  • la realizzazione di un programma di manutenzione preventiva, continua e diffusa.

L’intervento di progettazione definitiva, rilievi ed indagini per i lavori di «riconfigurazione delle Scarpate e restauro dell’Insula dei Casti Amanti» riguarda l’Insula 12 della Regio IX dell’area archeologica di Pompei. Con il nome ‘Casti Amanti’ si identifica l’intera insula delimitata a nord-ovest dai fronti di scavo, ad est e a sud dalla casa di Giulio Polibio e da Via dell’Abbondanza, ma che di fatto è costituita da più unità abitative e commerciali, tra cui le case del Primo Cenacolo Colonnato e del Secondo Cenacolo Colonnato, dai civici da 1 a 5, la Bottega del Fornaio al civico 6 e la Casa dei Pittori a Lavoro al civico 9.
La Regio è caratterizzata da insulae totalmente o parzialmente scavate: interrotto lo scavo verso la fine del XIX secolo, una nuova campagna fu intrapresa solo nel 1987 sulla Domus di Ilililis Polybills (IX,13) e nell’area sud-orientale dell’insula 12.

L'opera fa parte del ‘Grande Progetto Pompei’, Programma straordinario inteso a rafforzare la tutela e la valorizzazione del sito archeologico di Pompei.
L’opera fa parte del ‘Grande Progetto Pompei’, Programma straordinario inteso a rafforzare la tutela e la valorizzazione del sito archeologico di Pompei.

Il Piano delle opere del Grande Progetto Pompei, ha visto fino ad oggi, la compresenza di interventi di diversa tipologia su quest’area. Per la valutazione dello stato di conservazione dell’insula occorre ricordare che alcuni ambienti sono totalmente scavati ed altri (prevalentemente nella parte occidentale dell’area) solo parzialmente. Un’area di circa 3mila mq è inoltre coperta con sistemi di protezione eterogenei, in tubi e giunti, realizzati durante il periodo del commissariamento di M. Fiori, finalizzati a dare l’immagine di un’area di cantiere: negli anni queste strutture sono state impropriamente usate per agganciarvi ulteriori opere di presidio per le murature con deformazioni o dissesti. Importanti fenomeni infiltrativi sono in corso, causati dal deterioramento dei sistemi di copertura e da un inadeguato sistema di regimentazione delle acque meteoriche, causa di gravi danni alle strutture sottostanti ed agli scheletri equini qui rinvenuti e conservati in situ. Fenomeni di dilavamento dei terreni caratterizzano tutto il versante dei fronti di scavo a nord e ad ovest. Le murature e gli apparati decorativi parietali e pavimentali degli ambienti del peristilio, in corrispondenza del civico 10, sono stati per buona parte restaurati».

L'intervento riguarderà la ‘Riconfigurazione delle scarpate e il restauro dell'Insula dei Casti Amanti’, ossia dell'Insula 12 della Regio IX.
L’intervento riguarderà la ‘Riconfigurazione delle scarpate e il restauro dell’Insula dei Casti Amanti’, ossia dell’Insula 12 della Regio IX.

Obiettivi e finalità dell’intervento:
Gli interventi che si effettueranno e progetteranno sono i seguenti:

  • relativamente alla intera insula e alla soprastante copertura si effettuerà un’approfondita attività di rilievo consistente in più fasi e finalizzato alla conoscenza esaustiva e sistematica dello stato dei luoghi, e pertanto consterà di: rilievo topografico, architettonico, materico e dello stato di conservazione;
  • attività di indagine, monitoraggio ed analisi volte a comprendere in maniera scientifica le effettive criticità delle strutture antiche e moderne in modo da calibrare con esattezza e specificità gli interventi di restauro previsti in progetto. Si eseguiranno quindi indagini strutturali, monitoraggio delle condizioni termo-igrometriche, verifica dell’idoneità strutturale, dello stato di conservazione e della funzionalità del sistema di copertura e dei presidi esistenti. Per quanto riguarda i fronti di scavo di effettueranno indagini geologiche e geotecniche;
  • il restauro ed il consolidamento delle strutture e degli apparati decorativi e la salvaguardia degli elementi di pregio nella fascia aderente alle scarpate. nonché la progettazione del consolidamento dei fronti di scavo nord-ovest;
  • relativamente al percorso di visita ed alla fruizione si prevede la progettazione del percorso di visita, rivedendo quello attuale; il rinnovo dei sistemi impiantistici e la progettazione di supporti illustrativi di ausilio alla fruizione ed alla valorizzazione del sito;
Previsto il restauro delle strutture e degli apparati decorativi.
Previsto il restauro delle strutture e degli apparati decorativi.

ATTIVITA’ DI RILIEVO, INDAGINE E PROGETTAZIONE

Qualità, intelligibilità e valore della restituzione del rilievo geometrico e topografico: al fine di rendere una documentazione necessaria non solo agli scopi esclusivi della progettazione in oggetto, ma anche a restituire le informazioni utili al piano della conoscenza e al futuro monitoraggio del patrimonio archeologico indagato si seguiranno delle modalità specifiche con cui saranno eseguite le attività di acquisizione dei dati del rilievo geometrico e topografico e di restituzione grafica dello stesso. La produzione di documentazione finale potendo assolvere a scopi divulgativi/conoscitivi anche di tipo multimediale, potrà illustrare le attività di restauro condotte nel corso del cantiere, potendo contare su una ‘nuvola di punti’ georiferita e completa relativa all’intero lotto.
Scansioni laser. I rilievi ottenuti tramite metodologia laser scanner 3d terrestre (tls) avranno delle caratteristiche specifiche utili alla realizzazione di una documentazione di rilievo che costituisca una base scientifica con elevato grado di accuratezza, necessario alla elaborazione di considerazioni tecniche, del riconoscimento delle tecniche costruttive, della mappatura dello stato di conservazione e della conseguente progettazione degli interventi di restauro. Le scansioni laser forniranno quindi delle ‘nuvole di punti’ ad elevata densità e che forniranno un alto livello di dettaglio, necessario a qualunque attività successiva, visto il contesto delicato e di alto valore storico, estetico e materico.
A supporto di questa attività di rilievo si farà utilizzo di drone per il rilevamento di superfici inaccessibili al personale tecnico e per ottenere un accurato rilievo delle coperture, sì da valutarne correttamente lo stato di conservazione.
Questi dati, oltre che fornire il necessario supporto alle attività di progettazione, verrà pubblicato su una piattaforma pubblica tipo ‘TruView’ che consentirà la visita virtuale del monumento e la visualizzazione di ambienti e superfici che, per esigenze di conservazione, sono inaccessibili ed anche per il periodo di cantiere che renderà le aree non fruibili.

Qualità, intelligibilità e valore della restituzione dei dati acquisiti per il monitoraggio dinamico, il rilievo dello stato del degrado, il rilievo materico costruttivo, la caratterizzazione meccanica dei materiali: il rilevo e le indagini, così come previste.
 La fase dedicata al rilievo materico sarà intesa ad individuare i materiali costitutivi storici e le tecniche di esecuzione. Il rilievo dello stato di conservazione (o del degrado) sarà inteso a valutare lo stato di conservazione, le anomalie e i degradi delle murature e delle loro superfici esterne, ipotizzando le cause che li hanno generati. Tali informazioni saranno riportate nella specifica scheda e collegate al sistema informativo della Soprintendenza e potranno altresì essere utilizzate dallo specialista incaricato di eseguire la successiva fase di rilievo del dissesto.
Il rilievo del dissesto è complementare alla precedente fase e si basa sulle informazioni preliminari fornite dal restauratore. In tale fase l’ingegnere strutturista provvederà a interpretare strutturalmente i quadri fessurativi e deformativi, associandoli a meccanismi di danneggiamento dei quali valutare la gravità in relazione al loro potenziale collasso.

Le indagini geotecniche devono permettere la caratterizzazione fisicomeccanica dei terreni di fondazione, tramite prove in sito e di laboratorio, finalizzata all’individuazione di modelli geotecnici adatti alle analisi di risposta sismica locale e d'interazione dinamica terreno-struttura.
Le indagini geotecniche devono permettere la caratterizzazione fisicomeccanica dei terreni di fondazione, tramite prove in sito e di laboratorio, finalizzata all’individuazione di modelli geotecnici adatti alle analisi di risposta sismica locale e d’interazione dinamica terreno-struttura.

Ad oggi Pompei dispone di una documentazione di base topografica e planimetrica estesa ma diseguale per le diverse unità edilizie, grazie al coinvolgimento nelle indagini di numerose équipes differenti, ciascuna con la propria ricerca scientifica. Pertanto la necessità di un aggiornamento ed una rivisitazione del sistema informativo, si intende contribuire con questa esperienza a far confluire i diversi database esistenti in un’unica piattaforma operativa atta ad integrare i dati cartografici, storico-bibliografici e schedografici. La produzione di documentazione finale potendo assolvere a scopi divulgativi/conoscitivi anche di tipo multimediale, illustrerà altresì le attività di restauro condotte nel corso del cantiere.

Le attività ispettive si baseranno su indagini autoptiche che, attraverso una valutazione dello stato di fatto e dei diversi fenomeni di degrado, garantiscano l’individuazione dei rischi e delle priorità. L’individuazione di tutti gli elementi oggetto di attività ispettiva verrà realizzata grazie ad una completa schedatura di tutti gli apparati architettonici e decorativi, e di tutte le unità stratigrafiche che li compongono. Tali schede saranno poi caricate sul sistema informativo Gis dedicato messo a disposizione dalla Soprintendenza, associando così ogni elemento descrittivo ad una precisa collocazione spaziale nel lotto. Sullo stesso sistema informativo verranno caricati i risultati della attività ispettive a valle delle fasi di collaudo da parte della Soprintendenza. In questo modo verrà consentito il monitoraggio della situazione aggiornata del lotto finalizzato all’attuazione della metodologia della conservazione programmata, fine ultimo del Piano della conoscenza di Pompei, ma anche la consultazione e la fruizione di una parte selezionata di informazioni agli utenti abilitati.

L’anamnesi effettuata condurrà, con consapevolezza, ad un corretto progetto di conservazione che da un lato vede un impegno volto all’eventuale consolidamento, dall’altra alla cura della facies materiale esistente e al suo palinsesto stratificato, grazie anche ad un progetto di manutenzione programmata. Dalla campagna di indagini dovranno essere correttamente individuati i sistemi strutturali esistenti, gli stati di sollecitazione, le problematiche degli organismi edilizi.

La fase dedicata al rilievo materico sarà intesa ad individuare i materiali costitutivi storici e le tecniche di esecuzione. Il rilievo dello stato di conservazione (o del degrado) sarà inteso a valutare lo stato di conservazione, le anomalie e i degradi delle murature e delle loro superfici esterne, ipotizzando le cause che li hanno generati.
La fase dedicata al rilievo materico sarà intesa ad individuare i materiali costitutivi storici e le tecniche di esecuzione. Il rilievo dello stato di conservazione (o del degrado) sarà inteso a valutare lo stato di conservazione, le anomalie e i degradi delle murature e delle loro superfici esterne, ipotizzando le cause che li hanno generati.

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Valore del programma e delle tecniche operative per l’esecuzione e restituzione dei dati dell’indagine geologica – sismica. La realizzazione di prove geotecniche di laboratorio risponde a precisi adempimenti legislativi, come disciplinati dal dm 14.01.2008. Tra le indagini, saranno preferiti i controlli non distruttivi, quali le prove geofisiche e tomografiche. Le indagini geotecniche devono permettere la caratterizzazione fisicomeccanica dei terreni di fondazione, tramite prove in sito e di laboratorio, finalizzata all’individuazione di modelli geotecnici adatti alle analisi di risposta sismica locale e d’interazione dinamica terreno-struttura. Le indagini geotecniche devono anche essere finalizzate allo studio della stabilità del sito in cui ricade la costruzione in esame, con particolare riguardo ai fenomeni d’ instabilità dei versanti e di liquefazione dei terreni. Le metodologie d’indagine e la caratterizzazione geotecnica devono essere coerenti con i principi generali della progettazione geotecnica indicati nel cap. 6 e nel punto 7.11 delle Norme tecniche per le costruzioni. Per la classificazione sismica dei terreni in particolare dovrà essere condotta una specifica campagna di indagini geotecniche indirette e non invasive (salvo casi eccezionali).
Il grado di conoscenza al quale si dovrà pervenire sarà, a sua volta, finalizzato a valutare lo stato di conservazione e stabilità delle superfici morfologiche e, laddove necessario, a selezionare la più opportuna soluzione progettuale per la mitigazione del rischio idrogeologico. Si procederà dunque ad una prima fase di indagine esclusivamente con metodica indiretta e dunque non invasiva, allo scopo di raggiungere il duplice obbiettivo di:

  • caratterizzare i terreni dal punto di vista della successione litostratigrafica e dei principali parametri dinamico-elastici;
  • consentire il corretto posizionamento dei punti di sondaggio diretto su aree poste di preesistenze archeologiche.

Valore tecnico delle scelte progettuali. Le soluzioni progettuali e tecnologie e/o materiali saranno intese ad assolvere ai requisiti di salvaguardia e tutela dei beni e a migliorare i processi di restauro, consolidamento e ripristino, onde integrarli al meglio con i beni tutelati e con l’esistente. Di fatti le soluzioni progettuali, caratterizzate dal criterio del minimo intervento, saranno volte a garantire la conservazione dell’integrità materiale del patrimonio archeologico e del contesto di riferimento e la potenziale reversibilità onde massimizzare la durabilità delle prestazioni e la riduzione degli oneri manutentivi.
Saranno altresì individuati i percorsi atti a consentire un abbattimento del rischio di ritardi nella esecuzione conformemente ad una strategia che consenta di diminuire la necessità di interventi di manutenzione programmandoli con il fine di migliorare la sicurezza dei lavoratori e di minimizzare le interferenze con aree archeologiche esterne al cantiere, garantendo nel contempo la normale fruizione turistico ricettiva dell’area.
La definizione dettagliata di tutti i contenuti degli elaborati progettuali che saranno redatti assolverà a tali esigenze proprio in rapporto all’elevato grado di approfondimento delle varie tematiche da affrontare. In effetti il rischio di ritardi nella esecuzione dei lavori è inversamente proporzionale al grado di definizione degli elaborati progettuali.
Le scelte progettuali saranno inoltre specificamente intese a minimizzare la necessità di futuri interventi manutentivi, la cui programmazione sarà comunque intesa a migliorare la sicurezza dei lavoratori e a ridurre al massimo le eventuali interferenze con le aree esterne al cantiere. Ciò in virtù di adeguate scelte tecnologiche e di impiego dei materiali anche nell’ottica di garantire comunque la normale fruizione turistica dell’area.

A supporto di questa attività di rilievo si farà utilizzo di drone per il rilevamento di superfici inaccessibili al personale tecnico e per ottenere un accurato rilievo delle coperture.
A supporto di questa attività di rilievo si farà utilizzo di drone per il rilevamento di superfici inaccessibili al personale tecnico e per ottenere un accurato rilievo delle coperture.

Metodologie per la tutela delle caratteristiche architettoniche e di pregio per gli aspetti di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale archeologico. Saranno adottate metodologie, tecnologie e materiali in grado di abbattere gli impatti delle lavorazioni nei riguardi delle varie componenti architettoniche e di valorizzare la specificità delle soluzioni adottate in termini di salvaguardia e conservazione del patrimonio culturale archeologico, ottimizzazione dell’organizzazione delle lavorazioni.
Le scelte progettuali saranno animate dal ripetuto criterio del “minimo intervento” volto a garantire la conservazione dell’integrità materiale del patrimonio archeologico e del contesto di riferimento. Saranno inoltre introdotti tutti gli idonei interventi di compensazione al fine di ottimizzare gli effetti e la durabilità delle lavorazioni soprattutto in fase di esercizio.

ing. Ugo Brancaccio | Direttore tecnico B5 srl
Ing. Ugo Brancaccio | Direttore tecnico B5 srl

Ing. Ugo Brancaccio | Direttore tecnico B5 srl
«Il progetto adotterà le idonee metodologie e tecnologie nonché gli opportuni materiali capaci di ridurre gli impatti delle lavorazioni nei riguardi delle varie componenti ambientali con specifico riguardo al contesto nel quale si andrà ad operare. In tale ottica l’organizzazione del cantiere (di cui al successivo paragrafo) ed il bilancio delle terre saranno intesi a minimizzare e a mitigare gli impatti delle lavorazioni sia in fase di esecuzione che di esercizio, limitando programmaticamente il ricorso a risorse non rinnovabili e/o ad alto consumo energetico.
L’oggetto su cui si interviene risulta essere il portatore di una serie di valori che, già all’interno di un contesto di pregio culturale come quello dell’area archeologica di Pompei, si contraddistinguono per la loro specificità e significatività rispetto ad un’ampia serie di temi quali le tecniche costruttive e di decorazione (nella cosiddetta domus dei Pittori al Lavoro, sono presenti sinopie che mostrano come i pittori lavorassero, subito prima dell’evento del 79 d.C.), nonché sulla vita delle persone legate a questi luoghi e sulle loro attività.
È fondamentale infatti capire che le strutture archeologiche su cui si interviene costituiscono il significante che, per valori storici, è esso stesso un oggetto di pregio e che merita di essere conservato nelle sue fattezze e privo di alterazioni; ma il significante è anche il mezzo attraverso il quale si trasmette il significato, costituito da tutti quei valori legati alle attività dell’uomo che ha realizzato quei manufatti e che sono leggibili solo attraverso attente interpretazioni che, a diversi livelli, forniscono una determinata conoscenza riguardo quegli specifici temi.
Detti valori sono trasmissibili solo attraverso la materia, che quindi costituisce allo stesso tempo oggetto di pregio in sé e mezzo di trasmissione di valori ulteriori, e solo nell’ottica di garantire la continua trasmissione di questi valori che diventa lecito intervenire esclusivamente nella direzione di conservare la materia e favorirne la lettura.
Inoltre, l’Insula dei Casti Amanti costituisce un bene culturale che presenta un ampio ventaglio di criticità che necessitano di un approccio di tipo sistematico e che consideri tutte le problematiche che si riscontrano in stretta connessione tra loro, rispetto al reciproco effetto che l’una ha sulle altre. Questa operazione è necessaria per valutare con precisione i fenomeni in atto così da calibrare con attenzione i successivi interventi, ricorrendo ai principi cardine del restauro che, nel caso di beni archeologici diventano imprescindibili, ossia il minimo intervento, la durabilità e la riconoscibilità. Questi sono i principi che animano le presenti attività di conoscenza e di progettazione, e gli obiettivi, già proposti dalla stazione appaltante, sono inscindibilmente legati a questi indirizzi
».

Raggruppamento temporaneo. L’Rtp guidato dalla società B5 srl è composto da altre figure di spicco nel settore del restauro, quali:

  • il geologo dott. Gianluca Minin,
  • l’archeologa dott.ssa Francesca Fratta,
  • il restauratore dott. Carlo Serino,
  • l’arch. Maria Avolio.

Supporteranno le attività di indagine e di rilievo, e di progettazione, prestigiosi consulenti esterni:

  • il prof. arch. Fabio Mangone, professore ordinario di Storia dell’architettura presso l’Università di Napoli ‘Federico II’,
  • il dott. Fabrizio Ruffo, archeologo con consolidata esperienza di scavo e di studio nell’area archeologica di Pompei,
  • il dott. Antonio Iaccarino Idelson, in qualità di restauratore.

Il gruppo si avvale inoltre della consulenza del prof. arch. Giovanni Carbonara, già professore emerito di Restauro architettonico e direttore della Scuola di specializzazione in beni architettonici e del paesaggio (Scuola di specializzazione in restauro dei monumenti) dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma. Maestro della disciplina del restauro critico, definito come «il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte, nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della trasmissione al futuro» (C. Brandi), gli studi e le riflessioni del professor Carbonara sono un costante riferimento nelle attività di ricerca e di progettazione dei professionisti dell’équipe di B5 srl.

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